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domenica 25 marzo 2018

Il Titanic si sarebbe potuto salvare grazie ad una chiave


Centosei anni dopo, il Titanic resta ancora in parte un mistero. 
La tragedia avvenuta ad inizio 
Novecento e costata la vita a quasi 1500 persone (delle 2223 presenti a bordo), si arricchisce 
periodicamente di nuovi dettagli. Il naufragio della nave definita “ la più sicura mai costruita prima ” vede aggiungere una chiave al registro degli indagati. Una chiave – ritrovata nel taschino di un ufficiale rimasto a terra – avrebbe potuto evitare la disgrazia. La chiave di volta di un mistero fittissimo fatto di negligenze e pericoli sottovalutati.

Titanic: la vicenda
Southampton, Aprile 1912. L’allora transatlantico “più grande e sicuro del mondo” come venne definito dai costruttori, si appresta a salpare per il suo viaggio inaugurale. A bordo ci sono – tra equipaggio e passeggeri – più di duemila persone. L’attesa e l’eccitazione sono alle stelle. Il giorno 10 Aprile1912 il Titanic lascia la terraferma per un viaggio di sola andata i cui sviluppi sono  tristemente famosi. Saranno più di un migliaio le vittime.

All’interno della vicenda del Titanic vi è però una storia secondaria che avrebbe potuto cambiare le 
nefaste sorti del transatlantico. Una chiave – rinvenuta nel taschino di un ufficiale – avrebbe permesso di poter utilizzare il binocolo per avvistare l’iceberg. Ma perchè David Blair – questo il nome dell’ufficiale inglese – la notte fra il 14 e 15 Aprile non si trovava a bordo?

A poche ore dalla partenza la compagnia navale White Star Line decise di riorganizzare l’equipaggio. A David Blair venne preferito un altro ufficiale – Henry Tingle Wilde. E’ una storia di incroci fatali questa. Il primo ufficiale Wilde infatti era stato assegnato alla nave gemella del Titanic. Improvvisamente arriva il cambio di direttive: Wilde sul Titanic e Wilde…a terra. Uno sliding door che costerà caro ad entrambi.

La chiave e la fretta
La tempestività della notizia scuote il secondo ufficiale Blair. Gli ordini sono chiari. Deve lasciare il 
Titanic e il posto al collega inglese Wilde. Così, in fretta e furia, raccoglie i suoi oggetti personali ed 
abbandona la nave. Disgraziatamente si scorda un particolare, chissà quante volte ripetuto negli anni: 
lasciare delle chiavi al suo successore.

Chiavi che avrebbero aperto un armadietto contenente un binocolo. Come una dantesca legge del 
contrappasso la collisione fatale è avvenuta perchè – in assenza del binocolo – risultò impossibile 
vedere l’iceberg a largo.

A sostenere la tesi della fatal dimenticanza di Blair è uno dei pochi superstiti, Fred Fleet. Con quella 
chiave a bordo  sostenne Fleet ,
“la tragedia navale più famosa della storia non sarebbe mai avvenuta”. 
La teoria tuttavia non vede tutti concordi.

Venduta all’asta per 100mila euro
A differenza del transatlantico, le chiavi sono ancora in giro per il mondo. Dopo averle ereditate dal 
padre, Nancy Blair decide infatti di donarle alla British and International Sailor Society. Nel 2007 sono state battute all’asta ed aggiudicate per 90mila sterline, circa 100mila euro 
da una casa produttrice di gioielli cinese.



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venerdì 23 marzo 2018

Forze dell’Ordine ecco il Taser sperimentale


Ecco il modello scelto per la sperimentazione 

Importanti novità per le Forze dell’Ordine: 
l’Ufficio Operazioni dell’Arma dei Carabinieri
 ha scelto il modello di Taser che verrà utilizzato per la fase sperimentale.


Uno strumento fondamentale per ridurre gli interventi corpo a corpo, per garantire una maggiore incolumità alle Forze dell’Ordine che hanno bisogno di fermare 
una persona che si rivela particolarmente violenta.

Da anni il personale delle Forze Armate chiede all’amministrazione di permettere l’utilizzo del Taser per ridurre le aggressioni in cui ogni giorno vengono coinvolti poliziotti, carabinieri e militari. Utilizzare la pistola d’ordinanza in certe situazioni è eccessivo, anche perché c’è il rischio che parta un colpo accidentale e che la persona da fermare ne venga ferita o persino uccisa.

Per evitare che ciò accada ma allo stesso tempo dare alle Forze dell’Ordine uno strumento di deterrenza e dissuasione è necessario dar loro degli strumenti 
meno invasivi ma comunque efficaci come il Taser.


La scelta dell’arma da utilizzare nella fase di sperimentazione è il primo passo per il raggiungimento di questo obiettivo. A tal proposito l’Ufficio Operazioni dell’Arma dei Carabinieri ha auspicato che venga elaborato presto un protocollo esaustivo di intervento con il quale fare chiarezza sulle modalità di utilizzo, sulle situazioni in cui le forze di polizia potranno farne uso.


Il Taser scelto dai Carabinieri
Il modello scelto dall’Ufficio Operazioni dell’Arma dei Carabinieri 
per la fase di sperimentazione è il Taser X2.

Questa decisione è motivata dal fatto che il Taser X2 presenta delle caratteristiche ideali per quelle che sono le esigenze delle Forze dell’Ordine. Nel dettaglio, si tratta di:


scarica elettrica ad intensità regolare con durata controllata di 5 secondi;
sistema di mira con doppio puntatore laser, uno per ogni dardo:
possibilità di colpire il bersaglio fino a 7 metri di distanza;
colpo di riserva, quindi se si dovesse mancare il bersaglio sarà possibile sparare nuovamente senza dover per forza caricare il Taser manualmente.
Inoltre, ogni operatore avrà sulla propria divisa una particolare telecamera a colori ad alta definizione - dotata anche di visione notturna - che si accende automaticamente non appena viene tolta la sicura dell’arma, così da controllarne l’operato.

Le linee guida
Sarà un sottogruppo tecnico a stilare un elenco di linee guida tecnico-operative e inviarlo poi al Ministero dell’Interno. L’obiettivo è arrivare ad un regolamento condiviso dall’intero comparto Sicurezza al quale tutti gli operatori delle Forze di Polizia 
dovranno attenersi nella fase di sperimentazione.


Se gli obiettivi prefissati saranno raggiunti, quindi se effettivamente il taser ri rileverà uno strumento utile per favorire la resa volontaria dei sospetti e per ridurre le aggressioni ai danni delle Forze dell’Ordine, allora il suo utilizzo potrebbe diventare effettivo.


Dotata di due piccole elettrodi, 
stordisce la vittima con una scarica ad alto voltaggio e basso amperaggio.

Siamo abituati a vederli soprattutto nei film d'azione provenienti dagli Stati Uniti. Oppure in alcuni servizi del telegiornale, sempre provenienti dall'altra parte dell'Oceano Atlantico. Ben presto, però, sarà possibile vedere un poliziotto italiano armeggiare con un Taser: le commissioni congiunte Giustizia e Affari costituzionali della Camera dei Deputati hanno recentemente approvato un emendamento che dovrebbe dotare – in via sperimentale – alcune unità della Polizia di Stato della pistola elettrica tanto utilizzata oltreoceano.



Un'iniziativa che ha già suscitato alcune polemiche, sulla scorta di quelle nate negli altri Paesi in cui il dissuasore elettrico è già in commercio e in dotazione ai corpi di Polizia. Il perché è presto detto: non esistono, a quasi 50 anni dalla sua teorizzazione e dalla prima realizzazioni, voci unanime sull'effettiva pericolosità di questa arma e sui reali effetti della scarica elettrica. Analizzando la composizione del Taser e quale sia il suo funzionamento sarà più semplice farsi un'idea sull'opportunità di adottarlo o meno.

La storia del Taser
Il primo a teorizzare e realizzare un dissuasore elettrico è del ricercatore e scienziato della NASA Jack Cover che, nel 1969, inizia a progettare e sviluppare il prototipo iniziale della pistola elettrica. Dopo cinque anni di studi e ricerche Cover termina il suo lavoro: il primo esemplare di Taser funzionante è presentato alla stampa. Jack Cover decide di “dedicare” questa arma futuristica al suo eroe d'infanzia Tom Swift: Taser, infatti, altro non è che l'acronimo di “Thomas A. Swift's electronic rifle” (“fucile elettronico di Thomas A. Swift” in italiano). Inizialmente, la pistola elettrica utilizza una piccola carica di polvere da sparo per rilasciare gli elettrodi, tanto da essere classificata dal Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms come arma da fuoco.





I successivi sviluppi tecnologici permettono di sostituire la polvere da sparo con un detonatore a sua volta elettrico. A inizio anni '90 Jack Cover collabora con i fratelli Patrick e Thomas Smith nello sviluppo di un nuovo modello che, in dotazione alle forze dell'ordine, permetta di ridurre i conflitti a fuoco che tanti morti provocano in quegli anni. Nel 1994 è presentato l'Air Taser model 34000, sprovvisto di carica di polvere da sparo e quindi non più considerata arma da fuoco. Il 1999 è l'anno dell'Advanced Taser M, molto somigliante a una “normale” pistola e dotata della tecnologia brevettata “neuromuscolar incapacitation”, in grado di paralizzare per alcuni secondi la persona colpita dalla scarica elettrica. Nel 2004, con il rilascio del nuovo modello (il Taser X26), questa tecnologia è soppiantata dalla “shaped pulse technology”, capace di rilasciare gran parte della scarica elettrica solo dopo aver trapassato la barriera rappresentata da abiti e cute.

Tanti nomi, un solo modello
Pur essendo chiamata in modi molto differenti – Taser, pistola elettrica, dissuasore elettrico – quest'arma è sostanzialmente “mono-marca” e “mono-modello”. Il Taser, che ricorda una pistola per forma e grandezza, si compone di due elettrodi capaci di colpire un obiettivo con un flusso di corrente elettrica ad alto voltaggio, ma basso amperaggio.




L'elettricità che scorre nei due cavi del Taser altro non è che un flusso di energia – sotto forma di carica elettrica – che scorre attraverso un materiale conduttore (che può essere un cavo di metallo o un corpo umano). Per analogia, si potrebbe dire che la corrente elettrica scorre in un cavo di metallo allo stesso modo in cui un flusso d'acqua scorre all'interno di un tubo. Proseguendo con questa analogia, è possibile descrivere il Taser come una pistola ad acqua che spara a grande pressione (alto voltaggio), ma a bassa velocità (basso amperaggio). Il voltaggio, infatti, misura la “pressione” (la forza o differenza di potenziale) effettivamente esercitata per far “scorrere” la carica elettrica all'interno del conduttore; l'amperaggio il “flusso” attuale di elettroni (più o meno il numero di elettroni che passa nella sezione di cavo nell'unità di tempo) che passa nel conduttore. Proprio per questo motivo, il dissuasore elettrico è in grado di stordire la persona colpita – sino a immobilizzarlo per alcuni secondi – senza provocare danni letali.

Come funziona un Taser
Premendo il grilletto di una pistola elettrica si sparano contro l'obiettivo due piccole “freccette” (gli elettrodi) legati al corpo del Taser da due cavi elettrici isolati (lunghi solitamente non più di 8 metri). Una volta che il bersaglio – solitamente una persona – è colpito, si crea un circuito elettrico e la scarica inizia a fluire dalle batterie del Taser 
(solitamente normali accumulatori da 9 Volt) verso l'obiettivo.



Nel giro di pochi secondi, il circuito elettrico (e quindi anche il corpo della persona colpita) sarà attraversato da un impulso elettrico da 50.000 volt e pochi milliampere. Nella sua configurazione standard, la scarica del Taser dura non più di 5 secondi; sufficienti, comunque, a inviare segnali intensi al sistema neuro-muscolare della persona colpita. Questi segnali provocano grande dolore e stordiscono l'obiettivo, che non può far altro che cadere a terra, immobilizzato.



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giovedì 22 marzo 2018

Condannata a 85 anni di Carcere la Banda Breaking Bad



Condannata a 85 anni di carcere la "banda Breaking Bad":
 universitari 20enni, diventati milionari spacciando.
Vacanze alle Bahamas, champagne costoso, appartamenti in centro: gli studenti di ingegneria di Manchester sono stati condannati a un totale di 85 anni di carcere

Tutto è cominciato all'Università di Manchester. È lì che quattro studenti modello di ingegneria si sono conosciuti durante il loro primo anno di studi e, ispirati dalla serie Breaking Bad, hanno deciso di iniziare a spacciare droga. Lo hanno fatto servendosi del dark web, riuscendo a guadagnare oltre un milione di dollari prima di essere scoperti e arrestati dai federali, come riporta anche il Guardian. Ora sono stati condannati a un totale di 85 anni di carcere.

Il capo della banda era Basil Assaf, 26 anni, ragazzo prodigio, promotore dell'operazione che importava ed esportava ecstasy, 2Cb, Lsd e ketamina. Studente di ingegneria, così come i suoi giovani collaboratori: Elliott Hyams, 26 anni, James Roden, 25, e Jaikishen Patel, 26.


Assaf si sentiva "invincibile" - lui stesso si è definito così - aveva una passione per lo Champagne Veuve Clicquot Rosé, pagava da solo la sua istruzione e aveva comprato 
un appartamento nel centro di Manchester.


In generale, tra vacanze in Giamaica e alle Bahamas, lo stile di vita dei 4 studenti aveva iniziato a dare nell'occhio, attirando l'attenzione dei federali. Sino a quando l'Fbi ha sequestrato i server nell'ottobre del 2013. Quando è stato perquisito l'appartamento di Assaf 
hanno trovato una "fabbrica di spaccio di droga".

Le vendite sul sito Silk Road hanno fruttato 1,14 milioni di dollari, ma il guadagno sembra essere maggiore: non tiene conto della vendita di persona e di altri metodi di pagamento utilizzati per eludere i controlli. Il capo, Assaf, è stato condannato a 15 anni e 3 mesi di carcere.




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mercoledì 21 marzo 2018

Immobiliarista Russo Vende Bagni Pubblici e Incassa 1 milione di euro



Un immobiliarista russo di San Pietroburgo, Yurij Zybenko, ha venduto bagni pubblici nel centro cittadino a 10 clienti diversi per l’astronomica somma di 80 milioni di rubli, quasi 1 milione 150 mila euro. Il truffatore non aveva alcun titolo di proprietà sull’immobile che peraltro non poteva essere venduto poiché bene pubblico invendibile di proprietà dell’azienda pubblica municipalizzata “Acquedotti di San Pietroburgo”. 


Totò, Ugo D'Alessio e Nino Taranto - Vendita di Fontana di Trevi




L’affarista riusciva a convincere senza fatica ignari clienti, dicendo che vendeva il bene immobile sottocosto poiché c'era necessità di una ristrutturazione, ingannando gli investitori con il miraggio di affari d’oro poiché i bagni pubblici si trovano nel centro trafficato vicino alla metropolitana. Dall’altro lato prometteva anche la possibilità di effettuare il cambio d’uso e di destinazione, convertendo la struttura in ristorante. La truffa è stata scoperta quando il traffichino ha dichiarato la bancarotta della sua agenzia immobiliare e, nell’aula del tribunale si sono presentati i dieci "proprietari" per far valere i loro diritti. Intanto il truffatore aveva svuotato i conti correnti e fatto cambiare nome e cognome alla moglie e ai figli per depistare le indagini. Ora è ricercato, ma una condanna risulta molto problematica poiché il bene, essendo di proprietà pubblica,
 non poteva essere venduto.


SI SEMBRA PROPRIO DI RIVEDERE LA SCENA DI
TOTO' CHE VENDE LA FONTANA DI TREVI
HA HA HA,HA
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martedì 13 marzo 2018

Inghilterra: ministro arriva in aula con due minuti di ritardo e si dimette



Michael Bates, ministro del Dipartimento internazionale per lo sviluppo,
 ha rassegnato le dimissioni per essere arrivato in aula con due minuti di ritardo 
e non aver così potuto rispondere a una domanda 
dell’opposizione.

E' bastato arrivare in ritardo a una seduta parlamentare per convincere Michael Bates, ministro inglese del Dipartimento internazionale per lo sviluppo, a rassegnare le dimissioni. Il  politico, infatti, a causa del ritardo con cui è giunto alla seduta non ha fatto in tempo a rispondere a un'interrogazione 
dell'opposizione. Non appena è arrivato in aula Lord Bates si è rivolto alla collega Ruth Lister per 
scusarsi e offrirle le dimissioni. Di fronte ai Lord riuniti il ministro ha dichiarato: "Offro le mie scuse alla Baronessa Lister per la maleducazione che ho mostrato non facendomi trovare al mio posto per 
rispondere alla sua domanda. Nei cinque anni in cui è stato un mio privilegio rispondere alle domande per conto del governo ho sempre creduto che dovremmo elevare il livello di cortesia e rispetto nel rispondere. Mi vergogno per non essere stato al mio posto, e di conseguenza offrirò al primo ministro le mie dimissioni con effetto immediato".


La decisione di Michael Bates ha lasciato i colleghi a bocca aperta, tanto che in aula si è alzato quasi 
all'unisono un coro di "no", che non è stato sufficiente però a convincere Bates a rivedere la sua 
decisione: il ministro ha infatti preso i suoi documenti ed è uscito dall'aula. Ruth Lister, intervistata dal Guardian, si è mostrata stupita: "Di tutti i ministri che vorrei si dimettessero, lui è l'ultimo", ha detto, sottolineando che Bates "risponde sempre alle domande, mentre molti le evadono in modo maleducato. Anche io ho urlato uno spontaneo ‘no', ma non sono sicura che farei altrettanto per altri ministri". Ma quale è stato il ritardo di Bates? Appena un paio di minuti: la seduta avrebbe doto iniziare alle 15, e vista la sua assenza a rispondere per suo conto alla Lister è stato il collega John Taylor. Le dimissioni di Bates sono state comunque respinte. Il lord è sempre stato un esempio di correttezza in politica e nei rapporti con l'opposizione, nel 2016 arrivò a prendere un'aspettativa per poter intraprendere una marcia di beneficenza in Sudamerica.




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Alla fermata ci sono Profughi e l’autista NON si ferma



Trentino. Alla fermata ci sono solo profughi: l’autista del bus non si ferma
Moreno Salvetti, 42 anni, consigliere comunale ad Avio, in Trentino, è finito sotto i riflettori per aver tirato dritto alla fermata dell’autobus a Rovereto. Ora rischia il licenziamento e l’accusa di razzismo. Anche perché l’episodio si sarebbe ripetuto diverse volte. Lui si difende: “Credevo che aspettassero il tram urbano che arriva subito dopo”

Si chiama Moreno Salvetti, 42 anni, è un consigliere comunale di Avio, in Trentino, ex assessore, braccio destro del sindaco. Dalla Giunta comunale si era dimesso nell’agosto scorso perché su Facebook, dopo l’uccisione dell’orsa Kj2 aveva augurato la stessa fine al governatore Ugo Rossi. Nelle ultime ore il suo nome è tornato alla ribalta in quanto autista della linea Trentino Trasporti: diversi profughi hanno infatti puntato il dito contro di lui per non essersi fermato a farli salire sul pullman che guidava. Come mostrano alcuni video del quotidiano locale Trentino, in prossimità di una fermata San Marco di Rovereto, prima fa per rallentare, poi tira dritto: sul marciapiede ad attendere l'autobus di Trentino Trasporti c'era un gruppo di persone di colore, dirette a Rovereto per frequentare corsi ed attività legate al progetto di accoglienza ed inserimento. Il fatto, che risale al dicembre scorso ma che è stato reso noto solo ora, sarebbero stato poi ripetuto in altre occasioni. 

E alla fine gli operatori che seguono i migranti hanno deciso di denunciare tutto alla Procura della Repubblica, con tanto di filmati.

Su Salvetti, delegato sindacale della Uil, 20 anni di volante, pende ora il reato di razzismo, oltre al rischio di licenziamento. “Ha agito in buona fede, non hanno fatto cenni per chiedere la fermata”, lo difende lo stesso sindacato dei trasporti. Sul caso interviene anche la neo-deputata della Lega Vanessa Cattoi: "Solidarietà all'autista di Trentino Trasporti che rischia il licenziamento – dichiara – Scelte come queste rischiano di alimentare ulteriormente l'insofferenza dei cittadini nei confronti della presenza di migranti". Ed è lui stesso a difendersi in un’intervista al quotidiano locale Adige. “La questione è stata strumentalizzata. Per fortuna mi arriva tanta solidarietà” spiega. Salvetti afferma di essere “convinto” che i profughi in questione “prendessero il tram urbano che arriva subito dopo”. Per questo motivo non si sarebbe fermato. E poi che afferma che sarebbero arrivate “tante segnalazioni di autobus che non si fermavano e li lasciavano in strada. So di colleghi che hanno lasciato a piedi gente e hanno preso multe”. 






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Mio figlio si è ucciso per colpa dei Bulli



La straziante denuncia della mamma di Michele
Il 17enne Michele Ruffino si è tolto la vita gettandosi da un ponte, ora la madre e il padre denunciano: “Mio figlio è stato vittima dei bulli, sono loro che me lo hanno ammazzato. 
Lo hanno deriso fino all’ultimo anche al funerale”

"Si è ucciso perché voleva un amico della sua età e riceveva solo porte in faccia e prese in giro", così  Maria Catrambone Raso, assieme al marito Aldo Ruffino, hanno deciso di denunciare pubblicamente gli atti di bullismo che avrebbero portato il figlio 17enne Michele Ruffino  a uccidersi il 23 febbraio scorso gettandosi dal ponte di Alpignano, nell'area metropolitana di Torino. Una decisione sofferta e arrivata dopo giorni di dolore straziante vissuti nel dubbio se chiudersi ed elaborare da soli quanto accaduto o rivelare a tutti il calvario vissuto del figlio.  "Mio figlio è stato vittima dei bulli, l'ha ucciso chi lo umiliava, sono loro che me lo hanno ammazzato. Lo hanno fatto fino all’ultimo anche al funerale" accusa senza mezzi termini la madre di Michele, rivelando un episodio sconcertante: "Uno di quei ragazzini ha guardato la foto di mio figlio al funerale e ha detto che da vivo era molto più brutto. Chi lo ha ascoltato si è sentito gelare il sangue nelle vene".

Secondo la donna tutto sarebbe iniziato con i problemi di salute di Michele a causa di un vaccino fatto quando aveva solo sei mesi che gli ha causato problemi motori alle braccia e alle gambe. "Una sentenza ha stabilito che Michele ha subito un danno da vaccino. Non riusciva a muoversi con naturalezza, anche se con gli anni eravamo riusciti a superare i suoi problemi. I suoi compagni di classe invece lo deridevano. 

Dicevano che cadeva sempre, qualcuno lo chiamava handicappato", ha raccontato la donna, aggiungendo: "Voleva solo una pacca sulla spalla, una parola amica. Invece oggi siamo qui: disperati. Non vogliamo vendetta, ma se c’è qualcuno che ha sbagliato deve pagare". "Lui aveva voglia di vivere, cercava una pacca sulla spalla, un amico, una ragazza.  Ma ha trovato solo risate cattive e porte in faccia", ha proseguito la 51enne ricordando che Michele sognava di diventare pasticcere e studiava per questo ma aveva diverse passioni come il nuoto e la palestra.

"Se mio figlio non avesse avuto problemi di salute, sarebbe ancora qui" accusa ancora la mamma di Michele, rivelando anche alcune lettere di addio che il giovane, che avrebbe compiuto 18 anni a ottobre, ha lasciato sul suo computer. "Ti scrivo questa lettera, la mia ultima lettera. Si hai capito bene, perché non credo di riuscirci più. Ho intenzione di mollare. Questo ragazzo moro piange davanti allo specchio e non trova nessuno dietro di sé che gli dica ‘ehi oggi sei maledettamente bello'" si legge nell'ultima nota prima del suicidio Prima però vi erano stati altri scritti analoghi in cui il giovane annunciava l'intento di farla finita a dimostrazione di una situazione per lui ingestibile. La madre ha sporto denuncia ai carabinieri e portato il computer agli investigatori. "Era un appassionato di internet e andava molto spesso sui canali Youtube dove aveva allacciato rapporti con vari coetanei. Anche a loro aveva confidato la voglia di farla finita" ha raccontato Maria. Sul caso indagano ora i carabinieri anche se al momento in procura non esiste ancora un fascicolo con una ipotesi di reato.


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lunedì 12 marzo 2018

Fulmine colpisce una chiesa: 16 morti e 140 feriti



Almeno sedici persone sono morte all’istante o in pochi minuti ed in centinaia sono rimaste ferite a 
causa di un fulmine che si è abbattuto su una chiesa. La scarica elettrica ha colpito in pieno la struttura nel Ruanda meridionale, una delle regioni dell’Africa più povere e che, purtroppo, deve fare i conti non solo con i drammi provocati dalla carenza di cibo ed acqua
 ma anche con quelli scatenati da madre Natura. 
Basti pensare che solo lo scorso venerdì un altro fulmine aveva colpito un gruppo di diciotto 
studenti ed uno di loro era purtroppo deceduto.


Il bilancio confermato dal sindaco del distretto
Questa volta l’incidente è stato ancora più serio: secondo quanto dichiarato dal sindaco del distretto di Nyaruguru, Habitegeko Francois, all’AFP, 14 persone sono morte all’istante mentre altre 2 sono 
decedute nei minuti successivi a causa delle ferite riportate. “Altre 140 persone – ha aggiunto – sono 
rimaste ferite e sono state portate urgentemente negli ospedali e nei centri sanitari più vicini. 

Secondo quanto riferito dai medici tre di loro erano in condizioni critiche ma in queste ore starebbero iniziando a migliorare. La maggior parte delle altre persone colpite dal fulmine sono invece uscite dagli ospedali poche ore dopo ricongiungendosi con la famiglia”. E’ stato proprio il sindaco a sottolineare che nella stessa zona venerdì scorso si è verificato un incidente analogo.


Fulmini a terra, fenomeno raro?
La caduta a terra di un fulmine non è un fenomeno raro ma, nonostante accada di frequente, capita solo saltuariamente che la scarica elettrica colpisca persone o animali. Solitamente i fulmini si abbattono contro gli alberi, le antenne delle case e a volte anche contro gli aerei, scaricando in pochi istanti tutta la loro energia. Nei casi più gravi la scarica può invece abbattersi a terra o in mare diventando molto pericolosa per chi si trova nelle immediate vicinanze. Sul web sono presenti diversi video che mostrano le conseguenze di un fulmine sulle persone: le scariche più ‘particolari’ sono quelle cadute sui campi da calcio nel bel mezzo delle partite, facendo cadere a terra, privi di sensi o storditi, calciatori ed arbitri.



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Testiere per il Letto che ti Faranno Sognare


La parte posteriore del letto passa spesso inosservata, rimanendo addirittura a volte inutilizzata, o meglio, inespressa. Tuttavia, se ben sfruttata, può diventare un elemento decorativo importante in grado di dare una nuova identità alla camera da letto. Sono svariati i modi con cui personalizzarla e renderla protagonista, in tutti i gusti e gli stili. In questo libro delle idee vi presentiamo allora alcune varianti spettacolari che certamente vorrete avere nella vostra casa!






Effetto rustico
Una bella testata in legno e pietra è quello che ci vuole per riscaldare l'atmosfera e renderla rustica. In questa stanza notiamo come tutto sia perfettamente bilanciato e abbinato al soffitto,
 rigorosamente in legno. 





Fino al soffitto
Una testata che si estende fino al soffitto dona un look sorprendente alla camera da letto. In questo caso si tratta di un pannello creato con assi di legno, scenografico e moderno.




Alta e soffice
Questa testata alta e soffice fornisce un carattere sofisticato e romantico a tutto il letto
 e più in generale alla stanza. 





Un contrasto originale
Il letto è il più importante elemento all'interno della camera, e come tale necessita di un fascino peculiare da esercitare nella metratura. 
Una testata a contrasto con il resto dell'arredo può fare la differenza. 





Elegante e minimalista
Questa splendida testata invece è realizzata in cuoio, strutturata in grandi moduli rettangolari matelassé. Morbida e minimale ma di grande effetto si inserisce perfettamente
 in una stanza in stile coloniale.





Design e comfort
Un tessuto cangiante, tra il marrone e il viola, garantisce intensità a tutta la stanza. La testiera infatti occupa tutta la parete posteriore al letto diventando caratterizzante.





Tappezzeria decorativa
Un insieme fresco e allegro che serve come decorazione per il letto stesso. Questa la particolarità della prossima testata, a pattern coloratissimo e gioioso.





Design classico
La seguente variante presenta una lavorazione trapuntata con bottoni: un'alternativa ideale per chi cerca un romantico tocco classico.





Retrò-inspired
Come non amare una struttura imbottita avvolgente come questa? La specifica fattezza capitonnè la rende confortevole e piacevolmente retrò-inspired.




Riciclo e up-cycling
Non dimentichiamoci nemmeno di sfruttare le fantomatiche tecniche di up-cycling, perfette per recuperare vecchie ante e pannelli e crearvi testate originali e uniche.





Il tocco vintage
Se la testata è la chiave per aggiungere stile alla camera da letto, in questo caso le travi di legno incorniciano il quadro con un gradevole sapore vintage.




L'eleganza del nero
Il nero è elegante, raffinato ed è presente specialmente nelle camere moderne. La combinazione con il bianco e il grigio risulta classy e raffinato. 







Colori caldi
Il colore è essenziale per raggiungere un buon equilibrio nell'arredamento della camera da letto. In questo esempio, testata e panca includono un patchwork 
di tonalità vitaminiche eccezionali per un risveglio sprint!  






Un tocco di metallo
Le testate in ferro battuto o bronzo possono risultare obsolete, tuttavia i nuovi modelli lavorati e laserati possono contribuire a un aspetto moderno della stanza. Un esempio? Quello che stiamo osservando ora, con sfondo rosso vermiglio.





Tridimensionalità
Un background tridimensionale può essere il dettaglio clou per una vera ventata di novità. 
Effetti materici e 3d, anche svincolati dal letto stesso, 
giocano a favore della parete risultando innovativi e dinamici.





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domenica 11 marzo 2018

Sgarbi è Scappato Senza Pagare il Conto



Pizzaiolo di Acerra accusa Sgarbi: 
«È scappato senza pagare il conto», lui: «Bugiardo»



Sgarbi è scappato senza pagare! Pizzaiolo di Acerra accusa il professore.


Pizzaiolo di Acerra accusa Sgarbi: «È scappato senza pagare il conto», lui: «Bugiardo» 
a lite andata in onda nel programma di Radio 24, La Zanza
Vittorio Sgarbi accusato da un pizzaiolo di Acerra, (la cittadina campana dove è stato bocciato nella corsa alla Camera, sconfitto dal cinquestelle Di Maio) di non aver pagato un conto di 147,50 euro . Il programma di Cruciani, “La Zanza”, in onda su Radio , ha messo a confronto il critico d’arte e il titolare della pizzeria. Sgarbi ha spiegato: «Nessuno ci ha portato il conto, eravamo in sei, siamo stati mandati in quella pizzeria dal titolare del teatro dove si era esibito Cristicchi. Nessuno mi ha detto di pagare il conto, porca p.... Mi hanno chiesto invece fotografie, selfie e video». Il proprietario della pizzeria ha chiesto che venga pagato il conto e ha negato abbia acuto in cambio video con Sgarbi che a quel punto ha inveito contro: «Bugiardo, falsario, diffamatore. Vigliacco»




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sabato 10 marzo 2018

Strage nell'Ospizio per Veterani in California


Tragedia nell'ospizio per veterani in California: morte 3 donne e il loro sequestratore

Tre donne e il loro sequestratore sono stati ritrovati morti in un ospizio per veterani in California, dopo una sparatoria seguita a diverse ore di inutili trattative con la polizia.

Le tre donne erano operatrici di un programma per il recupero
 di veterani affetti da stress post-traumatico.   
I corpi dei quattro sono stati scoperti quasi otto ore dopo che l'uomo armato si era infiltrato in una festa d'addio in un edificio in cui vengono assistiti i veterani di guerra dell'Iraq e dell'Afghanistan. 


La polizia non ha reso note le identità di sequestratore e vittime, né conosce ancora il motivo dell'attacco al Veterans Home of California a Yountville.

Asserragliato nella più grande del Paese, nella Napa Valley, California, l'uomo aveva un giubbotto anti proiettili e un fucile automatico. C'era anche stato un conflitto a fuoco tra lui e un vicesceriffo.


Usa, distrugge il fucile con una sega elettrica per protesta contro la diffusione delle armi
L’uomo ha lanciato lo slogan “One less” per dire basta alle armi dopo la strage avvenuta in Florida.


Il gesto simbolico di Scott-Dani Pappalardo sta facendo il giro del mondo. L’uomo, profondamente colpito dalla strage avvenuta mercoledì 14 febbraio in un liceo della Florida, ha deciso di sbarazzarsi del suo fucile AR-15 in segno di protesta contro la diffusione delle armi negli Stati Uniti. Per fare ciò, ha deciso di utilizzare un metodo poco convenzionale: tagliarlo in due con una sega elettrica. Nel video che ha condiviso su Facebook, Scott-Dani Pappalardo spiega le ragioni del suo gesto con un toccante discorso sul valore della vita umana, prima di distruggere il fucile con la sega elettrica. “Ora ce n’è One less, Una in meno” dichiara, mostrando ciò che resta dell’arma. L’uomo deteneva legalmente quel fucile da trent’anni e lo utilizzava esclusivamente per allenarsi al poligono di tiro. "Potrei sbarazzarmene vendendolo a qualcuno, ma non vorrei che venisse usato per un’altra strage. Il diritto di possedere un'arma non vale di più della vita di una persona".

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Perù, disastro idrogeologico mette a rischio il Machu Picchu


Perù, disastro idrogeologico mette a rischio il Machu Picchu

In Perù si è misteriosamente creata una crepa lunga due chilometri nel terreno, vicino al celeberrimo sito archeologico Inca del Machu Picchu, sulle Ande peruviane. Un vero e proprio disastro idrogeologico, che ha messo in pericolo la sopravvivenza del sito stesso e 90 famiglie che vivono nelle campagne di un piccolo paese limitrofo, nel distretto di Ilusco, a sua volta situato nella regione di Cusco, ad altissimo tasso turistico – vi si recando milioni di visitatori l’anno -. Perchè tutto ciò? A causa del cambiamento climatico di cui si parla molto in questi anni, di devastanti alluvioni e del disboscamento al fine di creare aree coltivabili.


I dettagli
I media locali riferiscono che sono crollate finora 37 case e sta affondando addirittura un’intera provincia, quella di Chumbivilcas.


E’ caduto anche un centro sanitario e sono stati distrutti 300 metri di strada. Inoltre, secondo gli esperti, la faglia potrebbe allungarsi e ce ne sarebbero ben 53 “dormienti” che potrebbero crearsi, causando altri danni.



Le cause
Questa tremenda spaccatura nel terreno è un fenomeno il cui primo segnale si era già registrato nel 2012. Lo ha reso noto il capo dell’Istituto peruviano di protezione civile Gustavo Infantas, che imputa le cause alle piogge e al cambiamento di temperatura, che hanno letteralmente indebolito la terra, fino ha spaccarne una parte. Si cominciato da 7 metri di profondità e poi si è arrivati ad 11.




Il sito archeologico
Il Macchu Picchu (letteralmente “Vecchia Montagna”) è il luogo in cui rimarrebbero i resti di una mitica città perduta. Fa parte dei Patrimoni dell’UNESCO, è stato dichiarato nel 2007 una delle Sette Meraviglie del mondo moderno ed è il terzo sito archeologico più grande del mondo dopo le nostre Pompei ed Ostia Antica.



Nel 2003 è stato visitato da oltre 400mila persone e l’UNESCO ha lanciato l’allarme per il fatto che un tale numero di turisti potesse danneggiare quel luogo storico, costruito a quanto  pare nel XV secolo (1440), voluta da un imperatore inca, Pachaùtec.


Naturalmente le autorità peruviane vedono un guadagno nell’afflusso turistico a Machu Picchu, perciò rassicurano i potenziali visitatori, affermando che il fatto che si trovi in una valle isolata, quella dell’Urubamba, sia sufficiente per porre un certo argine all’affluenza di persone. Tanto più che non si è ancora arrivati a prendere la decisione di prendere una ferrovia per arrivarci, anche se è stato proposto. Vedremo se la faglia attirerà altri turisti o meno e quanto si allungherà ancora: gli esperti continuano a lavorare.


Perù, una misteriosa spaccatura rischia di far sparire Machu Picchu
Novanta famiglie a rischio per la crepa profonda fino a 11 metri nella zona montuosa della regione di Cusco. La causa? Il cambiamento climatico, le forti alluvioni e il disboscamento.

Disastro idrogeologico in Perù. Una crepa ha aperto per due chilometri la terra vicino a Machu Picchu, sito archeologico Inca di rilevanza internazionale, e ora 90 famiglie che abitano nelle campagne di un paesino, nel distretto di llusco, sono in pericolo. La zona a rischio è quella della regione montuosa di Cusco visitata ogni anno da milioni di turisti. La causa è da ricercare nel cambiamento climatico, nelle forti alluvioni e nel disboscamento per creare aree coltivabili.




Secondo i media locali, già 37 case sono cadute mentre la provincia di Chumbivilcas affonda. Finora il centro sanitario del settore è crollato. Si contano 300 metri di strada distrutta. Per gli specialisti la faglia potrebbe arrivare a Tambomachay e persino alla strada Hiram Bingham di Machu Picchu. Inoltre i geologi di Cusco parlano di 53 faglie "dormienti" che in qualsiasi momento potrebbero germogliare dalla terra.

Questo fenomeno non è recente. "Il primo segnale è stato registrato nel 2012", ha affermato il capo dell'Istituto di protezione civile Gustavo Infantas. Le cause di questo tipo di disastri naturali sono generati dalla presenza di piogge o cambiamenti di temperatura. Per Infantas, quello che è successo è stato quindi causato dall'indebolimento della terra a causa della quantità di pioggia che provoca la rottura del terreno. La profondità all'inizio era di 7 metri,
 ma dopo altre alluvioni è aumentata fino a 11 metri.


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