Attivista della Lega, vicina all'esponente di una famiglia
ai vertici della 'ndrangheta e a rappresentanti lombardi del partito,
prima delle ultime elezioni si è fatta fotografare con il futuro ministro dell'Interno.
DI FABRIZIO GATTI http://espresso.repubblica.it/
Marta Prato con Salvini, Mariani e Umberto Cristello esponente di una famiglia di 'ndrangheta
Lei, con i capelli biondi a caschetto, si chiama Marta Prato. È un’attivista della Lega. E nel suo piccolo ha contribuito al successo del partito: eccola in fotografia, durante l’ultima campagna elettorale, accanto a Matteo Salvini, allora segretario federale e oggi ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio. L’altro nella foto è l’amico di entrambe, Giacinto Mariani, che in provincia di Monza e Brianza è l’ambasciatore del leader leghista. Ma sempre lei, la signora Prato, è ugualmente molto amica di Umberto Cristello, esponente di una famiglia ai vertici della ‘ndrangheta al Nord. Uno che, come ha scritto la Direzione distrettuale antimafia di Milano, faceva arrivare bancalate di cocaina: eccoli insieme a una festa all’aperto, Umberto e la bionda attivista sorridenti con il bicchiere di birra in mano, oppure nella discoteca di cui è comproprietario Mariani, o seduti al ristorante, con il boss calabrese cresciuto in Lombardia che si nasconde dietro a un calice di vino.
Il senatore Salvini, eletto il 4 marzo proprio in Calabria e da oggi capo del Viminale, è sicuramente all’oscuro delle frequentazioni della sua volontaria brianzola. Ma queste foto rivelano cosa si nasconde, in mezzo a milioni di sostenitori, sotto la base elettorale della Lega: proprio nel momento in cui Salvini ha unito sia il voto di protesta da Nord a Sud,
sia i militanti di estrema destra sparsi per l’Italia.
Le immagini le trovate sulla pagina Facebook di Marta Prato, finora accessibile a tutti. Basta cliccare l’album fotografico e sulla stessa schermata vedrete: lo scatto con Salvini, lei di nuovo con Cristello, poi abbracciata all’amico Mariani, a cena con l’europarlamentare Angelo Ciocca e il deputato Paolo Grimoldi, segretario nazionale della Lega Lombarda. E ancora Marta Prato con il cartello blu “Salvini premier”. Oppure accanto all’allora presidente della Regione, Roberto Maroni, o bene in vista con l’attuale vicepresidente lombardo, Fabrizio Sala di Forza Italia, immortalati il 5 febbraio, un mese prima del voto regionale. Ed eccola perfino con Ilaria Cerqua che ancora non è sindaco, ma solo la candidata di destra alle prossime amministrative del 10 giugno a Seregno: la cittadina di mobilieri vicina a Monza è il collegio elettorale brianzolo che il 4 marzo ha dato quasi il 30 per cento alla Lega e il 49 per cento alla sua coalizione.
Marta Prato fotografa con il telefonino. E pubblica tutto su Facebook. La mania dei selfie ci rivela così una Lega a due facce: Salvini, neo ministro dell’Interno, che all’anniversario della strage di Capaci scrive «la mafia mi fa schifo e se avrò l’onore di andare al governo, la combatterò con ogni sforzo e con ogni mezzo» e, contemporaneamente, il suo ambasciatore abbracciato all’amica di un esponente della famiglia Cristello.
A Seregno Giacinto Mariani, 53 anni, è stato due volte sindaco e poi vicesindaco. Fino allo scandalo di cinque mesi fa. Lo scorso autunno la giunta si è dovuta dimettere in blocco perché con Mariani, l’allora sindaco Edoardo Mazza e altri amministratori sono finiti sotto inchiesta per presunti favori a un costruttore calabrese, Antonino Lugarà, che nel frattempo è stato intercettato in Brianza mentre chiede altri favori al nipote del boss della ‘ndrangheta, Giuseppe Morabito, il famoso Peppe Tiradrittu.
La fotografia con Matteo Salvini risale all’inizio della campagna elettorale. La sera del 5 settembre 2017 il leader è in Brianza a diffondere il suo slogan: «Salvini premier». E Marta Prato lo incontra con Mariani, che in quei giorni, gli ultimi prima della retata della Procura di Monza, è ancora vicesindaco. Seguendo il diario delle immagini, il 26 agosto l’amica di Mariani passa la serata con Umberto Cristello, 51 anni, già condannato due volte, originario della provincia di Vibo Valentia, ma da tempo residente con tutta la famiglia patriarcale tra Seregno e Mariano Comense, nel cuore della Brianza.
Il primo settembre la signora e l’esponente della famiglia ai vertici della ‘ndrangheta si rivedono e festeggiano la fine dell’estate al Molto Club di Carate Brianza, discoteca di cui è comproprietario proprio l’ambasciatore di Salvini. Il 4 settembre, Giacinto Mariani e l’amica di Cristello accompagnano alla festa della Lega a Seregno l’allora presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Il 5 arriva Salvini. La sera del 6 settembre Prato, Mariani e il segretario nazionale della Lega Lombarda, il deputato Paolo Grimoldi, partecipano insieme alla campagna per il sì al referendum sull’autonomia regionale. Il 24 settembre lei pubblica un’altra foto di Cristello. Gli amici politici si rivedranno, tranne Salvini, alla cena del primo dicembre in un ristorante, sempre a Seregno: ecco Mariani, ormai indagato, l’onorevole Grimoldi, rieletto il 4 marzo, l’europarlamentare Ciocca. E l’immancabile Marta Prato.
Il 22 dicembre l’amica sente il bisogno di pubblicare una nuova immagine di lei con Umberto Cristello. Questa volta sono al ristorante Dorsia di Seregno, altro locale i cui proprietari sono soci di Mariani nella discoteca Molto Club. Si avvicina domenica 4 marzo e il segretario-onorevole-candidato Grimoldi chiude la sua campagna elettorale al Noir, nightclub della zona di cui sono titolari altri soci di Mariani nella sua discoteca. Il luogo, però, non è famoso per questo: ma perché in passato offriva champagne e serate gratis ai boss della ‘ndrangheta, poi arrestati nell’operazione Infinito. Il partito del ministro dell'Interno non ha trovato di meglio per incontrare
i suoi elettori a 36 ore dall'apertura dei seggi.
Oltre a Salvini, anche Grimoldi, Sala, Ciocca, Mariani e Cerqua, fino a prova contraria, sono ignari delle frequentazioni dell’attivista. Ma il sottofondo politico qualche domanda la impone. Umberto Cristello, interpellato anche sulle pendenze giudiziarie per una condanna in primo grado per associazione mafiosa, risponde così: «Non sono affari suoi». Marta Prato: «Non devo rendere conto a nessuno. Quindi, cortesemente, ti chiedo di pensare alla tua vita e non alla mia». Giacinto Mariani: «La diffido formalmente dal proseguire questo atteggiamento
fortemente provocatorio nei miei confronti».
Umberto Cristello e la sua famiglia riempiono decine di pagine nelle operazioni Infinito, Ulisse, Tenacia e Quadrifoglio. «I Cristello», racconta il collaboratore Antonino Belnome rivelando il ruolo di Umberto, «erano i numeri uno della zona. All’epoca io ho visto portare bancalate di cocaina». Ci sono poi le indagini concluse con l'arresto di Paolo De Luca, 48 anni, accusato di essere il riferimento in Lombardia del clan Mancuso di Limbadi, presunto capo della cosca di Seregno schierata proprio contro i Cristello. Secondo gli accertamenti De Luca, con il fratello Giuseppe, in Brianza avrebbe il monopolio della sicurezza sui locali: sarebbero loro a proteggere bar e discoteche come il Noir. Ma Umberto Cristello fa paura. Il 29 giugno 2016 l'amico di Marta Prato esce dal carcere in libertà vigilata. E il pubblico ministero Paolo Storari, della Direzione distrettuale antimafia di Milano, trascrive questa breve conversazione intercettata ai telefoni: «Umberto è uscito, lo sai? Non ti devi fidare mai tutto di lui. Che dei Cristello è il più pericoloso».
Aggiungono i magistrati della Dda di Milano: «Cristello Umberto ha due precedenti penali per reati tipici di chi opera in contesti mafiosi, ovvero: una condanna per detenzione e porto di una pistola con il relativo munizionamento e una successiva condanna a dieci anni di reclusione... relativa a un’attività continuata di spaccio». La sua amica Marta Prato nel frattempo conferma il suo sostegno a Salvini. Lunedì 28 maggio, dopo il momentaneo stop al governo Lega-5 Stelle, ha postato su Facebook il monologo del leader contro il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E se il segretario della Lega è ora ministro dell'Interno, bisogna riconoscere il ruolo della base: l'amica del boss, l'ambasciatore e tutti gli altri non hanno mai smesso di avere fiducia in lui.
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La media dei rimpatri è di 6 mila all’anno
e il costo di ciascuno di questi rimpatri è di 3 mila euro
(aereo più personale, ovvero due agenti per ogni migrante).
In definitiva: occorrono da un minimo di 80 a un massimo di 100 anni (!!!) per concludere quella parafrasando Salvini potremmo definire...
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Previsioni per il 2018
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