Hipster. La tendenza del momento imperversa tra le vie delle grandi città, un trend fatto di jeans skinny, t-shirt basic dai dettagli ridotti all’essenziale, camicie a quadri, scarpe spartane (come espadrillas e sneakers oltremodo usurate) e una combinazione radical chic di gadget tecnologici e accessori vintage: sono gli hipster, ossia di giovani borghesi interessati alla cultura alternativa dei grandi centri urbani, affascinati da generi musicali particolari e di nicchia come l’indie rock, dal cinema indipendente, esasperando l’interesse verso culture e lifestyle metropolitani emergenti.
Il termine hipster però non è un neologismo coniato ai giorni nostri: questo vocabolo nasce negli Stati Uniti durante gli anni ’40 e intendeva descrivere gli appassionati di jazz e bebop; i ragazzi bianchi di classe medio-bassa volevano emulare i grandi jazzisti afroamericani e il loro stile di vita.
La sottocultura hipster si sviluppò soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, quando al movimento cominciò a essere associata una fiorente corrente letteraria; la definizione più esatta di hipster è data sicuramente dallo scrittore Norman Mailer, che scrive di un individuo che decide di “divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso
viaggio negli eversivi imperativi dell’io”.
“Tutto in loro è attentamente costruito per darti l'idea che non lo sia”
A livello italiano, il tipico hipster è riconoscibile grazie alle combinazioni di gusto retrò e accessoristica high-tech: la bicicletta arrugginita e l’Iphone di ultima generazione, la spesa vegetariana nei negozi bio, senza dimenticare il posto fisso
nel mondo dell’arte, della moda e della musica.
Il Sunday Times, giornale britannico, ha scelto Bologna come città simbolo italiana degli hipster: grazie al melting pot culturale della città, fatta di studenti italiani e stranieri, stili ed esperienze di vita si combinano con la voglia di evadere e distaccarsi dal banale mondo mainstream, per attribuire così un nuovo significato alla corrente hipster.
"Città che vai, hipster che trovi!": nonostante la scelta della testata britannica, la città di Milano sembra sfidare apertamente il capoluogo emiliano per la lotta alla supremazia del perfetto hipster!
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