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Principali Teorie sull’Origine dei Tarocchi
Le teorie più accreditate sull’origine dei tarocchi si possono ricondurre principalmente alle seguenti.
XXII secolo a.C. in Egitto
I tarocchi sono diretta derivazione dei geroglifici del Libro di
Thoth e rappresentano una sintesi della conoscenza e religione Egizia. I
tarocchi sono quindi un alfabeto geroglifico e numerale, riservato in
origine ai sommi sacerdoti, che esprime il sapere universale originario,
da cui si sono sviluppate le varie culture e religioni.
XI secolo a.C. in Cina
I tarocchi presentano diverse analogie con lo I Ching, libro custode
dell’antica saggezza cinese e risalente a più di 3000 anni fa.
L’estrazione casuale dei 64 esagrammi dello I Ching è uno strumento
tradizionale di divinazione. Il fatto che siano invenzioni cinesi sia le
carte da gioco che la carta e la stampa, rende plausibile che sia in
Cina che vadano ricercate le primissime origini dei tarocchi.
ORIGINI EGIZIE DEI TAROCCHI
Il contributo più importante alla teoria dell’origine egizia dei tarocchi è sicuramente quello di Antoine Court de Gébelin.
Il suo libro “Le Monde Primitif” (“Il mondo primitivo”) è considerata
l’opera che diede il via all’occultismo legato ai tarocchi (“Le Monde
Primitif”, volume VIII, 1781).
L’Età dell’Oro
Secondo Court de Gébelin in origine
sarebbe esistito un mondo primitivo, una “età dell’oro”, in cui
esisteva un’unica cultura, un’unica religione, un’unica lingua.
Tale civiltà finì però per crollare e disintegrarsi, dando origine a tutte le culture, lingue, e religioni che oggi conosciamo.
Il sapere primigenio e originario, l’unico vero, di questa antica civiltà andò quindi perduto... o quasi.
Il Testo di Court de Gébelin
Il seguente brano, tratto da “Le Monde Primitif” – vera e propria
pietra miliare nella storia dei tarocchi – esplica la teoria di Court de
Gébelin sulle origini egizie dei tarocchi.
1.
Sorpresa che causerà la scoperta di un Libro Egizio.
Se ci apprestassimo ad annunciare che esiste ancora ai giorni
nostri un’Opera degli antichi Egizi, uno dei loro Libri sfuggito alle
fiamme che divorarono le loro superbe Biblioteche, e che contiene la
loro dottrina più pura su soggetti interessanti, ciascuno sarebbe, senza
dubbio, desideroso di conoscere un Libro così prezioso, così
straordinario. Se aggiungessimo che questo Libro è molto diffuso in gran
parte d’Europa, che da molti secoli è tra le mani di tutti, la sorpresa
andrebbe sicuramente crescendo: e non salirebbe al colmo, se
assicurassimo che nessuno ha mai supposto che fosse Egizio, che lo
possediamo come se non lo possedessimo affatto, che nessuno ha mai
tentato di decifrarne una pagina: che il risultato d’una squisita
saggezza viene considerato come un mucchio di strane figure che non
significano nulla di per se stesse? Non si crederebbe che ci si voglia
divertire, farsi beffa della credulità del Pubblico?
2.
Questo Libro Egizio esiste.
Il fatto è tuttavia verissimo: questo Libro Egizio, solo resto
delle loro superbe Biblioteche, esiste ai giorni nostri: è così comune
che nessuno Studioso s’è degnato d’occuparsene; nessuno prima di noi ha
avuto mai il sospetto della sua illustre origine. Questo Libro è
composto di LXXVII pagine o tavole, perfino di LXXVIII, divise in V
classi, che offrono ciascuna soggetti così vari quanto divertenti ed
istruttivi: questo Libro è in una parola il GIOCO dei TAROCCHI [...].
Antoine Court de Gébelin
“Le Monde Primitif”, volume VIII, 1781
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IL PIU’ ANTICO MAZZO DI TAROCCHI
Il
più antico mazzo di tarocchi che si sia conservato fino a noi è il
mazzo “Visconti di Modrone” – dal nome della famiglia nobiliare che lo
possedette –.
La sua realizzazione fu commissionata da Filippo Maria Visconti – duca di Milano – negli anni tra il 1441 e il 1447.
Di questa pietra miliare nella storia dei tarocchi si sono conservate
fino ad oggi 67 carte, di cui 11 trionfi (arcani maggiori).
Si tratta di stupende ed ineguagliate opere d’arte, dipinte a mano su
lamine d’oro o d’argento decorate a punzone – oro per i trionfi e le
carte di corte, argento per le carte numerali –.
Origini
Il mazzo è strettamente legato alla
famiglia Visconti: gli stemmi araldici ed i motti della famiglia
Visconti presenti sulle carte non lasciano alcun dubbio.
Anche il periodo di realizzazione è abbastanza certo, cioè durante il governo di Filippo Maria Visconti.
Le carte di denari riportano infatti l’esatta riproduzione di una
moneta che era in corso di validità durante il periodo in cui egli era
duca di Milano: il fiorino d’oro di Filippo Maria.
Caratteristiche del Mazzo
La struttura delle carte di corte del mazzo “Visconti di Modrone” non è quella standard conosciuta oggi.
Per ogni seme sono presenti 6 figure diverse: re, regina, cavaliere, dama (anch’essa a cavallo), fante, e fantina.
Anche tra i trionfi troviamo raffigurazioni che non compaiono tra quelle tipiche.
Le tre virtù teologali – fede, speranza, e carità – non sono infatti figure usuali nei tarocchi.
Le numerose peculiarità di questo mazzo hanno fatto ipotizzare che si
possa trattare di uno dei primi stadi di sperimentazione dei tarocchi,
in cui non era ancor ben definita una struttura precisa, consolidatasi
solo negli anni seguenti.
Diversi Nomi per un Solo Mazzo
La complessa storia di queste carte ha portato ad identificare il mazzo con diversi nomi:
- “Tarocchi dei Visconti di Modrone”. Dalla famiglia nobiliare milanese che possedette il mazzo fino alla seconda guerra mondiale, quando se ne persero le tracce.
- “Tarocchi Cary-Yale”. Il curioso nome è dovuto al
collezionista statunitense Melbert B. Cary che lo donò alla Beinecke
Rare Book and Manuscript Library (una delle biblioteche dell’università
di Yale), affermando di averlo acquistato dopo la fine della seconda
guerra mondiale.
- “Tarocchi di Filippo Maria Visconti”. Dal nome del committente.
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La nascita dei tarocchi, risulta ancor oggi
misteriosa. Alcuni studiosi credono che siano il risultato di libri
religiosi egizi, altri di libri ebraici o indiani. Le prime vere notizie
dei tarocchi, risalgono al 1392 quando il re di Francia Carlo VI ne
fece realizzare 3 mazzi a Jacquemin Gringonneur. Ma è nel periodo
rinascimentale che ricoprirono un ruolo importante, come testimonia il
dono di nozze fatto dal Duca di Milano Sforza a Bianca Maria Visconti
nel 1400. Tale mazzo era costituito dai 22 arcani maggiori, incisi su
lamine in oro. Da questo mazzo presero origine i Tarocchi di Marsiglia.
Quindi l'origine dei Tarocchi, chiamati anche "Trionfi", è proprio in
Italia. Queste carte erano esclusiva dei nobili, dato che erano
cesellate e dipinte a mano su sottilissime lame di metallo, ricoperte
d'oro. Un importante studioso dell'esoterismo dei Tarocchi fu Osvald
Wirth a cui si deve un bellissimo libro sull'argomento.
Il mazzo completo dei Tarocchi è composto di 78
carte, 22 arcani maggiori e 56 arcani minori. I 22 arcani maggiori,
rappresentano il destino dell'uomo e ciò che dovrà affrontare, mentre
gli arcani minori rappresentano la quotidianità. I 56 Arcani Minori,
divisi in 4 semi.
Gli Arcani Minori rappresentano la nostra sfera
interiore, il nostro modo di percepirci. Attraverso l'interpretazione
degli Arcani Maggiori, invece, si possono ottenere suggerimenti
applicabili in ogni campo della vita. Nella lettura divinatoria, gli
Arcani Minori sono solitamente usati come corollario al discorso
principale, imperniato sugli Arcani Maggiori.
I tarocchi sono
indubbiamente le "carte" più antiche e da questi derivano la maggior
parte delle carte da gioco moderne. Il loro fascino è indubbio e si è
trasmesso inalterato fino ai giorni nostri. Sono un antico strumento di
divinazione, molto probabilmente il più completo, essendo richiamate nel
loro uso parecchie simbologie cabalistiche e allegoriche. La loro
lettura e interpretazione sono sempre soggettive, correlate a "chi" ne
fa uso ed alle motivazioni addotte.
Passato, presente e futuro possono rivelarsi
agli occhi del consultante ed anche se la verità appare velata, basta
affidarsi a chi sa interrogarli nella giusta maniera e offriranno
consigli preziosi in ogni momento della vostra vita. La capacità di
leggere i Tarocchi e la sensibilità necessaria ad interpretare le
situazioni proposte si acquisiscono con anni di pratica e addestramento.
La rapidità di consultazione e la non necessaria presenza fisica del
consultante, ne fanno uno tra gli strumenti più diffusi tra gli
operatori dell'occulto.
L'origine dei Tarocchi si perde nei tempi, e
si pensa siano stati utilizzati per primi dai sacerdoti dell'antico
Egitto, e ripresi successivamente in Francia e Spagna dagli zingari nel
medioevo. Ogni regione, ne ha dato una versione pittorico-artistica ed è
proprio per questo che esistono numerosi mazzi di carte ( le
napoletane, le bolognesi, le piemontesi, le lombarde, le svizzere e le
più diffuse le Marsigliesi ). Queste ultime ebbero particolare
importanza in Francia all'epoca di Napoleone il quale ne faceva spesso
uso divinatorio.
Tarocchi sono come dei ritratti
dipinti dal destino. Anche se la verità appare velata, basta affidarsi a
chi sa interrogarli nella giusta maniera e offriranno consigli preziosi
in ogni momento della vostra vita.
I tarocchi sono composti da 78
carte, divise in due categorie: la prima comprende i 22 Arcani Maggiori o
Trionfi, la seconda è costituita da 56 Arcani Minori, divisi in 4 semi.
Gli Arcani Minori rappresentano la nostra sfera interiore, il nostro
modo di percepirci. Attraverso l'interpretazione degli Arcani Maggiori,
invece, si possono ottenere suggerimenti applicabili in ogni campo della
vita. Nella lettura divinatoria, gli Arcani Minori sono solitamente
usati come corollario al discorso principale, imperniato sugli Arcani
Maggiori. Attraverso l'interpretazione degli Arcani Maggiori si possono
ottenere suggerimenti applicabili in ogni campo della vita. Il primo
mazzo di carte risale al XIV secolo, quando gli Arabi erano soliti
chiamare " Naib" il gioco delle carte, in arabo vuol dire " profezia".
Appare dunque evidente che a queste carte venisse assegnato, già in
quell' epoca, un ruolo divinatorio.
La prima cosa che occorre fare,
quando ci si avvicina a questo mondo misterioso, è seguire regole
fondamentali per avvicinarsi alla divinazione:
Prima regola: si deve prendere confidenza con il mazzo dei Tarocchi manipolandolo tutti i giorni senza scopo di predizione.
Seconda regola:
la consultazione deve avvenire solo se ci si sente positivi, quando
cioè tra il consultante e il mazzo si stabilisce un 'feeling'.
Terza regola: ci deve essere calma e silenzio nel luogo della consultazione.
Quarta regola: ci vuole onestà rivolgendo le domande, non bisogna quindi rivolgere quesiti dannosi o indiscreti per gli altri.
Quinta regola: fondamentale è avere il massimo rispetto per i Tarocchi e MAI usarli per capriccio.
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