Dear Mark di Davide Nixon | ||||||
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lo so, lo so… I patti non erano questi. Mi dispiace, che dirti? Qualche cosa è andata storta. Non so... Mi viene anche difficile scriverti, che posso dirti? Ti ho tradito per la seconda volta. La prima per quella storia sugli ideali della nostra generazione, la seconda per il finto assassinio e tutto il resto. Ora, se la cosa ti dovesse fare piacere, sono anche io incarcerato come te: da oltre vent’anni sepolto vivo in questo cesso di appartamento. Yoko, che intasca soldi dalle nostre canzoni e si è rifatta una bella carriera da vedova inconsolabile, a me di tanto in tanto mi passa le briciole. Per alcol e droghe, più che altro. Dannato 1969, anno maledetto. Da quando l'ho conosciuta mi ha rovinato la vita. Tutte quelle cazzate, sai il bed-in, i semi della pace... Quanto mai le ho dato retta. Io sono un ragazzo spinto alla ribellione, come tutti quelli che son cresciuti in famiglie separate, con una zia rigida e la tragedia di mia madre scomparsa per un incidente d’auto. Mi piaceva la musica e mi piacevano le droghe che prendevo, grazie a quel cameriere.... Come si chiamava? Boh. Beh, a me piaceva suonare e vivere cosÌ, divertendomi. Poi un giorno, un tizio che era venuto a vederci suonare, mi ha convinto a collaborare con lui... Si ti parlo di Paul, quel fottuto bastardo. I soldi, amico, piacciono a tutti. CosÌ come la fama. E di sicuro non li ottieni con prodotti di grande impegno, ammettiamolo una volta per tutte: facevamo canzonette. Erano altri tempi, fortunati per i giovani. C'era un pubblico che andava in delirio, sarà stata la fine della guerra. Non so. Siamo stati un prodotto massificante, squisitamente borghese. A me piaceva esibirmi, avevo la lingua tagliente. Ma era uno show, capisci? Quando sei famoso, devi costruirti una tua immagine e saperla recitare. Fanno tutti così, guarda Bob ad esempio: ha fatto la voce della protesta perché¨ frequentava quel tipo di ambiente, ma ora rinnega tutto. I rivoluzionari veri non fanno una bella vita, chiedilo a Trockji. Non era nostra intenzione essere presi a picconate, anche se Yoko quando parlavamo del mio delitto, aveva preso in considerazione una fine trockjista per me... Meno male che ci ha ripensato! Insomma, lei mi dice che son cambiati i tempi: la guerra nel Vietnam, le pantere nere, una gioventù che se ne frega se "lei mi ama ye ye ye". Paul non le capisce queste cose, lui vuole solo fare pop, come sempre. Il problema è che allora eravamo in tanti, tantissimi. Non sapevamo come sarebbe andata finire, potevamo permetterci di rimanere fuori da una fetta di mercato così grande, così importante. Ecco, quindi che Yoko ordina - e io eseguo come sempre - di diventare un supereroe della rivoluzione. Con comodo però, infatti cominciamo con quel fottuto bed -in. Ma cazzo non aveva letto delle piaghe da decubito? Si, ho rischiato... Beh, lasciamo stare. Così mi metto a frequentare quei tipi, tanti discorsi sulla pace. Va benissimo, buona materia, no? Si possono fare un bel po' di quattrini, me lo diceva Yoko. Tanto quegli sciocchi non potevano quasi crederci: una rinomata superstar che vive e lotta insieme a loro! Forse ci ho creduto un tantinello anche io. Tanto che la Cia e l'Fbi mi hanno reso la vita difficile. E per cosa? Una canzonetta sulla pace. Beh, forse qualcuna di più, ma cazzo questi americani sono davvero permalosi. Qualsiasi essere umano abbastanza normale, avrebbe intuito che erano canzonette per alternativi dalla bocca buona, buonissima. Cioè, signori a me della rivoluzione non interessava un cazzo. Yoko mi ha trascinato in un gioco più grande di me sfruttando il fatto che di natura sono un ribelle, "sono un ribelle mamma!", sì questo era il mio intento. Verso la metà degli anni ‘70, sta banzai ha un'altra brillante idea: la nostra separazione. Si, io frequento la sua segretaria e poi big surprise... toh, che ritorniamo insieme. Una mossa pubblicitaria assolutamente perfetta. Parlano di noi. Questa volta perlomeno non ho quei matti delle pantere nere - oh, Bobby Seals e company, la vogliono davvero fare una rivoluzione. Che cazzo... ecco, perché ho Cia e Fbi che mi rompono i coglioni. Che compagnie mi ordina di frequentare Ono? Il resto lo sai anche tu, no? Per caso mi mettono in contatto con te. Una cura disintossicante, mi pare. Beh, tu eri un mio devoto fan. Non avevi mai avuto una bella vita, diciamolo. Sei sempre stato un poveraccio, un perdente. Mi viene l'idea... Organizzare il mio delitto, per vivere libero e felice senza Yoko in mezzo ai coglioni! Un finto omicidio, che mi costa parecchio denaro. Speso benissimo, speso per la mia libertà. Bellissima la tua frase, hai buona fantasia: "ehi, mr Lennon sta per entrare nella storia". Roba da film western, a Ringo - il buon ringo - sarebbe piaciuta, sai lui si è divertito un casino a fare un film western, si chiama.... ehm, ah si! "Blindman". È una roba italiana, ben fatta. Lui è un bandito messicano crudelissimo. Ovviamente mentre lui si divertiva, io sotto la guida e la vigilanza di Yoko, mi rompevo le palle con tutta quella roba artistica e psichedelica... Ah, un bel western l'avrei fatto volentieri anch’io. Beh, qualcosa è andata male. Lo so che i patti non erano questi, ma entrambi siamo prigionieri. Io vivo nascosto al buio in questo monolocale squallido. Bottiglie vuote, pastiglie, allucinogeni e la certezza di essere braccato. Yoko mi ha mandato la yakuza a cercarmi, e anche se non ho ancora le prove anche degli alieni. Li ha contattati... perché¨ lei non è umana. I giapponesi non lo sono, vengono da un pianeta lontano per invaderci non lo sai? Ecco, io ho scritto alla Casa Bianca nell'anniversario del bombardamento nucleare su Hiroshima e Nagasaki... Più o meno, la lettera diceva così: Carissimi americani, visto che avete la passione dei bombardamenti umanitari, non è che per caso potete gettare una bomba atomica su Yoko Ono? Mi sono rotto i coglioni di vivere segregato o segregrato - grato de che poi? - in questa topaia. Non mi hanno accontentato. Sai, io bramavo talmente tanto la mia libertà conquistata. anche perché per la prima volta non mi lasciavo condizionare da quella giapponese e mi prendevo la mia vita nelle mie mani, che ho anche dovuto... ehm, compiere dei delitti? Si, pensa che ironia... Il tizio di Imagine che ha ammazzato alcune persone per proteggere sè stesso, la sua libertà conquistata e la paura che potessero avvisare quella maledetta Yoko. La prima volta è stato un tizio, un mio fan. Ho commesso l'errore di uscire a prendere da bere, quello stronzo mi ha riconosciuto. Io ho tentato di negare, ma lui insisteva... insisteva. Insisteva! Poi mi ha detto: "tu e yoko formate una coppia bellissima!" Cosaaa??? CosÌ l'ho colpito selvaggiamente! Ero libero, libero capisci? E quello stronzo stava urlando ai quattro venti che ero vivo e vegeto. Già immaginavo la banzai che si riprendeva la mia vita e mi gestiva come ha sempre fatto. Un marchio, un'operazione di marketing soffocata sotto tonellate di presunta arte del cazzo. Mi è capitato altre tre o quattro volte. La paura di perdere la mia libertà, che casino! Ti sei beccato quanti anni? 20? Per avere ucciso solo me, e io che cosa dovrei prendere allora? La libertà purtroppo non esiste. La fama, la celebrità, il lavoro, la chiesa, la famiglia, la militanza politica, i legami sentimentali, il sesso, il cibo, la moda, l'idea che gli altri hanno o potranno farsi di te, l'isolamento, la solitudine… Non c'è scampo. Non puoi essere libero. Mai! Tu in prigione e io qui. Dicevo, ho cambiato diverse città, fino a quando i soldi me lo hanno permesso. Persi quei pochi rimasti, per poter vivere ... ho rubato. Da solo, si perché se prendevo qualche complice poi quello capiva chi ero, e insomma dovevo eliminarlo... Per paura, no? Un giorno entro in un appartamento, uno schifo di appartamento: disordine, bottiglie di alcol e siringhe usate. Beh, cerco qualcosa e a un certo punto appare il proprietario. Un tipo strafatto e completamente fuso. Mi ossessiona con lo spirito di un indiano che ha preso possesso del suo corpo - e dove l'ha trovato un toro seduto frocio qui?. No, cioè, mica mi trovavo in una riserva - e poi attacca a leggermi una serie di stupidissime poesie. Blablablabla. Un tipo saccente, di quelli che vogliono fare i maudit. Io cerco di svignarmela, ma lui insiste. E il re lucertola di qui, e lo sciamano di là… Insomma, ho preso un coltello e l'ho massacrato. Poi, mi ha preso il panico. Dove cazzo nascondo il cadavere? Si, oltre alla yakuza, agli alieni, alla Cia e agli agenti federali, avevo lasciato in giro tanti di quei cadaveri, che mi sentivo braccato dalla polizia. Ho peggiorato e di brutto le cose, volevo solo essere libero di suonare come ai vecchi tempi dei Quarry man. Non ci sono riuscito. Come vedi, non sono in giro a divertirmi. Beh, non sapevo dove nasconderlo e così… come dire? L'ho mangiato. Non ci sono effettivamente prove, tranne quelle che lasciamo nelle fogne in forma di merda. Credo, però, che nessun membro di Csi andrà mai ad indagare laggiù. Un metodo che ho poi usato con successo in altre situazioni. Ero senza soldi e quei pochi che mi riuscivo a racimolare li spendevo in alcol e droghe. Insomma… Dovevo pur mangiare! Non c’è nulla di meglio che della buona carne. Sana, come quella degli occidentali. Figli del progresso ricchi di vitamine! Così vivo braccato, nascosto, non suono più. Esco solo per cercare da mangiare, come un animale feroce. Come siamo finiti?Avevamo forse sognato un mondo migliore, di essere umani e forse io ci ho anche creduto a un certo momento, forse. No, caro Mark. Siamo bestie, della peggiore specie. La crudeltà, la violenza, queste sono le cose che ci mantengono vivi. Uccidiamo a sprangate perchè qualcuno ci ha rubato una scatola di biscotti. Bombardiamo popoli per liberarli da dittature che noi stessi - come occidentali -abbiamo creato. Leggi la storia, la nostra storia come una storia di esseri umani: sangue, violenza, dolore e morte. Anche la libertà la ottieni distruggendo la vita altrui. Sai, ho nostalgia di quelle canzonette piene di ingenuo ottimismo; mi fa malissimo cantarle o sentirle ora. Io sono diventato come questo mondo: un assassino cannibale, drogato e disperato. Che lenta agonia! Eppure... eppure qualcosa è successo. Qualcosa di buono. Tempo fa suonavo in un locale gestito da una donna; suo figlio era il nostro batterista. Successivamente Peter ha lasciato la band... Proprio quando noi stavamo diventando popolarissimi in tutto il mondo. Ha vissuto assai male, poverino. Beh, un giorno stavo cercando la mia cena e vedo questo tizio. Già pensavo di farlo alla brace, con carote e zucchine, quando improvvisamente... mi ricordo di lui. Peter! Siamo così strani noi uomini, chissà da cosa dipende. Io ero ormai un mostro sanguinario, puro istinto animale. Da qualche parte, nei posti dove teniamo i nostri sogni e le nostre speranze migliori che non vogliamo vedere sconfitte dal tempo, mi son ricordato di lui. Era Peter! L'ho abbracciato e lui è svenuto! Non per l'emozione, ma per il mio aspetto... Insomma, diciamo che faccio paura. Freddy Kruger in confronto sembra un modello di bontà oltranzista! Abbiamo parlato, ci siamo raccontati le nostre delusioni, le nostre paure e poi il resto è venuto da solo. Una chitarra, una batteria... ho ricominciato a suonare. Niente di che, ma sai, mi sono ripreso. Lentamente, con fatica. Non caccio più, Peter mi da una mano. Intanto quelle scomparse sono state attribuite a due giovani africani, prontamente linciati da un gruppo di onesti cittadini. Questo è il mondo! Ora però sto meglio... sono pronto a riprendermi la vita! Ciao, tuo John La donna osserva, come ogni giorno, il prigioniero nella sua cella. Dall'oblò, vede solo che lui piangendo e ridendo istericamente, scrive. Più tardi leggerà quali fandonie sul suo conto ha inventato. Ma non le interessa nemmeno più di tanto; dopotutto ha ottenuto quello che voleva: fama, soldi, trasformare la sua vita in una spietata e feroce opera artistica. L'idea della morte e resurrezione dell'artista, che bella trovata. Non era stato nemmeno difficile trovare l'uomo giusto. Un tossico, un poveraccio. John poi, non si era nemmeno ribellato. Come sempre. Si, alla fine siamo intrappolati nello show. Ci sono parti da recitare, cause da sposare per 15 minuti di purificazione mediatica. Tanti non capiscono e vivono benissimo, nell'illusione di un candore, di una speranza. Lei, a 74 anni non ha niente da sperare. E accarezzando attraverso l'oblò il volto del marito prigioniero, per un attimo vorrebbe chiuderlo, lo show che ha creato. Ma solo per un attimo. |
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