Spesso usiamo in casa le cannucce per le feste dei bambini o per degli aperitivi sfiziosi.
Ma chi ha inventato quest'oggetto?
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La cannuccia è uno di quegli oggetti che non devono mancare durante una festa, soprattutto con bambini, o durante un aperitivo tra amici. Si tratta di un piccolo e semplice oggetto, che ha però la caratteristica di ravvivare e rendere più simpatico un momento di svago, una bevanda bevuta in compagnia, in un clima di convivialità.
Un pò di storia
Anticamente si lega l’invenzione e l’utilizzo delle prime cannucce al
popolo dei Sumeri, che con molta probabilità, le usavano per bere la birra che in quell’epoca era particolarmente densa e torbida. Grazie alle prime cannucce si evitava quindi di venire a contatto con i pezzettini e i residui amarognoli della bibita.
La cannuccia ha nella storia degli illustri antenati, sicuramente più ecologici delle attuali “sorelle” di plastica, infatti anticamente si usava sorseggiare alcune bevande utilizzando al meglio le fonti generosamente date dalla natura, in questo caso si impiegavano gli steli di alcune graminacee, che avevano all’interno un naturale canale, dal quale si poteva aspirare la bevanda nella quale venivano inserite.
Un metodo sicuramente ingegnoso ma al contempo non troppo igienico, basti pensare a quanti piccoli insetti si annidino in queste fessure.
Stone, il vero inventore della cannuccia
Fu Stone a creare la cannuccia, un uomo che lavorava come impiegato in una fabbrica che produceva i tubicini di carta all’interno dei quali veniva inserito il tabacco per la produzione della famosa sigaretta.
L’idea era di utilizzare la carta per creare una sorta di cannuccia, ma il problema era che questa carta non era esattamente indovinata come materiale proprio perché impregnandosi di acqua diventava molle e perdeva la forma tubulare.
Lo studio portò Stone a prendere delle striscioline di carta e incollarle con una dovizia quasi certosina attorno a una matita per dargli maggiore consistenza e resistenza, e al contempo mantenere la forma tubulare, idea geniale ma con un procedimento veramente troppo lungo. Secondo Stone la carta ideale era quella da pacchi poiché essa aveva al suo interno al paraffina che rendeva impermeabile l’eventuale passaggio di un liquido attraverso la sua invenzione.
Per costruire le cannucce con questa carta speciale si partiva da un tubo che avesse il diametro che si voleva dare alla cannuccia e poi piano piano, si avvolgeva la carta a spirale intorno al tubo dondando alla cannuccia la forma desiderata. La lunghezza ideale per la cannuccia secondo Stone doveva aggirarsi intorno ai 25 cm.
Nel 1888 fu brevettata la cannuccia e Stone, grazie alla ditta “Stone Straw Co.”, produsse le cannucce grazie a una macchina automatica che ne realizzava in grande quantità in poco tempo.
Quell’azienda è ancora esistente e attiva, e dall’invenzione della cannuccia, molte aziende presero l’ispirazione per costruire allo stesso modo altri strumenti utilizzati nei settori più diversi, dall’elettronica all’ingegneria aerospaziale.
Insomma, da una semplice cannuccia si è arrivati alle stelle, non male per una cosa che apparentemente poteva rappresentare uno sfizio o una semplice futilità.
Alcune accortezze nell’uso della cannuccia
Dal punto di vista igienico
la cannuccia evita il contatto diretto delle labbra con il bicchiere, ma è anche vera la considerazione che se il bicchiere non è esattamente pulito, conta poco che non ci appoggiamo le labbra, giacché poi ne beviamo l’intero contenuto!
Il liquido che è aspirato non entra in contatto con i denti e questo è vantaggioso nel caso di bevande zuccherate in quanto non vanno ad intaccare lo smalto dei denti mentre è vero che,
per alcuni soggetti l’uso della cannuccia non è indicato perché usandola si ingurgita molta aria.
In commercio è possibile acquistarle anche cannucce incartate singolarmente, con o senza soffietto e di mille colori, dritte o attorcigliate, per dare libero sfogo alla fantasia.
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