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venerdì 28 febbraio 2014

AIDS : Lady Gaga, la star della musica pop più ricca e più famosa del mondo



Lady Gaga, la star della musica pop più ricca e più famosa del mondo è ( morta )  per una malattia purtroppo ancora oggi troppo diffusa, l’aids. In realtà non è morta solo lei… Sono morti di AIDS anche Alicia Keys e il marito Swizz Beatz, Justin Timberlake, Usher, Jennifer Hudson, Ryan Seacrest, Kim e Khloe Kardashian, Elijah Wood, Serena Williams, Daphne Guinness, Kimberly Cole e molte altre celebrità hollywoodiane. E in realtà non sono morti proprio loro… ma piuttosto le loro identità digitali!

In occasione del World AIDS Day 2010 (che si celebra oggi in tutto il mondo) l’associazione Keep a Child Alive ha messo in piedi una campagna shock che ha visto Hollywood mobilitarsi in prima linea: è stato realizzato uno spot per la raccolta di fondi che vede l’annuncio della morte digitale di molte star, che per l’occasione si sono fatte immortalare in una tomba e comunicano che “lasceranno morire” i loro account twitter e Facebook! Per “riportarli in vita” i loro circa 30 milioni di fans dovranno fare una donazione

La giornata mondiale dedicata all’Aids si celebra ogni anno per mantenere alta l’attenzione sulla malattia, ma quest’anno anche per presentare dati che spingono ad un cauto, molto cauto ottimismo.

Secondo l’agenzia Onusida (l’agenzia Onu che si occupa della malattia), infatti, dal 1999 a oggi le nuove contaminazioni sono diminuite di un quinto (il 19%) raggiungendo i 2,6 milioni nel 2009 e questo calo testimonierebbe l’efficacia delle nuove cure e dei sistemi di prevenzione. Detto questo, l’anno scorso, dicono sempre i dati dell’agenzia, l’Aids ha ucciso circa 2 milioni di persone in tutto il mondo. Bisogna continuare a combatterlo. E questa iniziativa mi sembra un ottimo modo per sensibilizzare anche e soprattutto i più giovani.

Lady Gaga morta? Nuova truffa su Facebook


La notizia della morte di Lady Gaga si è diffusa rapidamente all'inizio di questa settimana causando preoccupazione tra i fan di tutto il mondo. Tuttavia, questa notizia di febbraio 2014 è stata adesso confermata come una bufala totale e solo l'ultima di una serie di falsi scoop di morte di celebrità. Per fortuna, la cantante nota per brani come Born This Way, Poker Face o Just Dance, è viva e vegeta.

Una bufala sulla morte di Lady Gaga si diffonde su Facebook

Voci della presunta morte della cantante hanno iniziato a circolare con insistenza Sabato, dopo che una pagina di Facebook “R.I.P. Lady Gaga” ha attirato quasi un milione di “Mi Piace”. Coloro che hanno letto la pagina “Informazioni” potevano vedere un credibile resoconto della morte della cantante:

“Verso le 11:00 di mercoledì 26 febbraio 2014, la nostra amata Lady Gaga è scomparsa. Lady Gaga è nata il 28 marzo 1986 a New York. Ci mancherà, ma non sarà dimenticata. Si prega di mostrare la vostra simpatia e le condoglianze commentando e dando un mi piace a questa pagina”. Centinaia di fan hanno subito iniziato a scrivere i loro messaggi di cordoglio sulla pagina di Facebook, esprimendo la loro tristezza per il fatto che la talentuosa 27enne cantante, compositrice e musicista fosse morta. E come al solito, Twittersphere è stato preso d'assalto per la bufala della morte.

Mentre alcuni fan si sono fidati del messaggio, altri si sono subito dichiarati scettici su questa notizia, forse dopo aver appreso la lezione dalla enorme quantità di segnalazioni di morte falsi che stanno emergendo sulle celebrità negli ultimi mesi. Alcuni hanno sottolineato che la notizia non era stata riportata su nessuna grande rete americana, indicazione del fatto si trattava di una notizia falsa, in quanto la morte di una cantante della statura di Lady Gaga sarebbe dovuta apparire fra le notizie importanti su tutte le reti.

Un recente sondaggio condotto dal Celebrity Post mostra che una grande maggioranza (94%) degli intervistati pensa che le voci sulla morte di Lady Gaga non siano affatto divertenti. La bufala della morte di Lady Gaga è stato alla fine smentita in quanto la cantante è “viva e vegeta”

Giovedì scorsa (27 febbraio) i rappresentanti della cantante hanno confermato che Lady Gaga non è morta. “Lady Gaga si unisce alla lunga lista di celebrità che sono state vittime di questa bufala. È ancora viva e vegeta; smettetela di credere in quello che si leggete su Internet”, hanno detto.

Alcuni fan hanno espresso rabbia per la falsa notizia giudicandola irresponsabile, angosciante e dolorosa per i fan della cantante molto amata. Altri dicono che questo dimostra la sua estrema popolarità in tutto il mondo.


I truffatori di Facebook sono sempre pronti a inventarsi qualche notizia falsa sfruttando le celebrità. Lady Gaga è già stata usata in diverse occasioni, ma questa volta hanno davvero esagerato.

Su Facebook è infatti spuntato un link che dice: "Lady Gaga trovata morta in una camera d'albergo", seguito da un collegamento che propone un collegamento a BBC News. Come le truffe precedenti, anche questo link porta a una pagina di Facebook o a un sito web, ingannando l'utente che clicca sulla miniatura di quello che sembra un video ufficiale dell'emittente britannica, ma il video non arriverà mai.

L'obiettivo dei truffatori è quello di veicolare il traffico di utenti su altri siti internet, guadagnando denaro: una commissione per ogni sondaggio completato, un prodotto acquistato o un account compromesso. Possono inoltre usare i collegamenti per diffondere malware e ottenere informazioni personali. Se vedete una truffa del genere non cascateci, eliminate i link dalla vostra bacheca e contattate la sezione per la sicurezza di Facebook.


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giovedì 27 febbraio 2014

Significato dei Fiori



Meglio regalare un mazzo di rose o di orchidee? Per evitare qualche gaffe, vi illustriamo nell’articolo una guida completa sul significato dei fiori. Fa parte della curiosità di tutti noi il voler conoscere il segreto significato dei fiori per poter regalare ad ogni occasione il fiore perfetto ed evitare inguaribili gaffe. Il linguaggio dei fiori e la sua codificazione ha radici antiche, radici che fanno parte della nostra cultura e tradizione. Quello che vi proponiamo è una guida ragionata al linguaggio segreto dei fiori. Ecco dunque “Il linguaggio dei fiori: una guida per conoscere il vero significato dei fiori”.

A

Acacia: amore… platonico! Da usare quando non volete scoprirvi troppo. Agrifoglio: forza e resistenza. Alloro: trionfo. Ambrosia: amore corrisposto. Anemone: per la sua caducità simboleggia i sentimenti effimeri, il senso di abbandono e l’amore tradito, ma anche la speranza e l’attesa. Da regalare per dire: mi trascuri, torna da me. Non solo ad un amore ma anche ad un amico e un parente. Artemisia: serenità, felicità, salute. Da regalare per ringraziare di quello che ci viene donato ogni giorno. Azalea: simbolo cinese della femminilità e della temperanza, simboleggia anche la fortuna, un fiore da regalare prima di affrontare una prova importante.

B

Begonia: fai attenzione. Balsamina: fidanzamento. Da donare come se fosse un invito a sciogliere i dubbi. Biancospino: speranza, e prudenza. Si può regalare in attesa di una risposta positiva. Bocca di leone: indifferenza. Bucaneve: consolazione. Da donare per attestare la propria solidarietà.

C

Calendula: dispiacere, gelosia, pena d’amore. Cactus: durata. Camelia: sacrificio. È un pegno e un impegno ad affrontare ogni sacrificio in nome dell’amore. Camelia rossa: sei la fiamma nel mio cuore. Camelia bianca: sei adorabile. Ciclamino: rassegnazione e addio. Crisantemo: dolore

D

Dalia: riconoscenza, buon gusto, si dona solitamente per esprimere gratitudine.

E

Edera: fedeltà, amore esclusivo. Erica: solitudine.

F

Felce: sincerità. Fiordaliso: delicatezza e primo amore. Fiori d’arancio: verginità, fecondità, purezza e per i più coraggiosi richiesta di matrimonio. Fiori di ciliegio: buona educazione. Fiori di pesco: amore immortale.

G

Gardenia: sincerità. Se qualcuno pensa che abbiate mentito questo è il fiore giusto per dire la vostra. Garofano bianco: fedeltà. È il simbolo di un amore reciproco. Donatelo per dirle che è unico. Garofano rosso: rabbia, risentimento, ma anche energia. Gelsomino bianco: amabilità, affetto, è il fiore della timidezza da usare quando ci si vuole esporre ma non troppo. Gelsomino giallo: gentilezza, candore, eleganza e nobiltà. Geranio: stupidità, follia. Giacinto blu: costanza. Giacinto porpora: perdonami. Giacinto rosso o rosa: gioco. Giacinto giallo: gelosia. Giglio: purezza. Una leggenda narra che Maria abbia scelto Giuseppe tra tanti perché lo vide con un giglio in mano. Nel significato dei fiori oltre che rappresentare la purezza e la castità, significato che ancora permane, il giglio oggi simboleggia la nobiltà e la fierezza d’animo. È il fiore ideale da regalare ad una donna fiera, onesta e di classe, per dirle che la consideriamo una regina. Giglio giallo: nobiltà. Giglio rosa: vanità. Girasole: amore adorante, amore infelice.


I

Iperico: originalità. Iris: simboleggia la fede e la speranza ma anche la voglia di mandare un messaggio. Per comunicare che ci sono novità o buone notizie, per fare gli auguri, per chi sta per intraprendere qualcosa d’importante. Iris giallo: ardo di passione per te.

L

Lauro: gloria, trionfo, afrodisiaco. Lavanda: buona fortuna o diffidenza e distacco. Lillà bianco: purezza e verginità. Lillà giallo: sono fra le nuvole. Lillà tigre: orgoglio. Lillà della valle: tenerezza, umiltà.

M

Magnolia: nobiltà. Margherita: semplicità, innocenza, spontaneità, bontà, freschezza e purezza. Mimosa: innocenza, libertà, autonomia. Mughetto: verginità, civetteria.

N

Narciso: egotismo. Nontiscordardime: amore eterno e fedeltà perpetua.

O

Orchidea: sensualità, passione. Il fiore da regalare quando siete proprio sicuri che la vostra passione sia corrisposta. Nel linguaggio dei fiori l’orchidea significa “grazie per esserti concessa!”.

P

Palma: vittoria. Papavero rosa: serenità, vivacità. Papavero rosso: orgoglio. Passiflora: fede, religione. Primula: giovinezza, primo amore, speranza di rinnovamento.

R

Rododendro: primo amore. Rosa: la rosa meriterebbe un dizionario a parte. Ogni colore porta con sé un messaggio diverso. Importante però è conoscere il significato che le accomuna tutte. La rosa è il simbolo del segreto, delle cose da rivelare con delicatezza. La rosa, il cui bocciolo è ben nascosto dai petali, incarna anche la castità femminile mentre la rosa sbocciata rappresenta bellezza della gioventù. Rosa bianca: silenzio. Rosa canina: delicatezza e piacere ma anche sofferenza e dolore. Rosa gialla: gelosia. Rosa rosa: tenerezza. Rosa rossa: passione, vero amore.

T

Tulipano: non tutti lo sanno ma il fiore che rappresenta il vero amore è il tulipano, il fiore perfetto per una dichiarazione d’amore in piena regola. La leggenda popolare racconta che il fiore sia nato dal sangue di un giovane suicidatosi per amore. Perfetto per dire che amate e amerete per sempre. Tulipano rosso: dichiarazione d’amore. Tulipano giallo: c’è il sole nel tuo sorriso. Tulipano violetto: modestia.

V

Viola del pensiero: pensiero intenso e romantico, è adatta per essere donata agli anniversari. Violetta: umiltà e modestia.

ALTRI FIORI E SIGNIFICATI

ACACIA - AMORE PLATONICO - AMICIZIA
ACETOSELLA - GIOIA - TENEREZZA MATERNA
AGRIFOGLIO - PRUDENZA
AMARANTO - INDIFFERENZA
AMARYLLIS - FIEREZZA - BELLA, MA TIMIDA
ANEMONE - PREFERENZA - ABBANDONO - CANDORE - MALINCONIA
ANEMONE BIANCO - MALATTIA
AQUILEGIA - FOLLIA
ARBUTO - AMO SOLO TE
ARTEMISIA - SERENITA'
ASFODELO - RISPETTO E CORTESIA
ASPODELUS - MI DISPIACE
AZALEA - FORTUNA
BALSAMINA - APPROCCIO AL FIDANZAMENTO
BARDANA - NON MI TOCCARE
BIANCOSPINO - SPERANZA
BOCCIOLI DI MELO - PREFERENZA
BUCANEVE - CONSOLAZIONE, SPERANZA, NOVITA'
CALENDULA - DISPIACERE, DOLORE
CALLA - RAFFINATEZZA
CAMELIA - SACRIFICIO, PERFETTA BELLEZZA, GRATITUDINE
CAMPANULA - SOTTOMISSIONE, CORDOGLIO
CAPELVENERE - DISCREZIONE
CAPRIFOGLIO - DOLCEZZA D'INDOLE
CARDO DI SCOZIA - RIVALSA
CARDO SILVESTRE - MISANTROPIA
CAROTA SELVATICA - GAIEZZA
CELIDONIA MINORE - FELICITA' IN ARRIVO
CLEMATIDE - ARTIFICIO, BELLEZZA INTELlETTUALE
CORONA IMPERIALE - MAESTA' E POTERE
CRESCIONE DEI PRATI - ERRORE PATERNO
CRISANTEMO - DOLORE, IO AMO, CUORE SCONSOLATO
DALIA - RICONOSCENZA - GRATITUDINE - DIGNITA' ED ELEGANZA
DATURA - IPOCRISIA
DIGITALE - INSINCERITA'
EDERA - TENEREZZA - PERENNE FEDELTA'
ELIOTROPO - VOLUTTA'
ELLEBORO FETIDO - SCANDALO , CALUNNIA
EPILOBIO MAGGIORE - PRETESA
ERBA CIMICINA - DEVOZIONE INCONTROLLABILE
ERICA - SOLITUDINE
EUPATORIA - GRATITUDINE
FARFERUGINE - DESIDERIO DI RICCHEZZA
FIOR CUCULO - INGEGNO
FIORDALISO - DELICATEZZA, SENSIBILITA'
FIOR DI CAPPUCCIO - LEGGEREZZA
FIOR D'ARANCIO - RICHIESTA DI MATRIMONIO
FIOR DI PESCO - COMPIACENZA
FRESIA - AMORE PLATONICO
FRITILLARIA TENELLA - PERSECUZIONE
FUCSIA - FRUGALITA'
GARDENIA - SINCERITA'
GAROFANO BIANCO - FEDELTA'
GAROFANO ROSSO - ORRORE
GAROFANO GIALLO - SDEGNO
GAROFANO ROSEO - SENSAZIONE
GELSOMINO - TIMIDEZZA - AMABILITA'
GELSOMINO GIALLO - GRAZIA - ELEGANZA
GENZIANA - SEI INGIUSTO
GERANIO - SCIOCCHEZZA
GERANIO - LIMONCINO - CAPRICCIO
GERANIO ROSATO - LANGUIDEZZA
GIACINTO - BENEVOLENZA - COSTANZA
GIACINTO DI BOSCO - COSTANZA
GIGLIO - GRANDEZZA - PUREZZA
GINESTRA - PULIZIA
GIRASOLE - ALLEGRIA
GIUNCHIGLIA - DESIDERIO
GLADIOLO - RISPETTO
GLICINE - AMICIZIA DISINTERESSATA
GHIRLANDA DI FIORI - CATENA D'AMORE
IBISCUS - CORTEGGIAMENTO - BELLEZZA DELICATA
IRIS - BUONA NOVELLA
KOCKIA - DICHIARAZIONE DI GUERRA
LAPPIO - PUERILITA', INGRATITUDINE
LAVANDA - DIFFIDENZA
LILIUM - AMICIZIA
LILLA' BIANCO - EMOZIONI D'AMORE
LINARIA - PRESUNZIONE
LOTO - AMMIRAZIONE
MADRESELVA - VINCOLI D'AMORE
MAGNOLIA - BELLEZZA SUPERBA
MAGNOLIA BICOLORE - PUDORE
MALVA - MITEZZA
MALVAROSA - AMBIZIONE FEMMINILE
MALVONE - FECONDITA'
MARGHERITINO - LEGGEREZZA - FATUITA'
MARGHERITA - SEMPLICITA' , PAZIENZA
MILLEFOGLIE - GUERRA
MIMOSA - SENSIBILITA'
MIRTO FIORITO - AMORE TRADITO
MYOSOTIS - RICORDO
MUGHETTO - FELICITA' RITROVATA - PORTAFORTUNA
NARCISO - AMORE PIACENTE, AMOR DI SE'
NASTURZIO - AMOR DI PATRIA
NINFEA - PUREZZA DI CUORE
NON TI SCORDAR DI ME - AMORE SINCERO
ORCHIDEA - PASSIONE, ELEGANZA (se è del genere phalaenopsis)
ORTENSIA - FREDDEZZA
PAPAVERO - LENTEZZA - DUBBIO - SORPRESA
PAPAVERO ROSSO - ORGOGLIO
PASSIFLORA - FEDELTA'
PEONIA - VERGOGNA E IMBARAZZO
PERVINCA - DOLCE RICORDO, AMICIZIA D'INFANZIA
PHLOX - INTESA
PIANELLE DELLA MADONNA - BELLEZZA CAPRICCIOSA
PRATOLINA - CONTRACCAMBIO DI SENTIMENTI, INNOCENZA
PRIMULA - CREDULITA' E SPERANZA, PRIMA GIOVINEZZA
PRIMULA ODORATA - MALINCONIA, GRAZIA SEDUCENTE
PULSATILLA - NON HAI NESSUN DIRITTO
RESEDIA - DOLCEZZA - GODIMENTO
ROSA BIANCA - SILENZIO - PUREZZA D'INTENZIONI
ROSA CANINA - PIACERE E DOLORE
ROSA GIALLA - INFEDELTA' - VERGOGNA - INVIDIA - RISENTIMENTO
ROSA ROSA - FRESCHEZZA - TENEREZZA - DELICATEZZA - GIOVENTU'
ROSA ROSSA - PASSIONE - SENTIMENTI FORTI E PROFONDI
SALVIA SPLENDENS - STIMA
SENSITIVA - STIMA - SENSIBILITA'
SIGILLO DI SALOMONE - OCCULTAMENTO DISCREZIONE
STELLA DI NATALE - BUONA FORTUNA
STELLARIA MAGGIORE - RIFLESSIONE - STERLITIZIA - TURBAMENTO
TANACETO - TI DICHIARO GUERRA
TARASSACO - PROFEZIA FEDELTA'
TASSO BARBASSO - SOLLIEVO
TRIFOGLIO - LABORIOSITA'
TUBEROSA - INDIFFERENZA - RICHIESTA ILLECITA
TULIPANO - ONESTA' - MESSAGGIO D'AMORE
ULMARIA - VANITA' INUTILITA'
VERONICA - FEDELTA' FEMMINILE
VILUCCHIO - VALORE, OSTINAZIONE
VIOLA DEL PENSIERO - SEI SEMPRE NEL MIO PENSIERO
VIOLA MAMMOLA - PUDORE E MODESTIA
VIOLACIOCCA - FEDELTA' NELLE AVVERSITA'
VIOLACCIOCCA GIALLA - SDEGNO
VIOLETTA - MODESTIA
VIOLETTA AFRICANA ILLUMINA IL MIO CAMMINO
VISCHIO - VITTORIA
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lunedì 24 febbraio 2014

Le Vecchie Lire Valgono un Tesoro





Le vecchie lire sono ormai un ricordo e per alcuni delle perfette sconosciute, ma chi le avesse volute conservare per ricordo potrebbe possedere oggi una piccola fortuna. Si tratta di monete rimaste intatte dal passare del tempo e senza graffi. Le 100 lire coniate dell’anno 1955 e le 50 lire dell’anno 1958 sono una cara rarità. Le prime non sono particolarmente rare (ne furono tirate circa 8,6 milioni). Tuttavia gli esemplari appunto “in fior di conio” possono veder schizzare il prezzo fino a 1.200 euro.

Ci sono poi le 10 lire dell’anno 1954, coniate in oltre 95 milioni di esemplari, valgono 70 euro ognuna al massimo. Le 5 lire del 1956 sono, invece, più rare: ne furono messi in circolazione 400mila esemplari e possono valere un minimo di 50 e un massimo di 1.500 euro.

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domenica 23 febbraio 2014

Ragazza Lapidata Perchè Aveva Facebook


Ragazza lapidata in Siria perchè aveva facebook.
Le persone che l'Occidente sostiene senza vergogna in Siria hanno commesso una nuova incredibile crudeltà. Una giovane ragazza è stata condannata a morte da un "tribunale islamico", per il reato di possesso di un account facebook. La " corte sezione "di Al-Reqqa ha considerato immorale il comportamento della ragazza, che i media locali hanno indicato come Fatoum Al-Jassem, senza indicare l'età e condannata a morte come un adultera.

NOTIZIA DALLA RETE 
NON SO SE E' VERA 
MA LA POSTO


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IL PIANO INTUITIVO


IL PIANO INTUITIVO

Lo strumento dell’intuito è per noi il quarto campo di confronto con la manifestazione DIVINA, il quarto piano di espressione delle nostre sfere di esistenza e il quarto strumento di sperimentazione della nostra Olospiritualità.

Lo strumento dell’intuito è collegato con il regno Umano. Le sue energie sono gestibili a livello del quarto chakra e del corpo astrale.

I primi tre piani sono piani di sperimentazione e di gestione della dualità materiale nella quale viviamo con il culmine nel “mentale” e l’illusione dell’onnipotenza dell’Io. I quattro piani successivi dovrebbero essere chiamati “piani del non fare” perché con loro saremo portati a distaccarci dalle illusioni, a rinunciare alla dualità e a liberarci dall’illusione di essere in grado di gestire la nostra vita e di decidere del suo andamento.

Con lo strumento intuitivo l’Uomo comincia a uscire dalla negazione della dualità e dall’identificazione con l’Io apparentemente rassicuranti. Il pensiero che lo formula è analogico-intuitivo-reticolare. Ricordiamo che l’analogia è un pensiero verticale che mette in evidenza la simultaneità e la sincronicità di fenomeni che in apparenza non hanno nulla in comune; l’intuizione è la capacità, stimolata dalla spinta dello Spirito, di percepire l’essenza delle cose, le informazioni contenute nel fenomeno stesso che si sta sperimentando; e reticolare, cioè a rete neuronale, è la struttura del cervello e dell’universo e quindi il vero modello di pensiero in cui ogni cosa è collegata a tutte la altre.

Senza che lo sapessimo l’intuito è per molti il motore della vita. L’animale reagisce per istinto, l’Uomo possiede in più questa facoltà di presentire l’esistenza di qualcos’altro. L’intuito influenza il suo divenire in una misura maggiore del semplice istinto di sopravvivenza fisica, della pulsione emotiva e della razionalità mentale. Senza l’intuizione non ci sarebbero stati progressi scientifici, scoperte d’altre terre; senza l’intuito non ci sarebbe “evoluzione”. Per mezzo dell’intuito, il nostro Spirito ci chiama e ci guida e noi andiamo verso di Lui.

L’Intuito ci mette in contatto con il senso profondo del nostro Destino. E’ la sveglia che suona, ancora troppo lontana dalle nostre orecchie; la sentiamo si e no; ci attira ma la temiamo; sappiamo di doverci svegliare ma tendiamo a poltrire nei vecchi lenzuoli in cui dormiamo male ma che riconosciamo per il loro vecchio odore famigliare.

Con questo strumento cominciamo a percepire l’intrinseca dualità orizzontale della vita materializzata e scopriamo l’esistenza dell’altra dualità, quella verticale.

E’ per l’Uomo molto difficile lasciarsi andare all’ascolto di ciò che l’Intuito gli propone di sperimentare. Il pensiero logico-razionale-lineare ci nega la possibilità di giungere a una risposta complessiva sulla natura della vita. Ma questa negazione è relativa all’uso dello strumento mentale.

Il piano intuitivo è quello in cui cominciamo a sviluppare l’osservatore e l’ascolto di ciò che ci è ignoto. Con esso cominceremo a percepire quanto è inutile fare delle domande, inutile indagare, inutili analizzare. E’ tempo di lasciare la nostra mente scivolare fuori dalla sua razionalità lineare. Tutte le risposte sono lì, a portata di mano o piuttosto di “mente aperta”, già esistente da sempre e da sempre esse aspettano di essere ascoltate.

Con il mentale siamo arrivati allo stallo, abbiamo scoperto, o stiamo scoprendo, che non è possibile ampliare indefinitamente le nostre conoscenze su tutto ciò che esiste nel mondo materiale, non possiamo specializzarci in tutti i campi e quindi, per raggiungere una percezione più ampia della realtà, dobbiamo passare a un’altro sistema di percezione e di comprensione. La capacità conoscitivo-mentale a disposizione dell’Uomo è limitata e diventa evidente la necessità di cambiare marcia, di accedere a un nuovo e più potente mezzo di comprensione e di partecipazione all’Universale.

Il mentale, facoltà logico-razionale-lineare basata sulle esperienze passate e su una logica meccanicistica, e quindi su una visione limitata della falsa realtà materiale, sta finalmente mostrando la sua vera natura: per quanto potente possa essere relativamente agli strumenti fisici ed emotivi, esso si chiude su se stesso e impedisce la percezione di qualcosa di più vasto. Con il mentale abbiamo rimescolati migliaia di volte gli stessi concetti e ci siamo sempre ritrovati al punto di partenza. Finalmente ci arrendiamo di fronte alla scoperta di questo infernale circolo. Chi non lo fa impazzisce.

Tuttavia arrendersi non vuol dire subire la schiavitù. Schiavo è solo colui che non accetta l’evidenza della sua limitata posizione, della sua limitata percezione perché ignorando o negando le proprie limitatezze le si subisce: esse ci dominano. L’unica soluzione è quella di rinunciare alla sapienza, rinunciare a sapere di sapere!

Ciononostante il mentale, una volta svelati tutti i suoi inganni, ci rivela la sua vera utilità. Di tutto quello che avremo sperimentato con la mente logico-razionale, ciò che rimarrà sarà la potenza della “Pura Logica”. Essa si distingue dalla falsa logica in quanto i suoi ragionamenti sono perfettamente “coerenti, consequenziali e omogenei” con il concetto di “Spirito incarnato nell’apparente molteplicità spaziotemporale dell’ASSOLUTO-UNO-ETERNO”.

Il piano intuitivo corrisponde al regno Umano. In nessuna manifestazione dell’ASSOLUTO più che nell’Uomo si incontrano e si intersecano gli aspetti cristallizzati e quelli sottili dello SPIRITO DIVINO.

Nella Psicologia Spirituale viene riconosciuto all’Uomo il compito, o ruolo, di fare da ponte fra la materia e lo Spirito. I piani fisici, emotivo e mentale tendono a materializzare, a concretizzare l’energia DIVINA mentre quelli del Distacco, della Libertà e del Silenzio la smaterializzano. Tutto questo, ricordiamolo, non dipende dalla volontà dell’Uomo ma fa parte della NATURA stessa dell’ASSOLUTO.

Non è perché è il ponte che l’Uomo deve stimarsi superiore agli altri regni e pensare che potrebbe benissimo farne a meno. Questo atteggiamento lo farebbe cadere in un estremismo che lo allontanerebbe dall’Unità e quindi dalla REALIZZAZIONE FINALE. La via maestra della liberazione non è quella del raggiungimento di una sempre maggiore bontà ma quella di imparare a mantenere uno stato di dolce e serena neutralità tra ribellione e sottomissione, e più generalmente uno stato di equilibrio e di consapevole distacco di fronte agli innumerevoli aspetti della dualità. Questa stabilità porterà automaticamente l’Uomo a “essere” Amorevole e Saggio.

L’“Amorevolezza” e la “Saggezza” non possono opporsi alla conflittualità “combattendola”. L’“Amorevolezza” e la “Saggezza” accolgono la conflittualità con comprensione e gli fanno dolcemente prospettare la bellezza e la gioia della partecipazione all’Integrità dell’Interezza, all’Armonia Universale.

Con questo non intendiamo che l’Uomo debba tornare allo stato primitivo, uno stato di non conoscenza. Non gli si chiede di rinunciare alla sua capacità logica razionale. Se l’ASSOLUTO ci ha proposto un’evoluzione relativa, nel senso di una relativa cultura e civilizzazione quale la troviamo nei paesi industrialmente sviluppati, è perché questa è necessaria alla sperimentazione delle nostre Anime: è una delle tante tappe dello sviluppo della consapevolezza per farla diventare COSCIENZA UNIVERSALE. Quindi, dopo aver provato e riconosciuto la potenza ingannatrice della materia, delle emozioni e della mente logico-razionale, esperienze “indispensabili” alla propria e comune evoluzione, è ragionevole pensare che l’Uomo debba permettersi di andare oltre quello che oggi sa. Non deve rinnegare il suo passato né la sua ridotta consapevolezza di ieri, ma deve, per poter andare avanti, riconoscere gli strumenti per quello che sono e identificarvici solo per il tempo e nella misura strettamente necessari alla sperimentazione degli aspetti dell’ASSOLUTO che questi gli possono permettere di sperimentare.

Su questo piano scopriremo che il pensiero analogico- intuitivo- reticolare possiede una sua logica molto profonda e sottile, e quindi che non dobbiamo rinnegare il pensiero logico-razionale-lineare ma che dobbiamo permetterci di sublimarlo e di portarlo, trasmutato, sul piano successivo.

Attraverso il piano intuitivo, l’Uomo scopre e sperimenta la dimensione analogica-reticolare della manifestazione Divina. Tuttavia questa scoperta non è senza dolorose conseguenze perché la comprensione di essere vissuto sotto il giogo dell’illusione non libera immediatamente dalla sua schiavitù.

La presa di coscienza della dualità non ci libera dai suoi effetti.

La presa di coscienza è un primo passo verso la liberazione ma il cammino è ancora lungo.

Possiamo ora ricordare il già citato concetto del filosofo Kaushik:

“E’ il pensiero a creare il pensatore e a mantenere il conflitto tra pensiero e pensatore”.

Questa è la scoperta alla quale ci porta l’intuito. Il nostro pensiero aveva perso la facoltà di rimanere identificato con la sua Natura-dimensione Olospirituale e, bersagliato da continue e contraddittorie richieste di comportamento, richieste promosse dagli innumerevoli aspetti dell’Io, ha creato un grandissimo numero di personalità che, ora che esistono, l’una dopo l’altra, rivendicano il diritto di esistere e di manifestarsi. Identificandoci di volta in volta con l’Io che si manifesta, il pensiero non riesce a ricreare la sua unità e mantiene vivo il pensatore che si crede così essere all’origine del pensiero. Dalla sofferta presa di coscienza di tale conflittualità dobbiamo passare alla distaccata osservazione di questo attuale stato dell’umanità. La lotta redentrice appartiene al piano successivo, quello del Distacco. Dalla presa di coscienza della conflittualità comincia il confronto con essa (e quindi con l’inafferrabile instabilità della personalità) e la sua Amorevole accettazione. Questa scoperta crea inizialmente maggiore incertezza, travaglio e sofferenza perché tentiamo di risolvere il nostro problema esistenziale con la volontà.

Il “voglio” e il “devo” sono strumenti di crescita che portano solo disillusione e sofferenza perché pretendono un’immediatezza che la vita dimostra impossibile da attuare. La forza di volontà, quella a denti stretti del “voglio” e del “devo”, è troppo radicata in noi e l’abbiamo lasciata prosperare per troppo tempo per poter liberarsene così facilmente. I “voglio” e i “devo cambiare” si svelano nel tempo impossibili da attuare. Ogni volta che ci siamo prefissi un conseguimento per mezzo della forza di volontà, abbiamo subito una drastica mortificazione. A volte l’illusione di farcela può durare a lungo, ma prima o poi scopriamo, a nostre spese, che risulta impossibile mantenere un controllo su di noi e sulle nostre emozioni. La scoperta della dualità insita nella psiche e nel corpo non deve portare al desiderio di cancellarla. Prima di venire superata, la dualità deve essere riconosciuta e amata per quello che è: un Sacro strumento di evoluzione.

L’approccio autoterapeutico sarà quindi quello della distaccata osservazione della dualità. L’Intuito va a sua volta in qualche modo “educato”. Ma ciò deve succedere senza usare la volontà coercitiva. Non dobbiamo più tentare di agire sul risultato scontato delle nostre azioni ma sulla loro fonte: l’identificazione con la dualità. Finché non avremo fiducia nelle nostre intuizioni avremo percezioni sbagliate. Quindi tocca proprio a noi fare un atto di fede e sviluppare la fiducia anche se, inizialmente, i fatti continueranno a dimostrarci la nostra incapacità di rimanere stabilmente nello stato di fiducia.

Questo “travaglio” non è nuovo per noi, lo abbiamo vissuto in ogni periodo di trasformazione, di superamento, quando una parte di noi si è svegliata a un piano superiore. La comparsa di un nuovo strumento non cancella l’esistenza degli altri. Al contrario, l’apparizione di un nuovo strumento viene a modificare la nostra capacità di osservare e di rivalutare quelli precedentemente importantissimi per noi e nei quali eravamo erroneamente identificati. Nessuno degli Uomini che vivono coscientemente la loro dimensione intuitiva o del distacco ha superato la forza attrattiva del piano materiale, di quello emotivo e di quello mentale-razionale e in questo fatto risiede la sofferenza di queste stadi della crescita: si è tra due mondi ciascuno dei quali ha la propria attrattiva, il vecchio e il nuovo.

L’Uomo risvegliato sarà libero solo quando raggiungerà i piani della Libertà e del Silenzio. Prima di ciò esistono ancora desideri, emozioni e bisogni di inquadrare razionalmente il vissuto e il suoi significati. In questo risiede la pluralità degli aspetti della dualità. Ma i desideri, le emozioni e le riflessioni non hanno più la stessa natura, o piuttosto lo stesso potere insidioso, che avevano in precedenza. Le subiamo per tempi sempre più brevi e le sofferenze che ci infliggono sono sempre più gestibili e di impatto sempre meno profondo.

Possiamo anche dire che non ci sarebbe stata “evoluzione” senza la personale verifica della limitatezza di ogni strumento. E’ evidente che l’esperienza degli altri non ci può servire come mezzo di crescita, almeno finché non avremo superato la “paura” del diverso perché, una volta raggiunto questo stadio, accogliendo e partecipando alle altrui esperienze, potremo nutricene assimilando così “consapevolezze” che non avremo più bisogno di sperimentare personalmente.

Inutili arrabbiarci o dispiacerci quando gli altri, compagni e figli compresi, non sanno approfittare dei nostri consigli per non cadere nelle stesse trappole in cui eravamo andati a finire. Dobbiamo sviluppare in noi la fiducia nelle loro capacità di affrontare e superare ciò che hanno da sperimentare; nessuno può farlo in vece loro.

Dobbiamo aiutarli a sviluppare la fiducia in loro stessi e nelle loro innate capacità di affrontare ciò che il loro destino propone.

E’ sicuro! Non è facile permetterci e permettere agli altri di andare a sbattere contro i muri dell’ignoranza erti di punte affilatissime (illusioni) perché non siamo certo disposti a patire o lasciare soffrire quelli che amiamo. Ma raramente un beneficio immediato rimane tale a lungo andare. Quasi sempre, la fretta di assaporare un piacere o una vittoria porta alla costruzione di un futuro instabile e coercitivo. Non si tratta di essere masochisti, la sofferenza non è assolutamente una necessità evolutiva e alzo forte la voce per dire ch’essa non è assolutamente gradita all’ASSOLUTO.

Affermo con insistenza che la sofferenza è solo ed esclusivamente l’effetto della nostra “resistenza” al giusto e spontaneo fluire del nostro destino.

Che nessuno si permetta di interpretare le mie parole come un incoraggiamento al “menefreghismo” o al sopruso. La “non sofferenza” non risiede nel “non fare nulla”, nel “non affrontare” le nostre responsabilità, nel “rubacchiare” a destra e a sinistra ciò che desideriamo; la “non sofferenza” risiede nel “come” si fanno le cose, “come” affrontiamo le nostre responsabilità, “come” acquisiamo ciò che ci serve. La “non sofferenza” risiede nell’amorevole intenzione di non ferire, di non ostacolare, di non criticare, di non giudicare.

I problemi non esistono.

Abbiamo solo da risolvere dei compiti evolutivi, vivere delle esperienze perfettamente adeguate a portarci alla consapevolezza che dobbiamo e possiamo oggi acquisire. I problemi nascono dalla nostra indolenza ad affrontare immediatamente i compiti, o piuttosto le “Opportunità” proposti dal Destino, dalla nostra convinzione di non essere all’altezza di questi o dalla speranza che qualcun’altro ci pensi per noi. Più rimandiamo il momento di far fronte a ciò che ci serve, più le esperienze di vita ci sembrano grandi e insormontabili. Col passare del tempo la convinzione della nostra incapacità cresce.

E’ probabilmente la paura della sofferenza provocata dalla “presa di coscienza” a tenerci lontano dalla nostra salvezza. Ma finché non troveremo il coraggio di attraversare il mare tempestoso del distacco non potremo raggiungere l’altra sponda, quella della serena e gioiosa consapevolezza.

Energeticamente questo fenomeno viene spiegato attraverso il concetto degli aggregati. Come abbiamo descritto in precedenza, ciò che esiste possiede una propria forza di coesione. Essa cresce proporzionalmente alla quantità di energia accumulata dai nostri pensieri, alla natura più o meno positiva di questi e al tempo impegnato a pensare in quel modo. Quindi, più abbiamo potenziato uno strumento, più grande è diventata la sua forza di coesione. Più a lungo ci saremo identificati con un aspetto della nostra personalità, più sarà difficile liberarcene.

In questo risiede la tormentosa sofferenza di chi aspira, attraverso lo strumento del Distacco, a superare se stesso. Lo stesso tentativo di liberazione rappresenta un pericolo mortale per ciò che vogliamo “superare”. Automaticamente questa parte di noi si ribella e ci trascina indietro. Per arginare questa difficoltà si tende a combattere una tendenza con il suo opposto e cioè si combatte il razionale con l’irrazionale e viceversa. La storia dell’umanità è costellata di situazioni simili che si possono identificare come l’alternanza di cicli solare e lunare; di domini maschili e femminili. Le civilizzazioni patriarcali sono quelle in cui l’umanità sperimenta la forza fisica e la razionalità. Quelle matriarcali, dominate dalle donne, sperimentano l’emotività e l’intuitività. Ma non sarà così per sempre perché vediamo, già con lo strumento intuitivo, che l’essere umano si avvicina dalla comprensione dell’uguaglianza fra i valori maschili e femminili. Tutta l’esperienza evolutiva, attraverso la condivisione del “sentire” con tutti i “diversi”, porterà all’Unione di tutti gli Aspetti dell’ASSOLUTO in ciascuno di noi.

Con gli strumenti del Distacco e della Libertà la disparità tra maschile e femminile scomparirà e le nostre società non avranno più la necessità di alternare gli estremi.

L’Intuito, anche se non risolve questa lotta, per lo meno ce ne fa prendere coscienza. Il piano intuitivo, quindi, che nella nostra ricerca della stabile felicità opponiamo a quello mentale per liberarci dalla pressione della razionalità, può essere considerato un piano irrazionale. In realtà la sua logica, del tutto diversa da quella lineare poiché reticolare, risulterà molto più efficace e benefica.

A livello descrittivo della struttura del nucleo psico-spirituale, possiamo immaginare che i filtri interposti fra il conscio e l’inconscio vengano progressivamente rimossi (in senso meccanico). Per questo fatto il conscio necessita di sempre meno razionale sicurezza (punti saldi) e l’Intuito -voce dello Spirito- si esprime con sempre maggiore frequenza e maggiore sicurezza spirituale.

A questo punto dell’evoluzione il centro dell’individualità comincia a espandersi dal conscio mentale verso l’intuitivo coprendo sempre maggiori aspetti del nostro essere. La nostra consapevolezza non si ritira dai piani precedenti ma li tinge di una nuova luce che ci porterà a rivalutare tutte le nostre passate conoscenze.

Dal piano intuitivo in poi le influenze esterne non sono più percepite come negative o limitative ma esclusivamente come opportunità evolutive. Diventa sempre più facile non opporsi a ciò che propone la vita e, come spesso ancora succede, se il nostro “istinto” ci spinge a reagire violentemente contro queste proposte, la nostra capacità di operare la trasmutazione Alchemica della situazione comincia a farsi più potente e rapida. Ma siamo solo all’inizio della presa di coscienza, della via di liberazione dall’illusione nella quale siamo vissuti molto a lungo. La gestione delle nuove informazioni, l’allenamento del neutrale osservatore e della capacità alchemica richiederanno un enorme, anche se dovrà essere morbidissimo, lavoro. Tuttavia l’Essere nascente attinge sempre meno ai nutrimenti fisici, emotivi e mentali perché è oramai consapevole della loro pericolosità. Certo, non riusciremo a convincere facilmente i nostri istinti inferiori a liberarsi dalle illusioni e dalla nocività delle loro precedenti identificazioni. Anni, se non secoli, di aspettative di appagamento rivolte verso di loro richiederanno un lungo e faticoso lavoro di amorevole convincimento per portale, insieme a noi, a una consapevolezza superiore.

Per fortuna il tempo necessario a questa profonda pulizia non è uguale a quello che abbiamo impegnato a sporcarci. Spiegheremo, nel capitolo “Piani di connessione degli strumenti di espressione” che i tempi di evoluzione sono esponenziali e che, a mano a mano che si accresce la nostra consapevolezza, abbiamo bisogno di un tempo sempre minore per acquisire sempre maggiore coscienza.

Tornando un attimo al concetto dei cibi, il nostro piano intuitivo ha bisogno pure lui di nutrimento. Non gli basta più l’energia di bassa frequenza dei tre primi piani ma, malgrado il fatto che già si rivolge verso le energie più sottili, non è ancora al riparo dall’inganno. L’assorbimento di energie di alte frequenze è imperioso ma finché non avremo superato il piano del Distacco rimarremo a rischio di crogiolarci nelle aspettative passate.

Lucien Bruchon



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domenica 16 febbraio 2014

l’Auto Blu del Premier Ha il Numero di Satana “666″


l’Auto Blu del Premier Ha il Numero di Satana “666″

La Lancia Flavia, l’auto istituzionale acquistata del Ministero degli Interni, che accompagna il premier e che e’ gia stata utilizzata da Monti e Letta, e’ targata SA 666 JA. Su richiesta del Il Ministero dell’ Interno con una istanza presentata agli uffici della Motorizzazione Civile di Roma.
a breve sarà sostituita la targa SA 666 JA.

La piastra con il “marchio della Bestia” è stato registrato nel 2011 e finora non aveva sollevato alcuna lamentela. Ma il numero della targa può offendere i sentimenti di alcune persone; “Matteo e’ molto superstizioso e su quell’auto non metterebbe mai piede“, fanno notare dall’entourage di Matteo Renzi. La targa sarà sostituita appena saranno espletate le normali procedure per il cambio di targa.

Secondo alcuni biblisti, inizialmente il numero della Bestia era il numero 616, ma a causa dei molti errori dei copisti della Scrittura divenne 666. Per gli psicologici si tratta di trihexafobia) qesta fobia è causato dalla fede, infatti nelle Sacre Scritture (Apocalisse versetto 13:18), si afferma che il numero 666 è il numero del marchio della bestia, e quindi è legata a Satana o l’Anticristo. La fobia è diventata popolare anche tra i non credenti di fede cristiana, e ancor più popolare grazie alla sua presenza in diversi film horror e romanzi.


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lunedì 10 febbraio 2014

ROCKEFELLER SI FA L'ARCA DI NOE'



Nella gelida isola di Spitsbergen, desolato arcipelago delle Svalbard (mare di Barents, un migliaio di chilometri dal Polo) è in via di febbrile completamento la superbanca delle sementi, destinata a contenere i semi di tre milioni di varietà di piante di tutto il mondo.

Una «banca» scavata nel granito, chiusa da due portelloni a prova di bomba con sensori rivelatori di movimento, speciali bocche di aerazione, muraglie di cemento armato spesse un metro.

La fortificazione sorge presso il minuscolo agglomerato di Longyearbyen, dove ogni estraneo che arrivi è subito notato; del resto, l’isola è quasi deserta. Essa servirà, fa sapere il governo norvegese titolare dell’arcipelago, a «conservare per il futuro la biodiversità agricola». Per la pubblicità, è «l’arca dell’Apocalisse» prossima ventura.

Il fatto è che il finanziatore principale di questa arca delle sementi è la Fondazione Rockefeller , insieme a Monsanto e Syngenta (i due colossi del geneticamente modificato), la Pioneer Hi-Bred che studia OGM per la multinazionale chimica DuPont; gruppo interessante a cui s’è recentemente unito Bill Gates, l’uomo più ricco della storia universale, attraverso la sua fondazione caritativa Bill & Melinda Gates Foundation.

Questa dà al progetto 30 milioni di dollari l’anno.

Ce ne informa l’ottimo William Engdahl (1) che ragiona: quella gente non butta soldi in pure utopie umanitarie. Che futuro si aspettano per creare una banca di sementi del genere?

Di banche di sementi ne esistono almeno un migliaio in giro per le università del mondo: che futuro avranno? La Rockefeller Foundation , ci ricorda Engdahl, è la stessa che negli anni ’70 finanziò con 100 milioni di dollari di allora la prima idea di «rivoluzione agricola genetica».

Fu un grande lavoro che cominciò con la creazione dell’Agricolture Development Council (emanazione della Rockefeller Foundation), e poi dell’International Rice Research Institute (IRRI) nelle Filippine (cui partecipò la Fondazione Ford ).

Nel 1991 questo centro di studi sul riso si coniugò con il messicano (ma sempre dei Rockefeller) International Maize and Wheat Improvement Center, poi con un centro analogo per l’agricoltura tropicale (IITA, sede in Nigeria, dollari Rockefeller).

Questi infine formarono il CGIAR, Consultative Group on International Agricolture Research.

In varie riunioni internazionali di esperti e politici tenuti nel centro conferenze della Rockefeller Foundation a Bellagio, il CGIAR fece in modo di attrarre nel suo gioco la FAO (l’ente ONU per cibo e agricoltura), la Banca Mondiale (allora capeggiata da Robert McNamara) e lo UN Development Program. La CGIAR invitò, ospitò e istruì generazioni di scienziati agricoli, specie del Terzo Mondo, sulle meraviglie del moderno agribusiness e sulla nascente industria dei semi geneticamente modificati.

Questi portarono il verbo nei loro Paesi, costituendo una rete di influenza straordinaria per la penetrazione dell’agribusiness Monsanto.

«Con un oculato effetto-leva dei fondi inizialmente investiti», scrive Engdahl, «negli anni ’70 la Rockefeller Foundation si mise nella posizione di plasmare la politica agricola mondiale. E l’ha plasmata».

Tutto nel nome della scientificità umanitaria («la fame nel mondo») e di una nuova agricoltura adatta al mercato libero globale.


La genetica è una vecchia fissa dei Rockefeller: fino dagli anni ’30, quando si chiamava «eugenetica», ed era studiata molto nei laboratori tedeschi come ricerca sulla purezza razziale.

La Rockefeller Foundation finanziò generosamente quegli scienziati, molti dei quali dopo la caduta di Hitler furono portati in USA dove continuarono a studiare e sperimentare.

La mappatura del gene, la sequenza del genoma umano, l’ingegneria genetica da cui Pannella e i suoi coristi si aspettano mirabolanti cure per i mali dell’uomo – insieme agli OGM brevettati da Monsanto, Syngenta ed altri giganti – sono i risultati di quelle ricerche ed esperimenti. Nel 1946, del resto, Nelson Rockefeller lanciò la parola d’ordine propagandistica «Rivoluzione Verde» dal Messico, un viaggio nel quale lo accompagnava Henry Wallace, che era stato ministro dell’Agricoltura sotto Roosevelt, e si preparava a fondare la già citata Pioneer Hi-Bred Seed Company. Norman Borlaug, l’agro-scienziato acclamato padre della Rivoluzione Verde con un Nobel per la pace, lavorava per i Rockefeller.

Lo scopo proclamato: vincere la fame del mondo, in India, in Messico.

Ma davvero Rockefeller spende soldi per l’umanità sofferente?

La chiave è nella frase che Henry Kissinger pronunciò negli anni ’70, mentre nasceva la CGIAR : «Chi controlla il petrolio controlla il Paese; chi controlla il cibo, controlla la popolazione».

Il petrolio, i Rockefeller lo controllavano già con la Standard Oil , guida del cartello petrolifero mondiale. Oggi sappiamo che Rivoluzione Verde era il sinonimo pubblicitario per OGM, e il suo vero esito è stato quello di sottrarre la produzione agricola familiare ed assoggettare i contadini, specie del Terzo Mondo, agli interessi di tre o quattro colossi dell’agribusiness euro-americano.

In pratica, ciò avvenne attraverso la raccomandazione e diffusione di nuovi «ibridi-miracolo» che davano raccolti «favolosi», preparati nei laboratori dei giganti multinazionali.

I semi ibridi hanno un carattere commercialmente interessante per il business: non si riproducono o si riproducono poco, obbligando i contadini a comprare ogni anno nuove sementi, anziché usare (come fatto da millenni) parte del loro raccolto per la nuova semina.

Quei semi erano stati brevettati, e costavano parecchio.

Sono praticamente un monopolio della Dekalb (Monsanto) e della Pioneer Hi-Bred (DuPont), le stesse aziende all’avanguardia negli OGM.

La relativa autosufficienza e sostenibilità auto-alimentantesi dell’agricoltura tradizionale era finita.

Ai semi ibridi seguirono le «necessarie» tecnologie agricole americane ad alto impiego di capitale, gli indispensabili fertilizzanti chimici Monsanto e DuPont e con l’arrivo degli OGM, gli assolutamente necessari anti-parassitari e diserbanti studiati apposti per quello specifico seme OGM. Tutto brevettato, tutto costoso.

I contadini che per secoli avevano coltivato per l’autoconsumo e il mercato locale, poco importando e poco esportando, non avevano tanto denaro.

Ecco pronta la soluzione: lanciarsi nell’agricoltura «orientata ai mercati globali», produrre derrate non da consumo ma da vendita, cash-crop, raccolti per fare cassa.

Addio autosufficienza ed autoconsumo, addio chiusura alle importazioni superflue.

I contadini potevano vendere all’estero sì: sotto controllo di sei intermediari globali, colossi e titani come la Cargill , la Bunge Y Born, la Louis Dreyfus … La Banca Mondiale di McNamara, soccorrevole, forniva ai regimi sottosviluppati prestiti per creare canali d’irrigazione moderni e dighe; la Chase Manhattan Bank dei Rockefeller si offriva – visto che i contadini non producevano mai abbastanza da ripagare i debiti contratti per comprare pesticidi, OGM e sementi ibride brevettati – di indebitare i contadini in regime privatistico.

Ma questo ai grandi imprenditori agricoli con latifondi.

I piccoli contadini, per le sementi-miracolo e i diserbanti e i fertilizzanti scientifici, si dovettero indebitare «sul mercato», ossia con gli usurai. I tassi d’interesse sequestrarono il raccolto-miracolo; a molti, divorarono anche la terra.

I contadini, accade in India specialmente, dovettero lavorare una terra non più loro, per pagare i debiti. La stessa rivoluzione sta prendendo piede in Africa.

Chilometri di monoculture di cotone geneticamente modificato, sementi sterili da comprare ogni anno.

E il meglio deve ancora arrivare.

Dal 2007 la Monsanto , insieme al governo USA, ha brevettato su scala mondiale di sementi «Terminator», ossia che commettono suicidio dopo il raccolto: una scoperta che chiamano, senza scrupoli, «Genetic Use Restriction Technology», ossia volta a ridurre l’uso di sementi non brevettate. La estensione di sementi geneticamente modificate – ossia di cloni con identico corredo genetico – è ovviamente un pericolo incombente per le bocche umane: una malattia distrugge tutti i cloni, ed è la carestia.

Occorre la biodeversità, di cui si sciacquano le labbra ecologisti e verdi radicali.

E qui si comincia ad intuire perché si sta costruendo l’Arca di Noè delle sementi alle Svalbard: quando arriva la catastrofe, le sementi naturali dovranno essere controllate dal gruppo dell’agribusiness, e da nessun altro.

Le banche di sementi, secondo la FAO , sono 1.400, già per la maggior parte negli Stati Uniti.

Le più grandi sono usate e possedute da Monsanto, Syngenta, Dow Chemical, DuPont, che ne ricavano i corredi genetici da modificare. Perché hanno bisogno di un’altra arca di Noè agricola alle Svalbard, con tanto di porte corazzate e allarmi anti-intrusione, scavata nella roccia. Le altre banche sono in Cina, Giappone, Corea del sud, Germania, Canada, evidentemente non tutte sotto il controllo diretto dei grandi gruppi.

La tecnologia «Terminator» può suggerire uno scenario complottista fantastico: una malattia prima sconosciuta che infetta le sementi naturali conservate nelle banche fuori-controllo USA, obbligando a ricorrere al caveau delle Svalbard, l’unico indenne.

E’ un pensiero che ci affrettiamo a scacciare: chi può osar diffamare benefattori dell’umanità affamata come Rockefeller, Monsanto, Bil Gates, Syngenta? Ma Engdahl ricorda le parole del professor Francis Boyle, lo scienziato che stilò la prima bozza delle legge americana contro il terrorismo biologico (Biological Weapons anti-Terrorism Act), approvata dal Congresso nel 1989.

Francis Boyle sostiene che «il Pentagono sta attrezzandosi per combattere e vincere la guerra biologica», e che Bush ha a questo scopo emanato due direttive nel 2002, adottate «senza conoscenza del pubblico».

Per Boyle, nel biennio 2002-2004, il governo USA ha già speso 14,5 miliardi di dollari per le ricerche sulla guerra biologica. Il National Institute of Health (ente governativo) ha connesso 497 borse di studio per ricerche su germi infettivi con possibilità militari.

La bio-ingegneria è ovviamente lo strumento principale in queste ricerche.

Jonathan King, professore al MIT, ha accusato: «I programmi bio-terroristici crescenti rappresentano un pericolo per la nostra stessa popolazione; questi programmi sono invariabilmente definiti ‘difensivi’, ma nel campo dell’armamento biologico, difensivo e offensivo si identificano». Altre possibilità sono nell’aria, e Engdahl ne ricorda alcune.

Nel 2001, una piccola ditta di ingegneria genetica californiana, la Epicyte , ha annunciato di aver approntato un mais geneticamente modificato contenente uno spermicida: i maschi che se ne nutrivano diventavano sterili.

Epicyte aveva creato questa semente miracolo con fondi del Dipartimento dell’Agricoltura USA (USDA), il ministero che condivide con Monsanto i brevetti del Terminator; ed a quel tempo, la ditta aveva in corso una joint-venture con DuPont e Syngenta.

Ancor prima, anni ‘ 90, l ’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, ossia l’ONU) lanciò una vasta campagna per vaccinare contro il tetano le donne delle Filippine, Messico e Nicaragua, fra i 15 e i 45 anni.

Perché solo le donne?

Forse che gli uomini, nei Paesi poveri, sono esenti da tetano, e non si feriscono mai con ferri sporchi e arrugginiti?

Se lo domandò il Comite pro Vida, l’organizzazione cattolica messicana ben conscia delle campagne anti-natalità condotte in Sudamerica dai Rockefeller.

Fece esaminare il vaccino fornito dall’OMS gratuitamente e generosamente alle donne di età fertile: e scoprì che esso conteneva gonadotropina corionica umana, un ormone naturale che, attivato dal germe attenuato del tetano contenuto nel vaccino, stimolava speciali anticorpi che rendevano incapaci le donne di portare a termine la gravidanza.

Di fatto, un abortivo.

Risultò che questo vaccino-miracolo era il risultato di 20 anni di ricerche finanziate dalla Rockefeller Foundation, dal Population Council (dei Rockefeller), dalla CGIAR (Rockefeller), dal National Institute of Health (governo USA)… e anche la Norvegia aveva contribuito con 41 milioni di dollari al vaccino antitetanico-abortivo.

Guarda caso, lo stesso Stato che oggi partecipa all’Arca di Noè e che la sorveglierà nelle sue Svalbard.

Ciò fa tornare in mente ad Engdahl (non a noi) quella vecchia fissa dei Rockefeller per l’eugenetica del Reich: la linea di ricerca preferita era ciò che si chiamava «eugenetica negativa», e perseguiva l’estinzione sistematica delle razze indesiderate e dei loro corredi genetici. Margaret Sanger, la femminista che fondò (coi soldi dei Rockefeller) il Planned Parenthood International, la ONG più impegnata nel diffondere gli anticoncezionali nel Terzo Mondo, aveva le idee chiare in proposito, quando lanciò un programma sociale nel 1939, chiamato «The Negro Project» (2). Come scrisse in una lettera ad un amico fidato, il succo del progetto era questo: «Vogliamo eliminare la popolazione negra».

Ah pardon, scusate: non si dice «negro», si dice «nero», «afro-americano». E’ questo che conta davvero, per i progressisti.

Fonte: Disinformazione.it - Maurizio Blondet -


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martedì 4 febbraio 2014

Posizioni per Dormire che Rivelano il tuo Carattere



Uno studio condotto dallo Sleep Assessment and Advisory Service coordinato dal professor Chris Idzikowski ha analizzato le posizioni più comuni assunte durante il sonno e ha associato ad esse alcune particolari fattori caratteriali. Soprattutto durante il sonno, liberati da inibizioni e giudizi, sembrerebbe che le nostre posizioni siano più naturali ed esprimano al meglio il nostro vero “io”.

Ecco le conclusioni a cui si è giunti:

1 – La posizione fetale è molto frequente e istintiva a quanto pare il 41% delle persone, in media, dorme così. Sembra essere la posizione preferita in particolare dalle donne. E’ assunta da chi dorme su un fianco, schiena incurvata, ginocchia e braccia raccolte verso il petto, testa in avanti.

Una posizione che manifesta un desiderio di protezione, introversione. Sono persone spesso giudicate come fredde ma che invece sono molto sensibili, delicate, emotive.

come dormi rivela com'è il tuo carattere

2 – La posizione a tronco è di chi dorme su un fianco ma dritto, dritto proprio come un tronco, con le braccia distese lungo il corpo e la testa ben posizionata sul cuscino. Il 15% circa delle persone dorme così per la maggior parte della notte.

Questa posizione caratterizza le persone molto socievoli, alla mano, spensierate, spesso vittime di qualche delusione.

3 – Posizione del richiedente: dorme così il 13% degli intervistati della ricerca: busto leggermente curvato, mani tese in avanti come a voler dire o chiedere qualcosa, gambe leggermente piegate. Normalmente si tratta di persone aperte, socievoli ma che talvolta possono avere tratti cinici e sospettosi. In generale hanno un carattere complesso e richiedono diverso tempo prima di arrivare ad una decisione definitiva.

dimmi come dormi e ti dirò chi sei

4 – L’8% degli interpellati dome nella cosiddetta posizione del soldato: supini, con braccia lungo i fianchi.

Sembra che siano persone riservate e tranquille, pretendono molto da se stessi e dagli altri. Sono molto sensibili ma difficilmente lo dimostrano. Sanno essere leali in amicizia e fedeli in amore.

5 – Posizione a caduta libera: sdraiati a pancia in giù, abbracciando il cuscino e la testa girata da un lato. Sembrerebbe caratterizzare le persone molto sicure, passionali ma anche un po’ ansiose. Non amano le critiche e le situazioni estreme. Sono molto gelose della loro libertà. Il 7% degli intervistati assumerebbe questa posizione.

6 posizioni del sonno che rivelano la tua personalità6 – Infine, solo il 5% delle persone su cui è basato lo studio dorme nella posizione chiamata a stella marina, ovvero a pancia in su, con le braccia aperte sul cuscino.

Lo studio associa questa posizione alle persone che sanno ascoltare gli altri ed essere buoni amici, disponibili ad aiutare quando serve. Sono anche soggetti che non amano molto essere al centro dell’attenzione.

Alcuni intervistati non sapevano in che posizione dormissero o hanno detto di cambiarla troppo spesso per poterla definire caratteristica.

Il professor Idzikowski ha anche esaminato l’effetto delle varie posizioni sulla salute. Ha concluso che la posizione a caduta libera è la migliore per la digestione mentre quella a stella marina e soldato sono quelle che portano maggiormente al fenomeno del russare e rendono più agitati non concedendo un sonno realmente ristoratore.

Si è anche riscontrato che spessissimo si dorme con un braccio o una gamba fuori dalle coperte!


Fonte: BBC news
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Mi piace il verbo sentire : Alda Merini



Mi piace il verbo sentire. 
Sentire il rumore del mare, 
sentirne l’odore.
 Sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra. 
Sentire l’odore di chi ami, 
sentirne la voce e sentirlo col cuore. 
Sentire è il verbo delle emozioni, 
ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente.
-Alda Merini-

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sabato 1 febbraio 2014

La Sensualità non ha data di Scadenza




PER LE BABY BOOMERS NON C'È SCADENZA .
Jacky O’Shaughnessy, in mutandine e reggiseno, con i capelli bianchi, 
e sotto: «La sensualità non ha data di scadenza».

Il gigante dell'abbigliamento American Apparel ora non fa campagne pubblicitarie reclutando giovani modelle, ma preferisce una sessantaduenne in lingerie.

 JACKY O SHAUGHNESSY HA SESSANTADUE ANNI.

L'immagine è quella di Jacky O'Shaughnessy, ritratta in mutandine e reggiseno, con lunghi capelli bianchi, postata sulle pagine Facebook e Instagramm dell'azienda, con sotto la didascalia:
«La sensualità non ha data di scadenza».

JACKY FU SCOPERTA DUE ANNI FA IN UN RISTORANTE

LA NUOVA TESTIMONIAL DI AMERICAN APPAREL

La O'Shaughnessy iniziò a fare la modella nel 2011, quando emissari della AA la scoprirono in un ristorante di New York.

In un'intervista a Fashionista.com, lei ha dichiarato: «Ho sempre letto che fare la modella è un lavoro insipido. Invece io l'ho trovato intrigante e creativo. Richiede energia e capacità di comunicare senza parole. La seduta di foto è stata molto intima. C'eravamo solo io e la fotografa». La decisione di usare una modella agée è stata accolta bene su Facebook, ci sono stati commenti tipo: "Spero di invecchiare bene come lei" e "Voglio vedere più modelle simili".

Non è la prima volta che American Apparel cambia le regole della moda. Il negozio di New York ha di recente messo in vetrina manichini con tanto di peli pubici in vista e la reazione è stata controversa: c'è chi lo ritiene un modo per mostrare le donne in modo naturale e chi lo considera troppo esplicito.


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