Addio
Sergio Bonelli
il re dei fumetti
Nato il 2 dicembre del 1932 a Milano, era figlio di Gian Luigi Bonelli, che aveva inventato il personaggio di Tex Willer. Tra i titoli di punta della casa editrice anche Mister No, Zagor, Nathan Never.
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Ascolta nel video in alto l'intervista a Alfredo Castelli, sceneggiatore di Martin Mystere
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Guarda il servizio di SkyTG24
Con Sergio Bonelli, morto lunedì 26 all'età di 79 anni, se ne va l'uomo che ha reso popolare il fumetto italiano d'avventura. E' stato lui a trasformare Tex, che era stato creato dal padre Gian Luigi, in un vero e proprio fenomeno di cultura pop, sicuramente il più celebre dei personaggi del made in Italy fumettaro .
Nato a Milano il 2 dicembre 1932, da una famiglia di cui hanno sempre fatto parte i fumetti - la madre, Tea, prese in mano le redini della casa editrice Audace nel dopoguerra - Bonelli era editore e sceneggiatore, dunque non disegnava, ma aveva una fantasia alla Sergio Leone, che, prima di girarli, immaginava i suoi film fotogramma per fotogramma. Un personaggio fuori dal comune, nemico della tecnologia, affezionato al bianco e nero, innamorato del Brasile e dell'Amazzonia dove amava compiere viaggi avventurosi che nutrivano la sua passione per la magia e per le usanze dei popoli di quelle terre lontane e che ispirarono Mister No, una sorta di suo alter ego la cui pubblicazione, nel 1975, segna il suo passaggio alla guida della casa editrice.
La sua prima creatura originale è Zagor, firmato nel 1961 con lo pseudonimo di Guido Nolitta, una sorta di difensore dei più deboli del West, amico degli Indiani che pure gli avevano ucciso il padre, a sua volta spietato massacratore dei nativi d'America. Insieme a Tex è, ancora oggi, una delle star delle casa editrice di famiglia.
L'altra grande intuizione di Sergio Bonelli è stata quella di aprire le porte dei suoi albi a personaggi in linea con la fantascienza contemporanea: il primo caso è Martin Mystere, "il detective dell'impossibile" cui seguirà Natan Never, un'invenzione che si muove in un prossimo futuro alla Blade Runner. C'è poi il caso Dylan Dog, creazione di Tiziano Sclavi, un clamoroso successo editoriale e non solo, non per caso approdato anche al cinema. Tra le sue creature anche, Julia la criminologa che somiglia ad Audrey Hepburn.
Sergio Bonelli ha dato un contributo unico alla diffusione del fumetto italiano, mantenendo un approccio al suo lavoro che era una combinazione felice tra artigianato, creatività e genialità imprenditoriale che poggiava su una quasi infallibile capacità di nutrire la fantasia del pubblico.
In un'intervista rilasciata appena pochi giorni fa, Bonelli si raccontava così: "Io non sono mai stato bravo a disegnare e mi sono improvvisato editore però ero già un lettore accanito e appassionato. Ero già in grado di distinguere tra un disegno e l'altro. Sapevo a memoria tutti i fumetti che uscivano nelle edicole. Mi sono lasciato prendere dalla passione per i fumetti. Quando vedevo in giro sceneggiatori e disegnatori bravi non sapevo resistere alla voglia di collaborare con questi talenti e allora mi prendevo la briga di mettere in cantiere una pubblicazione nuova".
Unico suo rammarico, non avere il coraggio di Tex, come egli stesso confessò quando nel 1995 venne processato per avere pagato 300 milioni ad un ufficiale della Guardia di Finanza di Milano per evitare una verifica fiscale alla sua casa editrice.
http://tg24.sky.it/tg24/spettacolo/2011/09/26/sergio_bonelli_morto_editore_tex_dylan_dog_nathan_never_zagor_mister_no.html
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