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sabato 12 maggio 2012
Noorjahan Akbar : donna afgana
Noorjahan Akbar : donna afgana
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Noorjahan Akbar è una donna afgana appena ventenne, nata a Kabul. Quaranta giorni dopo la sua nascita, i mujaheddin hanno iniziato a combattere. Quando i talebani sono giunti a Kabul la sua famiglia si è spostata tra Mazar e Sharif e Kabul, poi a Peshawar. Nel momento in cui se ne sono andati, è tornata a Kabul definitivamente.
Studentessa del secondo anno presso il Dickinson College in Pennsylvania, Noorjahan ha potuto confrontarsi con la cultura occidentale e ha studiato la storia dell'Afghanistan da un punto di vista imparziale, scoprendo le carenze della mia società, nonché le cose buone. Ha scoperto la storia e i diritti delle donne attiviste, in particolare delle donne attiviste islamiche. Ha deciso così di fondare un gruppo chiamato "Donne giovani per il cambiamento" che ha dato battaglia per la parità di genere per le strade della capitale - desiderosa di capire perché gli uomini afgani sono ancora così a disagio con l'idea di concedere i diritti alle donne e determinata a cambiare gli atteggiamenti contrari alla parità dei diritti di genere con la persuasione, il dibattito e l'esempio.
Dice: "Quasi ogni donna si chiede in Afghanistan se avrebbe preferito essere un uomo.Prima avrei detto anch'io di sì, ma ora non vorrei perché ora mi rendo conto che anche se io sono una donna in Afghanistan, ci sono molte cose che posso fare...
In questo gruppo ci sono afgani comuni, ci troviamo ad affrontare i problemi di ogni giorno. Abbiamo membri che sono poveri, donne che si sono unite al gruppo perché sono state violentate o aggredite. Abbiamo un gruppo maschile costituito da otto giovani che parlano contro i problemi che violano i diritti delle donne. Uomini che partecipano in un caso perché la moglie era stata violata, in un altro caso perchè ha usato violenza contro la moglie e attraverso lo studio, ha imparato i veri valori dell'Islam. Tutti sono qui perché a un certo punto si sentivano deboli e ora si sentono responsabilizzati. La nostra forza è che tutti sono qui con una storia dolorosa che porta una nuova prospettiva.
E' importante la presenza degli uomini, perchè fino a quando non saranno coinvolti gli uomini nel processo dei diritti delle donne, è impossibile pensare che si possano garantire i diritti alle donne.
Il più grande problema che dobbiamo affrontare è la passività. Quando parliamo alla gente ci dicono, 'sì le donne subiscono violenza e molestie. Sappiamo che è sbagliato, ma cosa possiamo fare?' Una volta al mese abbiamo messo dei manifesti in diverse zone della città sulla strada per denunciare le molestie e la violenza contro le donne. Abbiamo anche pubblicato le locandine su Facebook, Twitter, e il nostro sito web. Abbiamo creato il manifesto del progetto in modo da poter imparare a parlare con tutti nella comunità - da tassisti ai negozianti agli insegnanti ai mendicanti.
Promuoviamo l'unità afgana. Abbiamo uzbeki e hazara e pashtun e Ismalies nella nostra organizzazione. Si informa la gente perché vedano che la gioventù afghana può fare qualcosa per il loro paese.
Ci troviamo di fronte ad un sacco di reazioni negative da parte di alcuni media conservatori e leader religiosi. Le donne hanno paura, perché quando parliamo di molestie per la strada, le donne dicono stiamo creando unmotivo in più per venire accusate. Non vi è alcun sentimento di solidarietà tra le donne perché siamo state divise in base a etnia, religione e modo di vestirci.
Stiamo lottando per le prossime generazioni di donne. Se la vita è una lotta, poi si lotta, non importa quello che viene."
Noorjahan Akbar e le persone dell'associazione hanno spesso subito minacce e sono costretti ad incontrarsi in semi-clandestinità. Comunque Noorjahan ha deciso che non indosserà mai più un burka e che combatterà contro chiunque - famiglia, uomini, governo e financo truppe internazionali - per affermare il suo diritto di fare qualcosa di positivo per le donne e il proprio paese.
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