La moda di fingersi poveri
Un papa che rinuncia ai paramenti d’oro, un principe che vuole che i primi vagiti del figlio vengano emessi in una casa borghese.
Gesti che amplificati opportunamente dai media portano acqua alla stasi sociale.
L’imbonitore mediatico è all’opera nella sua funzione di servizio d’ordine mentale.
Più efficace di un corpo d’armata per tenere a bada le rivendicazioni di giustizia e eguaglianza sociale. Per rimuovere finanche le legittime aspirazioni di promozione sociale.
La vittoria del turbo capitalismo sembra piena, e va a braccetto con la religione che dei poveri fa gli eletti per il regno dei cieli.
E i ricchi sempre più ricchi? Per il momento si accontentano di recitare la parte dei poveri.
In una sorta di rito carnascialesco ribaltato sono adesso loro a mascherarsi da miseri, senza tralasciare le opere di beneficenza che tanto non costano niente a chi è miliardario, ma che fanno scena. Si pensi che proprio i super ricchi, qualche mese fa, si sono inventati il «Live below the line», cioè «Vivi sotto la soglia», per 5 giorni con un solo dollaro e mezzo al giorno.
Fa scena, e anche i poveri, quelli veri apprezzano. Ormai a parlare di lotta di classe si passa per terrorista. Meglio assecondare la globalizzazione che avanza: pochi ricchi e sempre più poveri. Evviva la maggioranza globale. Eccola la nuova democrazia, bellezza! Meglio se accompagnata da un pater-ave-e-gloria… per il regno dei cieli. Ovviamente!
Maria Mantello
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