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Quello che molti ignorano è che il nostro cervello è fatto di due cervelli.
Un cervello arcaico, limbico, localizzato nell'ippocampo, che non si è praticamente evoluto da tre milioni di anni a oggi, e non differisce molto tra l'homo sapiens e i mammiferi inferiori. Un cervello piccolo, ma che possiede una forza straordinaria. Controlla tutte quelle che sono le emozioni. Ha salvato l'australopiteco quando è sceso dagli alberi, permettendogli di fare fronte alla ferocia dell'ambiente e degli aggressori.
L'altro cervello è quello cognitivo, molto più giovane. E' nato con il linguaggio e in 150mila anni ha vissuto uno sviluppo straordinario, specialmente grazie alla cultura.
Purtroppo buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo - sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così.
Il cervello arcaico ha salvato l'australopiteco ma porterà l'homo sapiens all'estinzione. La scienza ha messo in mano all'uomo potenti armi di distruzione. La fine è già alla portata.
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Australopithecus è un genere estinto di mammiferi ominidi.
Gli Australopitechi apparvero per la prima volta all'incirca 4 milioni di anni fa: ebbero un certo successo evolutivo, divenendo assai diffusi in Africa, fino ad estinguersi completamente circa 2 milioni di anni fa. Le nostre attuali conoscenze sull'origine dell'Uomo ci permettono di tracciare, nelle sue tappe essenziali, la storia evolutiva della famiglia zoologica di cui facciamo parte -ovvero la famiglia Hominidae- a iniziare di fasi molto antiche, probabilmente di poco posteriore al punto di separazione dalla linea che ha condotto ai nostri parenti più prossimi, le scimmie antropomorfe africane.
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