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sabato 29 dicembre 2012
Gli aerei volano regolarmente con meno carburante
Non si ferma la bufera sulle compagnie low cost (e non) e sul contingentamento di carburante. A denunciare ora la pratica di risparmiare sul pieno dei voli sono gli stessi piloti di Ryanair che spiegano: "Gli aerei volano regolarmente con meno carburante di quanto sarebbe necessario per mettere i piloti sotto pressione, abituarli a volare con meno riserva e quindi far risparmiare carburante".
Le dichiarazioni sono state rilasciate alla tv fiamminga Kro sotto anonimato da piloti della compagnia irlandese. E arrivano dopo che in agosto si sono verificati tre atterraggi di emergenza a Valencia. "Speriamo non serva un incidente per sollevare la questione", hanno detto, spiegando come l'obiettivo dell'azienda è "fare pressione su di loro per spingerli ad utilizzare meno carburante per far risparmiare la Ryanair". E questo metodo "ha delle conseguenze sulla sicurezza", denunciano i piloti, che non si sentono liberi di parlare con la società per paura di essere puniti: "Il management della Ryanair è come una dittatura", ha detto un ex pilota.
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martedì 11 dicembre 2012
Ilda Boccassini
"C'è un magistrato, un'affascinante donna dai capelli rossi, che fu amica di Giovanni Falcone, la quale dopo gli attentati di Capaci e via D'Amelio andò in Sicilia e fece arrestare gli esecutori materiali delle due stragi: Ilda Boccassini. Una donna tenace, che non si ferma di fronte a nulla, che ha un unico obiettivo, quello di far trionfare la giustizia, come aveva fatto a Palermo il giudice Falcone nel maxi processo contro la mafia."
Enzo Biagi
Anche oggi la Boccassini ha dato prova della sua tenacia tenendo testa alle farneticazioni di Ghedini (detto "la salma"): FORZA ILDA SIAMO TUTTI CON LEI!
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lunedì 10 dicembre 2012
LA MACCHININA SI MUOVE
VEDO
UNA BOTTIGLIETTA D'ACQUA, DUE BASTONCINI DI LEGNO, QUATTRO TAPPINI
COLORATI E TANTA ALLEGRIA, QUANDO LA MACCHININA SI MUOVE!
PROBABILMENTE
NON HANNO NEANCHE BEVUTO L'ACQUA, PERCHE' LA BOTTIGLIETTA L'HANNO
RACCOLTA IN QUALCHE DISCARICA, DI PERIFERIA! POI PENSO QUANDO GUARDO I
CARTONI ANIMATI COL MIO BIMBO, ORMAI POTREI FARE IL CRITICO
DELL'ANIMAZIONE E NON SOLO! PENSO ALLE PUBBLICITA CHE SCORR
ONO
DAVANTI AGLI OCCHI, PUBBLICITA' DI BAMBINI TUTTI SORRIDENTI, FALSI
SORRISI CHE GIOCANO A FAR LA GUERRA E BAMBINE CHE SI MUOVONO E SON
VESTITE DA PICCOLE LOLITE (MA LI HANNO I GENITORI? CERTO CHE LI HANNO,
GUADAGNANO SU QUESTO!), PROPRIO BEGLI ESEMPI ED ALLORA IL MIO PENSIERO
RITORNA A QUELLA MACCHININA, A QUELLA BOTTIGLIETTA, A QUELLE RUOTINE CHE
GIRANO, MA SOPRATTUTTO IL MIO PENSIERO RITORNA A QUEI BIMBI, ALLA LORO
GIOIA, VERA CHE NESSUNO POTRA' MAI PORTAR LOR VIA!
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venerdì 7 dicembre 2012
Il termine tibetano per meditazione è gom
CONCERTO CAMPANE TIBETANE
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"Il termine tibetano per meditazione è gom, che significa «familiarizzare».
L'oggetto scelto può essere una qualità mentale come la pazienza che
cerchiamo di coltivare in noi stessi attraverso la meditazione
contemplativa. Potrebbe anche essere il ritmo del nostro respiro su cui ci
concentriamo per stabilizzare la mente. Oppure potrebbe essere la chiarezza
e la facoltà di conoscere, vale a dire la nostra coscienza, la cui natura
cerchiamo di comprendere." da "Parole dal Cuore" Tenzin Gyatso,
XIV Dalai Lama.
OTTIMA MUSICA PER RILASSARSI con la Tisana dei Monaci - La tisana dei monaci buddisti, la piu' conosciuta e venduta, importata
direttamente e venduta sul web. Non si trova in erboristeria, ne nei
negozi di integratori.
cerchiamo di comprendere." da "Parole dal Cuore" Tenzin Gyatso,
OTTIMA MUSICA PER RILASSARSI con la Tisana dei Monaci - La tisana dei monaci buddisti, la piu' conosciuta e venduta, importata direttamente e venduta sul web. Non si trova in erboristeria, ne nei negozi di integratori.
Corso di Campane Tibetane - 1 parte - Thonla Sonam - Tibet Milano
- -Corso di Campane Tibetane - 2 parte - Thonla Sonam - Tibet Milano
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mercoledì 5 dicembre 2012
Faro di Kereon
Il Faro di Kereon, rappresenta un vero e proprio monumento eretto in mezzo al mare per via della sua sontuosità esteriore che gli da l’aspetto di un vero e proprio palazzo, ma anche e soprattutto, per i fasti dei suoi interni: cinque meravigliose stanze dove i guardiani di Kereon passavano le loro giornate, mentre all’esterno, le tempeste mettevano a dura prova le fondamenta del faro. Kereon si trova sullo scoglio di Men-Tensel, nei pressi della tenebrosa isola di Ouessant (Bretagna).
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Appaio ergo sum
In un recente articolo, Umberto Eco sottolinea come l’importanza di
costruire e preservare una buona reputazione sia stata sostituita dalla
ricerca della notorietà. Non importa a quale prezzo (raccontare i fatti
propri in TV o addirittura essere accusato di qualche malefatta),
l’importante è poter essere riconosciuto per strada: “Guarda è lui! L’ho
visto in televisione!”.
Andando oltre il discorso di Eco, è letteralmente sotto gli occhi di tutti la consuetudine per cui non solo è normale, ma è anzi auspicabile che ciò che facciamo sia visibile o udibile da chiunque. Nello scompartimento di un treno, parliamo al cellulare degli affari nostri senza preoccuparci del fatto che gli altri passeggeri possano ascoltare. Anzi, forse, inconsciamente compiacendocene. Se andiamo in palestra, è probabile che finiremo per fare esercizio di fronte ad un vetro trasparente che permette ai passanti di vederci mentre sudiamo o zampettiamo al suon di musica. Quando siamo in vacanza, immediatamente pubblichiamo foto e commenti su qualche rete sociale: è così che si fa. Dobbiamo apparire, dobbiamo farci vedere, dobbiamo farci notare: appaio ergo sum.
Ma c’è di più. Oggi, nel 2012, si sta compiendo la profezia espressa nel 1968 da Andy Warhol ( Andrew Warhola Jr., noto come Andy Warhol (Pittsburgh, 6 agosto 1928 – New York, 22 febbraio 1987), è stato un pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e montatore statunitense, figura predominante del movimento della Pop art.): “Nel futuro, tutti potranno avere i loro 15 minuti di notorietà”. Fino a qualche anno fa, infatti, esisteva una ristretta cerchia di persone “famose”, il cui nome appariva sui mezzi di comunicazione che lo rendevano pubblico. Entrare a far parte di questa “élite” e far sì che il proprio nome o le proprie gesta o opere fossero di pubblico dominio era assai difficile. Oggi non è più così. Oggi giornali, siti internet, pagine Facebook, ecc. ci invitano continuamente a “postare” le nostre foto (per esempio di un evento meteorologico o un qualsiasi accadimento), le nostre storie, i nostri video, qualsiasi tipo di contributo.
Noi, gli utenti, scrupolosamente obbediamo. Perché, come afferma Eco e come previde Warhol, vogliamo la nostra sacrosanta parte di notorietà. Ed oggi, grazie ad internet, possiamo ottenerla. La foto della nevicata nella nostra città sarà probabilmente pubblicata sul sito del quotidiano nazionale ed il nostro nome sarà – almeno potenzialmente – letto da milioni di lettori. Saremo famosi! Proprio come aveva previsto Warhol. Con una differenza: non si tratterà di 15 minuti, ma di 15 secondi…
Infatti il nostro “contributo” sarà presto affiancato e sostituito da quelli migliaia di altri volenterosi utenti, così che l’attenzione che un lettore dedicherà al nostro, non potrà durare più di un tempo limitatissimo. In altre parole, nella superficiale frenesia della rete, saremo “notati” solo per qualche secondo. Acquisire una notorietà più “permanente” sarà assai improbabile. Sia perché sarà improbabile che la nostra foto o reportage sollecitato dal sito sia di qualità tale da risaltare sopra tutti gli altri. E sia perché anche se così fosse, sarebbe difficile che il suo valore possa essere effettivamente riconosciuto in mezzo a tutti gli altri.
Il risultato netto dell’operazione è che il sito web (generalizzando) che ci ha invitato a “contribuire” si ritroverà con un gran numero di “contenuti”, ottenuti a costo zero. Senza dover pagare corrispondenti, fotografi, redattori, ecc. Certo, la qualità non sarà necessariamente alta, ma in fondo, nella suddetta superficiale frenesia della rete (e dell’informazione), a chi importa della qualità?
In altre parole, la summenzionata barriera tra “famosi” e “non famosi” è solo apparentemente resa più permeabile da internet. Sì, è vero: il nostro nome ha la effettiva possibilità di essere “notato” da milioni di persone, ma solo per qualche secondo dopo i quali tornerà nell’oblio, confuso nella massa. Chi sta sopra di noi, i “potenti”, i giornalisti, i “famosi” continueranno ad essere tali e noi – allo stesso modo – non cambieremo di una virgola il nostro grado di notorietà. Non solo: obbedendo ad un ordine non pronunciato, avremo invece solertemente contribuito, come volenterosi “stagisti”, ad arricchire ed aumentare il grado di notorietà e “potere” di chi sta sopra di noi ed è già noto e potente.
L’autentica “rivoluzione copernicana” introdotta da programmi come il “Grande Fratello” non sta tanto nell’avere messo in piazza gli affari altrui, quando proprio nel fatto che le case di produzioni televisive, sfruttando l’ansia di notorietà di perfetti sconosciuti (esistevano selezioni per partecipare al “Grande Fratello”), sono oggi in grado di produrre a costi risibili programmi televisivi di enorme successo e grande ritorno economico. Seguendo lo stesso meccanismo, giornali, siti web, ecc. invitano a “partecipare”, sapendo di poter contare su milioni di “volontari” che non solo contribuiranno ad offrire contenuti a costo zero, ma lo faranno anche felici e desiderosi di poterlo rifare.
Anche aziende come compagnie telefoniche hanno compreso: scelgono un testimonial “famoso” e poi invitano la “massa degli utenti” a contribuire ad un progetto come, ad esempio, la produzione di un cortometraggio sul problema del riciclo dei rifiuti. Il successo dell’operazione è assicurato: la compagnia telefonica riceverà migliaia di filmati di entusiasti utenti felici di contribuire e di far parte di un progetto dal così nobile contenuto, tra i quali magari qualcuno è pure di buona qualità. L’azienda produrrà il cortometraggio a costi limitatissimi e migliorerà la propria immagine per l’attenzione dedicata ad un tema così importante e magari si farà pure invitare ad un festival giornalistico dove mostrare le nuove frontiere dell’informazione…
Non c’è nulla di male ad inviare le proprie foto o “regalare” il nostro tempo e le nostre energie inviando i nostri contributi a qualche sito web o giornale. Dobbiamo però ammettere che nessuna dittatura comunista o faraone egizio è mai riuscito ad ottenere tanto dal proprio popolo…
http://www.lundici.it/2012/10/15-secondi-di-notorieta/
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Andando oltre il discorso di Eco, è letteralmente sotto gli occhi di tutti la consuetudine per cui non solo è normale, ma è anzi auspicabile che ciò che facciamo sia visibile o udibile da chiunque. Nello scompartimento di un treno, parliamo al cellulare degli affari nostri senza preoccuparci del fatto che gli altri passeggeri possano ascoltare. Anzi, forse, inconsciamente compiacendocene. Se andiamo in palestra, è probabile che finiremo per fare esercizio di fronte ad un vetro trasparente che permette ai passanti di vederci mentre sudiamo o zampettiamo al suon di musica. Quando siamo in vacanza, immediatamente pubblichiamo foto e commenti su qualche rete sociale: è così che si fa. Dobbiamo apparire, dobbiamo farci vedere, dobbiamo farci notare: appaio ergo sum.
Ma c’è di più. Oggi, nel 2012, si sta compiendo la profezia espressa nel 1968 da Andy Warhol ( Andrew Warhola Jr., noto come Andy Warhol (Pittsburgh, 6 agosto 1928 – New York, 22 febbraio 1987), è stato un pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e montatore statunitense, figura predominante del movimento della Pop art.): “Nel futuro, tutti potranno avere i loro 15 minuti di notorietà”. Fino a qualche anno fa, infatti, esisteva una ristretta cerchia di persone “famose”, il cui nome appariva sui mezzi di comunicazione che lo rendevano pubblico. Entrare a far parte di questa “élite” e far sì che il proprio nome o le proprie gesta o opere fossero di pubblico dominio era assai difficile. Oggi non è più così. Oggi giornali, siti internet, pagine Facebook, ecc. ci invitano continuamente a “postare” le nostre foto (per esempio di un evento meteorologico o un qualsiasi accadimento), le nostre storie, i nostri video, qualsiasi tipo di contributo.
Noi, gli utenti, scrupolosamente obbediamo. Perché, come afferma Eco e come previde Warhol, vogliamo la nostra sacrosanta parte di notorietà. Ed oggi, grazie ad internet, possiamo ottenerla. La foto della nevicata nella nostra città sarà probabilmente pubblicata sul sito del quotidiano nazionale ed il nostro nome sarà – almeno potenzialmente – letto da milioni di lettori. Saremo famosi! Proprio come aveva previsto Warhol. Con una differenza: non si tratterà di 15 minuti, ma di 15 secondi…
Infatti il nostro “contributo” sarà presto affiancato e sostituito da quelli migliaia di altri volenterosi utenti, così che l’attenzione che un lettore dedicherà al nostro, non potrà durare più di un tempo limitatissimo. In altre parole, nella superficiale frenesia della rete, saremo “notati” solo per qualche secondo. Acquisire una notorietà più “permanente” sarà assai improbabile. Sia perché sarà improbabile che la nostra foto o reportage sollecitato dal sito sia di qualità tale da risaltare sopra tutti gli altri. E sia perché anche se così fosse, sarebbe difficile che il suo valore possa essere effettivamente riconosciuto in mezzo a tutti gli altri.
Il risultato netto dell’operazione è che il sito web (generalizzando) che ci ha invitato a “contribuire” si ritroverà con un gran numero di “contenuti”, ottenuti a costo zero. Senza dover pagare corrispondenti, fotografi, redattori, ecc. Certo, la qualità non sarà necessariamente alta, ma in fondo, nella suddetta superficiale frenesia della rete (e dell’informazione), a chi importa della qualità?
In altre parole, la summenzionata barriera tra “famosi” e “non famosi” è solo apparentemente resa più permeabile da internet. Sì, è vero: il nostro nome ha la effettiva possibilità di essere “notato” da milioni di persone, ma solo per qualche secondo dopo i quali tornerà nell’oblio, confuso nella massa. Chi sta sopra di noi, i “potenti”, i giornalisti, i “famosi” continueranno ad essere tali e noi – allo stesso modo – non cambieremo di una virgola il nostro grado di notorietà. Non solo: obbedendo ad un ordine non pronunciato, avremo invece solertemente contribuito, come volenterosi “stagisti”, ad arricchire ed aumentare il grado di notorietà e “potere” di chi sta sopra di noi ed è già noto e potente.
L’autentica “rivoluzione copernicana” introdotta da programmi come il “Grande Fratello” non sta tanto nell’avere messo in piazza gli affari altrui, quando proprio nel fatto che le case di produzioni televisive, sfruttando l’ansia di notorietà di perfetti sconosciuti (esistevano selezioni per partecipare al “Grande Fratello”), sono oggi in grado di produrre a costi risibili programmi televisivi di enorme successo e grande ritorno economico. Seguendo lo stesso meccanismo, giornali, siti web, ecc. invitano a “partecipare”, sapendo di poter contare su milioni di “volontari” che non solo contribuiranno ad offrire contenuti a costo zero, ma lo faranno anche felici e desiderosi di poterlo rifare.
Anche aziende come compagnie telefoniche hanno compreso: scelgono un testimonial “famoso” e poi invitano la “massa degli utenti” a contribuire ad un progetto come, ad esempio, la produzione di un cortometraggio sul problema del riciclo dei rifiuti. Il successo dell’operazione è assicurato: la compagnia telefonica riceverà migliaia di filmati di entusiasti utenti felici di contribuire e di far parte di un progetto dal così nobile contenuto, tra i quali magari qualcuno è pure di buona qualità. L’azienda produrrà il cortometraggio a costi limitatissimi e migliorerà la propria immagine per l’attenzione dedicata ad un tema così importante e magari si farà pure invitare ad un festival giornalistico dove mostrare le nuove frontiere dell’informazione…
Non c’è nulla di male ad inviare le proprie foto o “regalare” il nostro tempo e le nostre energie inviando i nostri contributi a qualche sito web o giornale. Dobbiamo però ammettere che nessuna dittatura comunista o faraone egizio è mai riuscito ad ottenere tanto dal proprio popolo…
http://www.lundici.it/2012/10/15-secondi-di-notorieta/
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martedì 4 dicembre 2012
Turchia: multa per i Simpson - Dio e il Diavolo
Dio versa il caffè al Diavolo: multa di 23mila euro per i Simpson
Turchia - Il Rtuk, supremo Consiglio per la radio e la televisione turca, ha multato la CNBC-E per una puntata dei Simpson andata in onda sull’emittente privata. Lo riporta il quotidiano Hurriyet che spiega che la multa è stata emessa per la puntata coniderata blasfema, in cui Dio serve il caffè al diavolo. Questo uno dei tanti passaggi ritenuti offendivi e blasfemi.
Il rapporto - Secondo il rapporto stilato poi dalla Rtuk, i Simpson incoraggerebbero i giovani a bere alcol per Capodanno e incititerebbero alla blasfemia,
facendola passare per ammissibile: "Uno dei protagonisti sta abusando
della fede religiosa di un altro per fargli commettere dei crimini. La Bibbia è data pubblicamente alle fiamme e in una scena Dio e il Diavolo sono ritratti in corpi umani".
Scritto da Mathew Myladoor
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mercoledì 28 novembre 2012
Il software per l'economia domestica - Gratis
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Con l'arrivo della crisi propongo agli utenti questo
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martedì 27 novembre 2012
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