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mercoledì 27 ottobre 2010

MICOLOGIA E DINTORNI: IL CERCHIO DELLE STREGHE

MICOLOGIA E DINTORNI: IL CERCHIO DELLE STREGHE: "‘IL CERCHIO DELLE STREGHE’ Amanita muscaria Fa parte della famiglia delle 'Amanitaceae' Nasce nei boschi e nei prati circosta..."

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martedì 12 ottobre 2010

Come a Singapore,guerra alle chewing-gum




Come a Singapore, Nicosia fa la guerra alle chewing-gum

Il consigliere ai sindaci: «Le gomme sputate a terra, nelle palestre scolastiche e della città fonte di batteri e microbi per i nostri figli»

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Come a Singapore. Ordinanze sindacali per vietare l’uso di gomme masticabili all’interno delle palestre. La proposta non poteva non essere del consigliere provinciale del Pdl Ignazio Nicosia  ed è diretta al presidente della Provincia e ai 12 sindaci ibli.

«L’invito al presidente della Provincia e ai sindaci potrebbe far sorridere- s’interroga dubbioso lo stesso Ignazio Nicosia sull’utilità o meno della originale e singolare sortita - ma è utile perché le chewing gum lasciate nelle palestre sono fonte di batteri e microbi che attentano alla salute dei nostri figli da sotto i banchi e nelle palestre delle nostre scuole».

L’iniziativa non fa sorridere, fa scompisciare dalle risa. Non perché sia sbagliato il richiamo al senso civico e all’igiene di Nicosia; semmai perche ignora la totale mancanza del nostro senso civivo tipicamente meridionale. Con quali modalità dovrebbero essere rispettate le ordinanze? Bidelli-detective ogni mattina dovrebbero perquisire scolari, studenti e cittadini che entrano nelle scuole e nelle palestre per requisire loro le gomme masticabili. E quale dovrebbe essere la giusta punizione alla vista di uno studente o di uno sportivo in palestra che fa esercizi ginnici masticando una gomma?
Nella Repubblica asiatica, infestata di gomme in ogni luogo pubblico, il governo infligge multe salate ai trasgressori che buttano carte a terra e chi viene scoperto a importare chewuing gum va incontro a una multa di 6 mila e 100 dollari. E nessuno protesta!

La civiltà iblea, purtroppo, non è riuscita ad avere la meglio sui proprietari di cani che non rimuovono la cacca dei loro animali dai marciapiedi, sui gestori di imprese commerciali che insozzano le strade di depliant pubblicitari (che nessuno consulta e tutti buttano a terra). Lo stesso Nicosia, che sulle discariche a cielo aperto (che sono ancora lì) ci ha fatto delle "collettive" fotografiche, ha pensato come faranno i sindaci e il presidente Antoci a dargli retta emanando un´ordinanza di tal fatta per impedire che scolari, studenti e fruitori di palestre non consumino gomme masticabili in cielo, in terra e in luoghi pubblici?


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Come “stroncare” la prostituzione





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Lipu, Wwf e Pronatura segnalano l’ennesima storia italiana che ha dell’incredibile. La notizia arriva dall’Abruzzo, dove la giunta regionale, di concerto con altri enti locali, è convinta di aver trovato l’arma letale per stroncare la prostituzione che anima la strada provinciale Bonifica del Tronto.  “Stroncare” è la parola esatta perché il sistema escogitato dagli amministratori abruzzesi è quello di tagliare di netto il bosco di circa 28 ettari cresciuto lungo l’argine del fiume. Qualche migliaio di alberi colpevoli di offfrire con le loro fronde riparo e intimità ai forzati del sesso.
“Le istituzioni – scrivono le tre associazioni in un comunicato – non hanno applicato neanche le attenuanti generiche. Tra queste l’aver assorbito migliaia di tonnellate di anidride carbonica e aver reso all’uomo prezioso ossigeno; l’aver creato una fascia di filtro affinché pesticidi, diserbanti e fertilizzanti in agricoltura non arrivassero nelle acque del fiume; l’aver dato ospitalità e rifugio a decine di migliaia di animali in un territorio divenuto sempre più ostile alla vita; l’aver difeso dall’erosione dei suoli un’importante area collinare”.
“Niente da fare. Apprendiamo dalla stampa – prosegue la nota – che un bosco rigoglioso di 30 ettari che crea gravi problemi all’ordine pubblico verrà raso al suolo in tre mesi di lavoro, calcolati con meticoloso impegno dai tecnici del locale consorzio di bonifica. Vani finora gli appelli di alcune voci di protesta che si sono levate da increduli abitanti dei luoghi”.
“Lipu, Wwf  e ProNatura – conclude il comunicato – hanno inviato una lettera alle istituzioni coinvolte con un appello per fermare questa azione priva di qualsiasi senso. Si fermino le motoseghe e si affronti questa situazione moltiplicando l’assistenza sociale e le azioni volte ad alleviare il disagio, senza prendersela con gli alberi e reprimendo, invece, con ancora più forza chi sfrutta decine di donne”.



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lunedì 4 ottobre 2010

Morto Akuk il poligamo, sposato 130 volte




Morto Akuk il poligamo, sposato 130 volte

Dai matrimoni sono nati 210 figli, aveva 92 anni. Era considerato un maestro della seduzione


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di Giuseppe Maria Laudani

NAIROBI - Si è spento in Kenya dopo una lunga malattia all'età di 92 anni Akuku Danger, il poligamo più prolifico del mondo. L'uomo era noto per avere sposato 130 donne, divorziato una ottantina di volte e avere avuto 210 figli. Un vero e proprio "maestro della seduzione", basti pensare che era conosciuto con il nome Danger (pericolo in italiano), per la forza seduttiva che riusciva ad avere con le donne.

Il suo primo matrimonio risale al 1939, mentre l'ultimo al 1997, all'età di 79 anni, con una giovane di appena 18 anni, che adesso ha tre figli. Akuku Danger ha fatto della poligamia un vero e proprio business. Turisti e reporter spesso si sono recati nella sua casa nel distretto di Ndhiwa nell'ovest del Kenya, vicino al Lago Vittoria, per fotografarlo e intervistarlo, ovviamente dietro pagamento di un compenso.

Tom Akuku, uno dei suoi figli, 'portavoce' della numerosa famiglia, ha spiegato che "solo" 40 matrimoni sono stati riconosciuti dalle leggi dell'etnia Luo, e "solo" 22 mogli sono ancora in vita.

"Dei 210 figli - ha aggiunto Tom Akuku - di cui 104 donne e 106 uomini, molti sono morti". A ciò vanno aggiunti gli oltre 200 nipoti che vivono nello stesso distretto e molti di loro hanno anche "incarichi di prestigio nella pubblica amministrazione e in imprese private".

Intervistato varie volte dalla stampa locale, Danger era solito spiegare il suo charme in questo modo: "Nella mia vita sono stato considerato molto affascinante, nessuna donna riusciva a resistere al mio fascino, ero come una calamita, gli altri uomini di fronte a me scomparivano".

Il suo segreto? "Una dieta alimentare ferrea, evitare i grassi e il sale e mangiare cibo tradizionale e frutta dopo i pasti". La poligamia è diffusa in Kenya, ed è praticata a tutti i livelli, anche quelli più alti e colti della società, sia rurale che metropolitana.

L'anno scorso è stata presentata una proposta di legge in Parlamento che ne chiede la legalizzazione. A tutt'oggi è tollerata come costume tradizionale, ma non è registrata. La Chiesa è contraria alla legalizzazione, ma molti legali difendono la poligamia poiché ritengono che in questo modo sarebbero difese le spose 'tradizionali', e soprattutto i figli di quelle unioni non sarebbero legati per il loro futuro solo alle decisioni unilaterali paterne, ma avrebbero diritti precisi.



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venerdì 1 ottobre 2010

Cannuccia: chi l'ha inventata?




Spesso usiamo in casa le cannucce per le feste dei bambini o per degli aperitivi sfiziosi. 
Ma chi ha inventato quest'oggetto?

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La cannuccia è uno di quegli oggetti che non devono mancare durante una festa, soprattutto con bambini, o durante un aperitivo tra amici. Si tratta di un piccolo e semplice oggetto, che ha però la caratteristica di ravvivare e rendere più simpatico un momento di svago, una bevanda bevuta in compagnia, in un clima di convivialità.

Un pò di storia
Anticamente si lega l’invenzione e l’utilizzo delle prime cannucce al popolo dei Sumeri, che con molta probabilità, le usavano per bere la birra che in quell’epoca era particolarmente densa e torbida. Grazie alle prime cannucce si evitava quindi di venire a contatto con i pezzettini e i residui amarognoli della bibita.
La cannuccia ha nella storia degli illustri antenati, sicuramente più ecologici delle attuali “sorelle” di plastica, infatti anticamente si usava sorseggiare alcune bevande utilizzando al meglio le fonti generosamente date dalla natura, in questo caso si impiegavano gli steli di alcune graminacee, che avevano all’interno un naturale canale, dal quale si poteva aspirare la bevanda nella quale venivano inserite.
Un metodo sicuramente ingegnoso ma al contempo non troppo igienico, basti pensare a quanti piccoli insetti si annidino in queste fessure.

Stone, il vero inventore della cannuccia
Fu Stone a creare la cannuccia, un uomo che lavorava come impiegato in una fabbrica che produceva i tubicini di carta all’interno dei quali veniva inserito il tabacco per la produzione della famosa sigaretta.
L’idea era di utilizzare la carta per creare una sorta di cannuccia, ma il problema era che questa carta non era esattamente indovinata come materiale proprio perché impregnandosi di acqua diventava molle e perdeva la forma tubulare.

Lo studio portò Stone a prendere delle striscioline di carta e incollarle con una dovizia quasi certosina attorno a una matita per dargli maggiore consistenza e resistenza, e al contempo mantenere la forma tubulare, idea geniale ma con un procedimento veramente troppo lungo. Secondo Stone la carta ideale era quella da pacchi poiché essa aveva al suo interno al paraffina che rendeva impermeabile l’eventuale passaggio di un liquido attraverso la sua invenzione.
Per costruire le cannucce con questa carta speciale si partiva da un tubo che avesse il diametro che si voleva dare alla cannuccia e poi piano piano, si avvolgeva la carta a spirale intorno al tubo dondando alla cannuccia la forma desiderata. La lunghezza ideale per la cannuccia secondo Stone doveva aggirarsi intorno ai 25 cm.

Nel 1888 fu brevettata la cannuccia
e Stone, grazie alla ditta “Stone Straw Co.”, produsse le cannucce grazie a una macchina automatica che ne realizzava in grande quantità in poco tempo.
Quell’azienda è ancora esistente e attiva, e dall’invenzione della cannuccia, molte aziende presero l’ispirazione per costruire allo stesso modo altri strumenti utilizzati nei settori più diversi, dall’elettronica all’ingegneria aerospaziale.
Insomma, da una semplice cannuccia si è arrivati alle stelle, non male per una cosa che apparentemente poteva rappresentare uno sfizio o una semplice futilità.


Alcune accortezze nell’uso della cannuccia
Dal punto di vista igienico la cannuccia evita il contatto diretto delle labbra con il bicchiere, ma è anche vera la considerazione che se il bicchiere non è esattamente pulito, conta poco che non ci appoggiamo le labbra, giacché poi ne beviamo l’intero contenuto!
Il liquido che è aspirato non entra in contatto con i denti e questo è vantaggioso nel caso di bevande zuccherate in quanto non vanno ad intaccare lo smalto dei denti mentre è vero che, per alcuni soggetti l’uso della cannuccia non è indicato perché usandola si ingurgita molta aria.
In commercio è possibile acquistarle anche cannucce incartate singolarmente, con o senza soffietto e di mille colori, dritte o attorcigliate, per dare libero sfogo alla fantasia.

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