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lunedì 27 dicembre 2010
Ogni anno 5mila animali uccisi X I Botti di Capodanno
Ogni anno 5mila animali uccisi X I Botti di Capodanno
Secondo l'Aidaa «I fuochi d'artificio sono deleteri per i nostri amici domestici». Petizione on line e telefono amico. Consigli per i padroni
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Che i botti di Capodanno creassero notevoli problemi, ce lo ricordano ogni anno i bollettini di guerra dei telegiornali nei giorni successivi: mutilazioni e a volte addirittura decessi dovuti alle esplosioni.
Il pericolo però non esiste solo per gli esseri umani: ogni anno 5mila animali muoiono di crepacuore per lo spavento dei fuochi d'artificio che si sentono per le strade di tutto il Paese. Il forte spavento infatti mette a rischio soprattutto gli esemplari già malati o in là con gli anni, per non parlare poi degli animali di piccola taglia o dei i volatili. Lo dichiara l'Aidaa (associazione italiana per la difesa di animali e ambiente), e in particolare il suo presidente, Lorenzo Croce, aggiungendo parole non certo lodevoli nei confronti di chi, nonostante le centinaia di firme raccolte, continua a tormentare cani e padroni con i botti.
«Ci vorrebbe una notte di pioggia battente -dichiara Croce in un messaggio ripreso dalle agenzie - Così che i fuochi d'artificio sarebbero ridotti al minimo, ma è assurdo ovviamente sperare nella pioggia per combattere l'imbecillità di coloro che passano la notte dell'ultimo dell'anno a tirare fuochi d'artificio e botti per le strade italiane. Noi come al solito saremo attivi per dare le informazioni sui veterinari aperti nelle maggiori città italiane, anche se ci auguriamo che le autorità pubbliche applicando il buon senso vietino e limitino l'uso dei botti. Ovviamente noi rilanciamo la petizione on line per dire basta a questa usanza grossolana».
Per venire incontro ai disperati padroni che ogni anno devono rincorrere i loro amici animali per le vie cittadine a causa dello spavento, l'Aidaa quest'anno ha istituito anche un numero amico dove i volontari rispondono (numero 392 6552051) per dare consigli e informazioni sui pronto soccorsi veterinari aperti.
Tra i consigli forse più utili: non tenere il cane legato alla catena, perché potrebbe strozzarsi cercando di divincolarsi; tenerlo nel proprio appartamento, possibilmente in una stanza non troppo illuminata e con musica in sottofondo in modo da coprire i rumori, ed infine passeggiare con il cane al guinzaglio.
Per quel che riguarda il gatto non deve essere lasciato solo in giardino o sul balcone: potrebbe scappare, perdendo l'orientamento.
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venerdì 24 dicembre 2010
IL MAGO DI NATALE
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IL MAGO DI NATALE
S'io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
...in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.
S'io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
...in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.
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mercoledì 22 dicembre 2010
BABBO NATALE versus GESU' BAMBINO
BABBO NATALE versus GESU' BAMBINO
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Si avvicina anche quest’anno la festività del 25 dicembre, oggi conosciuta come Natale commercial-cristiano. Dal punto di vista storico la ricorrenza era associata alla celebrazione di divinità antecedenti Cristo di secoli: è il caso degli dei babilonesi Tammuz e Shamas (3000 a.C.) e più in generale di divinità associate al sole che confluirono nella festività romana, egiziana e siriana del Sol Invictus. L’associazione con la rinascita del sole dal buio invernale (anche Sol Indiges) ha collocato queste celebrazioni intorno al 21 o 22 dicembre proprio per ricordare il solstizio invernale, cioè il giorno in cui, a causa dell’inclinazione dell’asse terrestre rispetto all’eclittica, la notte ha durata massima per poi ciclicamente diminuire fino al solstizio estivo del 20 o 21 giugno, giorno in cui sono le ore di luce ad avere il loro massimo.
L’attributo “commerciale” invece deriva dal fatto che, oltre a essere la festa del consumismo per eccellenza (un osservatore esterno potrebbe pensare che si celebri il Dio Denaro), la figura stessa di Babbo Natale come la intendiamo oggi (grasso e barbuto vecchietto vestito di rosso e bianco) è in realtà stata introdotta negli anni 30 da una fortunata campagna pubblicitaria della Coca-Cola.
Santa Claus (San Nicola) infatti era una figura derivante dal vescovo cristiano San Nicola di Myra che poi è stata rielaborata da diverse tradizioni dell’Europa centrale e del nord. In queste raffigurazioni, però, il personaggio acquisisce una caratterizzazione più “silvestre” e infatti i colori tipici sono quelli di un lungo mantello verde ornato di pelliccia.
Lo “Spirito del Natale” già citato da Dickens dovrebbe renderci tutti più buoni, ma regolarmente ogni anno si ripete un fenomeno molto particolare, per certi versi paradossale e grottesco. Come successo a Garlasco nel 2008 e in provincia di Lecco l’anno scorso (ma anche in Inghilterra qualche anno fa), durante le prediche del periodo natalizio qualche illuminato servo di Dio coglie l’occasione per ricordare ai bambini presenti in chiesa la non-esistenza di Babbo Natale, con conseguenti pianti a dirotto e madri alterate. I preti più “preparati” spiegano anche con l’ausilio di semplici calcoli che il tempo pro-capite per ogni singolo bambino è infinitesimale anche senza considerare quello impiegato dalle renne per trainare la slitta da un posto all’altro nel mondo. Non abbiamo notizia se sia mai stato citato anche il “Problema del Commesso Viaggiatore“.
Quello che lascia con un misto tra lo sbigottimento e l’indignazione è il fatto che l’infanzia è forse l’unico momento della vita in cui è salutare, poetico e legittimo credere in qualcosa di fantastico e irreale. Quello che lascia invece sbalorditi è che una tale cattiveria gratuita venga amministrata da una casta che basa sull’ignoranza e sulla credenza a fenomeni scientificamente assurdi non solo la propria fede ma anche la propria ricchezza. L’immacolata concezione, la resurrezione, tutti i vari episodi stregoneschi citati nella Bibbia, ogni singolo dogma non sono meno risibili della storia di Babbo Natale e rendono la religione cristiana una intricata architettura di favole condite da un cieco oltranzismo reazionario verso qualsiasi possibile avanzamento civile, culturale e sociale.
Perché quindi i bambini non possono essere liberi di credere in una storia folkloristica che abbandoneranno da soli crescendo, mentre gli stessi religiosi adulti che distruggono questi sogni trovano salvifico e giusto credere in cose non meno assurde?
Proprio i preti, che si comportano come rigorosi censori dei sogni dei bambini nel periodo natalizio, durante il resto dell’anno si prodigano a ‘forgiarne’ le menti attraverso battesimo, catechismo, didattica nelle scuole cattoliche e ora di religione in quelle pubbliche.
di Daniele Raimondi
Fonte: cronachelaiche.it
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lunedì 20 dicembre 2010
CORTE DEI CONTI, INDAGINI SU CONSULENTI DI BRAMBILLA
La Brambilla e il saluto romano
il video che imbarazza il ministro
di ANTONELLO CAPORALE
La Brambilla a Lecco
ROMA - Il fotogramma era eloquente ma parziale: il braccio teso, la mano dritta a punta, il corpo fermo, gli occhi fissi nel vuoto. Intenso e partecipato. Il video, che potete guardare su repubblica.it, raccoglie in un modo ancor più emozionante la scena immortalata dal reporter della Gazzetta di Lecco alla festa dell'Arma dei Carabinieri. Tra fasce tricolori e divise sull'attenti, Michela Vittoria Brambilla, neoministro per il Turismo, tende dinamicamente a sopravanzare il corteo istituzionale irregimentato ma piuttosto moscio e allunga il braccio fino a farlo puntare quasi al cielo. "Fa ridere soffermarsi sull'angolazione del mio gomito", commentò alla vista delle foto. Al video, che pure ha potuto visionare, ha deciso invece di rispondere col silenzio.
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Pur essendo a libro paga del ministero del Turismo, avrebbero svolto attivita' di partito. La Corte dei Conti di Roma, per valutare l'esistenza di ipotesi di danno erariale, ha aperto un'istruttoria sull'attivita' del ministro Michela Vittoria Brambilla e sul ministero del Turismo. L'ipotesi di danno e' utilizzo di risorse pubbliche per lo svolgimento di attivita' diverse da quelle oggetto delle consulenze.
L'istruttoria della Procura del Lazio della Corre dei Conti, guidata da Pasquale Iannantuono, e' stata aperta dopo notizie di stampa di meta' novembre scorso secondo le quali alcune persone (10 o 15) assunte presso il ministero del Turismo come consulenti per il rilancio dell'immagine dell'Italia svolgerebbero attivita' di partito.
Secondo quanto si e' appreso, si tratterebbe di persone con varie provenienze, ma tutte quante caratterizzate dal fatto di avere lavorato nel settore dello spettacolo nelle televisioni Mediaset. Pur essendo a libro paga del ministero stesso o di strutture dipendenti dallo stesso, avrebbero svolto attivita' presso i Circoli della liberta'.
Si tratterebbe di persone con le quali lo stesso ministro Brambilla aveva o avrebbe lavorato in passato nel mondo dello spettacolo. In particolare, l'attivita' svolta si sarebbe incentrata tutta in Lombardia. Da questa notizia di stampa, la Corte dei Conti e' partita con la sua istruttoria. Dagli uffici di viale Mazzini si sottolinea come necessario esaminare i contratti.
Da cio' il fatto che partira' a giorni la richiesta al ministero di fornire tutta la documentazione. In particolare, quattro i 'punti d'interesse': l'oggetto delle consulenze, la durata delle stesse, i curricula degli assunti e il compenso per loro stabilito. I magistrati contabili valuteranno se le consulenze erano necessarie o meno, visto che sono stati richiesti tagli economici generalizzati e di rilevante dimensione.
L'ipotesi di lavoro e' ovviamente quella di danno erariale, tenuto conto che proprio l'ultima manovra finanziaria ha ribadito e aggravato le condizioni di rigore per il conferimento di incarichi di consulenza nelle pubbliche amministrazioni.
Fonte: unita.it
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mercoledì 15 dicembre 2010
Baciarsi sotto il vischio porta fortuna
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Baciarsi sotto il vischio, leggenda o...
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I Druidi attribuivano al vischio un grande potere. Essendo una pianta aerea, che non ha radici ma vive attaccata al tronco di altri alberi, era considerata manifestazione degli dei che vivono in cielo; il toccare l'umana terra avrebbe voluto dire perdere i propri preziosi poteri. In effetti se usato bene aveva effetti curativi e miracolosi, se usato male poteva essere velenoso.
Viene definita la pianta della Luna, grazie alle sue bacche bianche e lattiginose, che quasi brillano al buio. I Celti usavano coglierlo soltanto in caso di reale necessità e con un falcetto d'oro, vestiti di bianco, scalzi e digiuni.
Il vischio era anche la pianta associata alla dea anglosassone Freya (o Frigga), sposa del dio Odino e protettrice dell'amore e degli innamorati. La leggenda narra che Freya aveva due figli, Balder e Loki. Il secondo, cattivo e invidioso, voleva uccidere il primo, buono e amato da tutti.
Venuta a conoscenza di ciò Freya cercò di proteggere Balder e chiese a Fuoco, Acqua, Terra, Aria e a tutti gli animali e le piante di giurare la loro protezione per l'incolumità del figlio, e così fecero.
Loki però scoprì che la madre non si era rivolta ad una pianta, che non viveva né sopra né sotto terra: il vischio. Intrecciando i rami di questa pianta fece così un dardo appuntito, lo diede al dio cieco dell'inverno, che lo tirò dal suo arco e colpì, uccidendolo, Balder.
Tutti gli elementi della Terra e del Cielo si rattristarono per la morte dell'amato Balder e per tre giorni e tre notti cercano con tutte le loro forze di riportarlo in vita, ma non riuscirono. Freya, rassegnata e disperata, pianse tutto il suo dolore sul corpo del figlio. Magicamente, le lacrime sincere della madre, a contatto con il dardo di vischio, diventarono le bacche perlate della pianta e Balder riprese vita. Così Freya, colma di felicità, ringraziò chiunque passasse sotto l'albero su cui cresceva il vischio con un bacio.
Da lì in poi la dea vuole che chi sta sotto il vischio si baci, per avere la sua protezione eterna, simbolo della vita e dell'amore che sconfigge anche la morte.
Nel Cristianesimo questa simbologia è stata mantenuta e il vischio significa fortuna, protezione e amore. Si usa regalarlo durante il periodo natalizio, oppure usarlo come decorazione per i pacchi o da appendere sulla porta di casa, come buon auspicio per chiunque entri. Se due innamorati si baciano sotto un ramoscello terranno lontani da loro problemi e difficoltà.
Se nel periodo natalizio una ragazza che si trova sotto il vischio non viene baciata dal suo amato non si sposerà per l'intero anno a venire.
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X Wikileaks siamo assolutamente irrilevanti
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Insomma, leggendo oggi i documenti di Wikileaks, abbiamo solo una conferma. Sul piano internazionale contiamo poco se non nulla, preoccupiamo solo per quanto riguarda le vicende personali del nostro premier e complessivamente siamo ritenuti la periferia dell’Impero. Perché non abbiamo ruolo, perché i problemi reali sono altri, la Cina e il Medio Oriente in particolare, perché Obama, e la Clinton, ci ritengono solo dei furbacchioni un po’ rumorosi, gente che non sa stare educatamente a tavola, ospiti scomodi. Perfino sul piano delle rivelazioni di Wikileaks siamo assolutamente irrilevanti.
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lunedì 6 dicembre 2010
Dormire in un faro, una vacanza alternativa
Dormire in un faro una vacanza alternativa | ||||
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Fin dalla sua comparsa sulle coste del mondo il faro ha affascinato navigatori, esploratori e viaggiatori di ogni tempo. Il mistero e l’incanto dei fari, però, colpiscono anche la sensibilità e l’immaginazione delle persone comuni, che in queste sentinelle luminose, che bucano il cielo e illuminano le distese marine, hanno visto l’emblema dell’avventura, ma anche della riflessione, della tranquillità e della bellezza.
Dormire in un faro è nato come ideale completamento del libro sui fari d’Europa pubblicato da Magenes nel 2008, in cui si ripercorrono la loro storia e il funzionamento, si propongono suggestioni artistiche e si forniscono le schede dettagliate di oltre trecento fari di Italia, Spagna, Francia e Croazia.
Quel primo libro era stato un viaggio di conoscenza. Ora, per consentirvi di godere delle meraviglie legate al soggiorno nei fari, abbiamo pensato di raccogliere per la prima volta, in due volumi, i dati relativi a tutti i fari del mondo in cui è possibile pernottare.
Nelle schede, infatti, troverete le informazioni necessarie per scegliere, prenotare e affittare un faro a vostra scelta, per trascorrere le vacanze nei luoghi più belli del globo: dall’Europa all’America, dall’Africa all’Australia. Abbiamo fornito la scheda tecnica di tutti i fari, con le caratteristiche del segnale luminoso, l’anno di costruzione, l’altezza della torre e del piano focale, l’ubicazione geografica e una breve descrizione. Oltre a ciò, abbiamo inserito tutte le informazioni per raggiungere i fari via terra, dettagli sui siti di interesse nella zona, cenni storici e curiosità.
Una guida completa, agile e utile, per invitarvi a provare un’esperienza unica e gratificante: quella di sentirsi un po’ come i guardiani di una volta, custodi di queste salde e maestose sentinelle del mare.
Francesca Cosi
Alessandra Repossi
Francesca Soldavini
Dormire in un faro è nato come ideale completamento del libro sui fari d’Europa pubblicato da Magenes nel 2008, in cui si ripercorrono la loro storia e il funzionamento, si propongono suggestioni artistiche e si forniscono le schede dettagliate di oltre trecento fari di Italia, Spagna, Francia e Croazia.
Quel primo libro era stato un viaggio di conoscenza. Ora, per consentirvi di godere delle meraviglie legate al soggiorno nei fari, abbiamo pensato di raccogliere per la prima volta, in due volumi, i dati relativi a tutti i fari del mondo in cui è possibile pernottare.
Nelle schede, infatti, troverete le informazioni necessarie per scegliere, prenotare e affittare un faro a vostra scelta, per trascorrere le vacanze nei luoghi più belli del globo: dall’Europa all’America, dall’Africa all’Australia. Abbiamo fornito la scheda tecnica di tutti i fari, con le caratteristiche del segnale luminoso, l’anno di costruzione, l’altezza della torre e del piano focale, l’ubicazione geografica e una breve descrizione. Oltre a ciò, abbiamo inserito tutte le informazioni per raggiungere i fari via terra, dettagli sui siti di interesse nella zona, cenni storici e curiosità.
Una guida completa, agile e utile, per invitarvi a provare un’esperienza unica e gratificante: quella di sentirsi un po’ come i guardiani di una volta, custodi di queste salde e maestose sentinelle del mare.
Francesca Cosi
Alessandra Repossi
Francesca Soldavini
La casa editrice Magenes pubblica i due volumi dal titolo Dormire in un faro. Guida alle vacanze nei fari più belli del mondo, a cura di Francesca Cosi, Alessandra Repossi e Francesca Soldavini.
Il primo è dedicato ai fari in Europa (187 pp, 19 Eu), il secondo a quelli in America, Australia e Asia (160 pp, 18 Eu).
Di seguito vi proponiamo l'introduzione ai volumi delle autrici e una serie di scatti di alcuni dei fari citati nelle due guide.
http://www.mentelocale.it/28745-dormire-in-un-faro-una-vacanza-alternativa/
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mercoledì 1 dicembre 2010
Mamma Rai avrebbe pagato un milione di euro per l’opera cinematografica di ...
Michelle “Dragomira” Bonev e quel milione di euro pagato dalla Rai.
E NON VOLEVANO PAGARE BENIGNI A " VIENI VIA CON ME " , MA QUESTA KI E' ???
E NON VOLEVANO PAGARE BENIGNI A " VIENI VIA CON ME " , MA QUESTA KI E' ???
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Mamma Rai avrebbe pagato un milione di euro per l’opera cinematografica di Michelle “Dragomira” Bonev, l’attrice cara al premier Silvio Berlusconi. Secondo quanto scrive Il Fatto quotidiano per i diritti di Goodbye Mama, il film che si è aggiudicato un insolito premio, sembra creato ad hoc, al festival di Venezia ha avuto un finanziamento quando ancora non era distribuito né in Italia, né in Bulgaria.
Mentre il film di Paolo Sorrentino “Il divo” si prendeva una porta in faccia dall’azienda pubblica a novembre 2009 la Bonev si vedeva recapitare un bel gruzzoletto per la sua fatica. Secondo quanto scrivono Malcom Pagani e Carlo Tecce sul Fatto dietro l’operazione di sarebbero gli accordi della coppia Berlusconi-Masi.
Il direttore generale della Rai chiese esplicitamente con una lettera a Caterina D’amico, allora amministratore delegato di Rai Cinema (controllata al 100 per cento di Rai spa) e ora in corsa per la direzione della Casa del Cinema di Roma, di comprare il film della Bonev. E pare che la scelta, cifra compresa, fosse stata imposta dall’alto.
Per la D’Amico la responsabilità sembra scivolare dritta su Masi: “Io ho pensato che non fosse affar mio. Non posso farmi carico dei problemi del mondo intero”. Paolo Del Brocco, ad attuale di Rai Cinema, dice al Fatto: “Non ricordo le cifre esatte, non le potrei fornire al telefono, ma rammento soltanto che un anno fa abbiamo acquistato i diritti di Goodbye Mama. La Rai ci chiese di fare quel tipo di operazione. Noi compriamo per suo conto. Siamo solo il braccio che acquista, non sappiamo se andrà in onda, non facciamo i palinsesti”.
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PUPAZZI DI NEVE
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