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mercoledì 23 marzo 2011

L'origine dei Monaci Guerrieri



L'origine dei Monaci Guerrieri


Fu probabilmente il 1119 l’anno di fondazione dell’Ordine, data di presentazione dei cavalieri al Re di Gerusalemme Baldovino II, al quale avrebbero dichiarato di essere disposti a proteggere i pellegrini lungo le pericolose strada tra Jaffa, dove essi approdavano sulla costa palestinese, e Gerusalemme.
Baldovino diede loro come alloggi un'ala della parte orientale del proprio palazzo, situato nell’area che si pensava avesse ospitato il Tempio di Salomone, accanto all’antica moschea di Al-Aqsa.
Fu in questo primo periodo che il nome di "Poveri Soldati di Cristo" si arricchì della dicitura “e del tempio di Salomone", per essere poi semplicemente abbreviato con il termine "Templari".
I Cavalieri erano laici che avevano promesso di vivere in obbedienza, povertà e castità, secondo la regola di Sant’Agostino. Non indossavano alcun indumento religioso particolare. A nutrirli pensava il re, il Patriarca di Gerusalemme e l’alto clero.
Il primo sigillo del nuovo Ordine rappresentava da una parte la Cupola della Roccia e dall'altra due cavalieri su un cavallo, a simboleggiare la povertà e la fratellanza che professavano.
In questo periodo i Templari incontrarono grandi difficoltà, sia dal punto di vista militare (erano pochi) che da quello economico, e sembra che stessero per abbandonare il loro compito.
Divenne perciò necessario trovare una posizione chiara e precisa tra i tanti ordini cavallereschi che avevano preso le armi.
Nel 1127 Hugues de Payns, futuro primo maestro del Tempio, accompagnato da alcuni cavalieri, tornò in Occidente con vari obbiettivi:
-dare all'Ordine una regola accettata ufficialmente dalla Chiesa;
-ottenere finanziamenti;
-arruolare volontari.
Il viaggio durò tre anni, e probabilmente Hugues passò anche da Roma da papa Onorio II, per poi recarsi in Francia a Troyes all’incontro che avrebbe reso immortali i Templari.
Al Concilio, che nel 1128 si tenne nella località francese, parteciparono il cardinale Matteo d'Albano, legato del papa in Francia, gli arcivescovi di Reims e di Sens, e numerosi abati. Assistettero all’assemblea anche autorità laiche come il conte di Champagne e il conte di Nevers.
Si doveva redigere un regolamento che, tenendo conto delle particolari situazioni della Terrasanta, garantisse ai Cavalieri Templari sia vita religiosa che vita militare.
L’incarico di sviluppare questo statuto fu assunto da Bernard de Clairvaux (Bernardo di Chiaravalle) uno dei più importanti uomini religiosi del tempo, già promotore dell’Ordine monastico cistercense, i cui ideali inneggiavano al lavoro manuale e alla vita di solitudine, rifiutando il potere e la ricchezza.
L’abate Bernardo (futuro santo), soprannominato "Doctor Mellifluus" per la sua eloquenza, sottoponendo al concilio l’approvazione della Regola l’accompagnò di un proclama elogiativo all'Ordine: "De laude novae militiate".
La figura di monaco-guerriero istituzionalizzata con sigillo papale nel Concilio di Troyes fu rivoluzionaria, e San Bernardo riuscì magistralmente a scavalcare la tradizionale classificazione sociale formata da: Bellatores (coloro che combattevano), Oratores (coloro che pregavano) e Laboratores (coloro che lavoravano), riunendo le funzioni di preghiera e combattimento in un’unica figura.
Dall’emanazione della regola, e fino alla soppressione dell’Ordine (1312), grazie agli scritti di San Bernardo e alle ingenti donazioni ricevute, i Templari diventarono l’organizzazione più popolare e potente di quel tempo.


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