Il Cohousing ( coabitazione )
Anche in Italia è arrivato il cohousing, tradotto letteralmente dall'inglese “co-abitazione”. Condividere spazi comuni per reciproco vantaggio.
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Dal Nord Europa è arrivato questo nuovo fenomeno del
cohousing: 20 o 30 famiglie, ma a volte anche un numero inferiore, decidono di
condividere degli spazi comuni, ad esempio il giardino, una palestra, la lavanderia nella zona caldaia,ecc. Famiglie estremamente attive che si impegnano in prima persona ad agire in comunità, cioè allontanarsi da quella visone e realtà che caratterizza i nostri condomini e che è peculiare delle nostre città, ovvero persone che vive nello stesso edificio e che a malapena si saluta e si racconta del “tempo che fa” in ascensore, giusto per rompere l’imbarazzante silenzio.
Dalle ricerche sociologiche moderne si ha evidenza che il fenomeno del cohousing nasce in Danimarca negli anni Sessanta, si diffonde quindi in Svezia, poi in Olanda e in Germania, per poi arrivare sino a noi.
Per fare cohousing è necessaria la buona volontà, la voglia di mettersi in gioco, di dedicare del tempo agli altri, di condividere appunto una parte della propria vita con la comunità che vive attorno a noi!
Nascono così spontaneamente
attività di supporto quali ad esempio asili nidi a conduzione familiare, sale per utilizzare in condivisione i computer e magari insegnare ai meno giovani come si legge la posta elettronica e come si naviga nel web, assistere persone bisognose, anziane o malate, prestare la propria auto (car sharing), ecc. Tutte azioni concrete che si evidenziano nel quotidiano.
Pensate un solo secondo a ciò che accadeva qualche decennio fa, ad esempio nelle comunità contadine, chiuse in quegli enormi casolari o cascine il cui perimetro era saggiamente chiuso fino a formare un quadrato, in cui più famiglie vivevano e
condividevano lo stesso cortile. Erano pronte a prestarsi beni di prima necessità, scambiarsi i vestiti o le scarpe per i bambini, ad aiutarsi nell’assistenza delle persone più anziane quando era ancora lontana la figura della badante. Quindi in fondo non si deve cercare troppo lontano, perché si tratta di concetti storicamente antichi, forse solo dimenticati, accantonati, da rispolverare. Certo un tempo il locale lavanderia da condividere non c’era e i panni si lavavano al fiume, tornando con le mani livide e dolenti, oppure il giardino era l’orto, ma tutto sommato sono meccanismi che a mio avviso stanno semplicemente tornando, con la saggezza di un tempo, rivisitate in un contesto di modernità.
Il cohousing è anche altro, è ad esempio la possibilità di
acquistare casa insieme ad altre persone, ad esempio affidandosi direttamente alle cooperative, dove un gruppo di amici decide di acquistare insieme un lotto o un appezzamento di terra ad un prezzo vantaggioso su cui incarica la cooperativa di costruire. Esiste una vera e propria folta cerchia di persone, circa 9.000, iscritte al sito
Cohousing.it e pronte ad iniziare questo tipo di avventura.
Si tratta di una scelta non semplice, se pensate che a volte è già difficile convivere con una sola persona! In questo caso si devono decidere a priori e prima di qualsiasi scelta concreta, delle regole. Chi entra dopo, cioè non è tra i primi partecipanti, deve necessariamente seguire ciò che è stato deciso e adattarsi, senza porre nuovi paletti o cambiamenti, pena la non accettazione nel gruppo.
Tutto questo mi fa venire in mente, anche se molto lontanamente, il bellissimo romanzo
Il signore delle mosche di Golding, o l’altrettanto intrigante e inquietante film
The Beach con Leonardo di Caprio, in cui in effetti si ha un riferimento al prima citato romanzo, dove una neo-comunità accettava o meno i nuovi arrivati, e purtroppo ciò che esulava da determinate regole non veniva radicalmente accettato.
Insomma non è tutto oro ciò che luccica, e anche in questo caso è possibile dire che l’idea è davvero buona e meritevole di attenzione, ma gli elementi da considerare per la sua buona riuscita sono davvero molti: da quelli burocratici e amministrativi fino a quelli relazionali e di pura convivenza. Certo la questione economica atta al risparmio al momento dell’acquisto (fino al 15%) è da tenere presente, soprattutto in questi periodi di crisi, così come ad esempio la possibilità di autogestirsi per la pulizia e l’organizzazione condominiale. Tutto è legato alla buona relazione tra condomini e alle regole
chiare e semplici che vanno poste e rispettate.
Leggendo alcune testimonianze, emergono la bellezza ed il fascino di alcune scelte di cohousing, dove ad esempio alcune comunità hanno scelto di dedicare uno degli spazi comuni per gestire piccole riparazioni, orti familiari, tutte iniziative che fanno risparmiare tanti soldini e, se gestite in serenità, creano anche saldi legami a livello umano.
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