LA FONTANA DELLE API : Via Veneto ROMA
LA FONTANA DELLE API (Via Veneto)
La fontana delle Api fu realizzata nel 1644 da
Gian Lorenzo Bernini e assolveva in origine la funzione di “beveratore
delli cavalli”. Aveva la forma di una conchiglia aperta e il getto
d'acqua usciva da tre grosse api, simbolo araldico della casata dei
Barberini.
Fu infatti Urbano VIII, Barberini, a commissionare
questa fontana, come recitava l'iscrizione: “Il Sommo Pontefice Urbano
VIII, costruita una fontana a pubblico ornamento dell’Urbe, a parte fece
fare questo fontanile per uso dei cittadini nell’anno 1644,
ventiduesimo del suo pontificato”.
In realtà la fontana fu eretta
mesi prima lo scadere del XXI pontificato e l'inizio del XXII e questa
scritta fu quindi oggetto di aspre dicerie da parte dei romani tanto che
Pasquino scrisse: “Havendo li Barberini succhiato tutto il mondo, ora
volevano succhiare anche il tempo”. Tutta questa polemica portò
all'abrasione dell'ultima cifra dell'iscrizione ma Urbano VIII non
arrivò comunque a celebrare il suo XXII anno di Pontificato: morì otto
giorni prima, il 29 luglio 1644.
Le dicerie su questa fontana non
si fermarono comunque e fu chiamata dai Romani la Fontana delle
“Mosche”: i romani notavano come le api succhiassero acqua
abbondantemente ma la restituissero solo in piccoli getti. Era una
chiara allusione alle tasse salate che pagavano.
La Fontana
originariamente si trovava addossata al palazzetto di proprietà di
Nicolò Soderini, tra la Via Sistina (Via Felice) e Piazza Barberini. Nel
1867 fu fatta smontare perchè di intralcio al traffico.
Dopo un
lunghissimo periodo di giacenza nei depositi comunali si decise di
ricostruirla ma la maggior parte dei pezzi non fu più ritrovata. Si
commissionò quindi una copia allo scultore Adolfo Apolloni, che la
realizzò in travertino, e si collocò la nuova fontana nell'attuale sede
di Via Veneto
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