Abraham Zapruder
- L'assassinio di John Fitzgerald Kennedy
La mattina del 22 novembre del 1963, come ogni mattina, Abraham Zapruder (1905 - 1970) si era recato al lavoro e, pur sapendo della parata presidenziale che gli sarebbe passata sotto l’ufficio, aveva deciso di non portare con sé la cinepresa, una Bell & Howell Zoomatic otto millimetri.
Zapruder era un sarto di origine ebraica, nato in Russia ed emigrato negli Stati Uniti nel 1920. Dopo aver lavorato a New York come assistente di sartoria, trasferitosi a Dallas aveva intrapreso una piccola attività imprenditoriale fondando la Jennifer Juniors, una ditta di abiti confezionati.
La piccola azienda, nel 1963, aveva sede a Dallas, al 501 di Elm Street, al quinto e al sesto piano del Dal-Tex Building, il palazzo costruito accanto al tristemente celebre Deposito dei libri della Texas School, l’edificio da cui, secondo le ricostruzioni, Lee Harvey Oswald esplose i suoi colpi mortali.
Fu un’impiegata a convincere Zapruder a tornare a casa per prendere la cinepresa: così facendo avrebbe potuto filmare il presidente e la consorte per mostrarli ai figli e ai nipoti.
Sceso in Dealey Plaza, Zapruder si mise alla ricerca del miglior luogo da cui riprendere il passaggio del corteo: individuò, in cima al terrapieno sul lato destro di Elm Street, un muretto di cemento e decise di salire là sopra per documentare l’avvenimento con la sua cinepresa.
In ventidue secondi impressi su una pellicola otto millimetri, l’inconsapevole Abraham Zapruder girò quella mattina il più importante film storico del ventesimo secolo: in 486 fotogrammi riprese l’intera sequenza dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, dal momento in cui la limousine presidenziale svoltò nella piazza fino a quando scomparve a grande velocità sotto il ponte della ferrovia.
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