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mercoledì 10 luglio 2019

State Facendo la Pacchia sulla Nostra Pelle


La pacchia la state facendo voi. Sulla nostra pelle. Sulla nostra vita…  di Una Donna Nigeriana


La pacchia la state facendo voi. Sulla nostra pelle. Sulla nostra vita…
di Una Donna Nigeriana

…. Sui nostri poveri sogni di una vita appena migliore.

La pacchia la state facendo voi. Sulla nostra pelle. Sulla nostra vita…  di Una Donna Nigeriana


Lettera di una immigrata nigeriana al Ministro della Paura e dell’odio.

“Ho visto la sua faccia ieri al telegiornale. Dipinta dei colori della rabbia. La sua voce, poi, aveva il sapore amarissimo del fiele. Ha detto che per noi che siamo qui nella vostra terra è finita la pacchia. Ci ha accusati di vivere nel lusso, rubando il pane alla gente del suo paese. Ancora una volta ho provato i morsi atroci della paura…

Chi sono? Non le dirò il mio nome. I nomi, per lei, contano poco. Niente. Sono una di quelli che lei chiama con disprezzo “clandestini”.

Vengo da un paese, la Nigeria, dove ben pochi fanno la pacchia e sono tutti amici vostri. Lo dico subito. Non sono una vittima del terrorismo di Boko Haram. Nella mia regione, il Delta del Niger non sono arrivati. Sono una profuga economica, come dite voi, una di quelle persone che non hanno alcun diritto di venire in Italia e in Europa.

Lo conosce il Delta del Niger? Non credo. Eppure ogni volta che lei sale in macchina può farlo grazie a noi. Una parte della benzina che usa viene da lì.

Io vivevo alla periferia di Port Harkourt, la capitale dello Stato del Delta del Niger. Una delle capitali petrolifere del mondo. Vivevo con mia madre e i miei fratelli in una baracca e alla sera per avere un po’ di luce usavamo le candele. Noi come la grande maggioranza di chi vive lì.
E’ dura vivere dalle mie parti. Molto dura. Un inferno se sei una ragazza. Ed io ero una ragazza. Tutto è a pagamento. Tutto. Se non hai soldi non vai a scuola e non puoi curarti. Gli ospedali e le scuole pubbliche non funzionano. E persino lì, comunque, se vuoi far finta di studiare o di curarti, devi pagare. E come fai a pagare se di lavoro non ce ne è? La fame, la miseria, la disperazione e l’assenza di futuro, sono nostre compagne quotidiane.

La vedo già storcere il muso. E’ pronto a dire che non sono fatti suoi, vero?

Sono fatti suoi, invece.

Il mio paese, la regione in cui vivo, dovrebbe essere ricchissima visto che siamo tra i maggiori produttori di petrolio al mondo. E invece no.

Quel petrolio arricchisce poche famiglie di politici corrotti, riempie le vostre banche del frutto delle loro ruberie, mantiene in vita le vostre economie e le vostre aziende.

Il mio paese è stato preda di più colpi di stato. Al potere sono sempre andati, caso strano, personaggi obbedienti ai voleri delle grandi compagnie petrolifere del suo mondo, anche del suo paese. Avete potuto, così, pagare un prezzo bassissimo per il tanto che portavate via. E quello che portavate via era la nostra vita.

Lo avete fatto con protervia e ferocia. La vostra civiltà e i vostri diritti umani hanno inquinato e distrutto la vita nel Delta del Niger e impiccato i nostri uomini migliori. Si ricorda Ken Saro Wiwa? Era un giovane poeta che chiedeva giustizia pe noi. Lo avete fatto penzolare da una forca…

Le vostre aziende, in lotta tra loro, hanno alimentato la corruzione più estrema. Avete comprato ministri e funzionari pubblici pur di prendervi una fetta della nostra ricchezza.

L’Eni, l’Agip, quelle di certo le conosce. Sono accusate di aver versato cifre da paura in questo sporco gioco. Con quei soldi noi avremmo potuto avere scuole e ospedali. A casa, la sera, non avrei avuto bisogno di una candela…

Sarei rimasta lì, a casa mia, nella mia terra.

Avrei fatto a meno della pacchia di attraversare un deserto. Di essere derubata dai soldati di ogni frontiera e dai trafficanti. Di essere violentata tante volte durante il viaggio. Avrei volentieri fatto a meno delle prigioni libiche, delle notti passate in piedi perché non c’era posto per dormire, dell’acqua sporca e del pane secco che ti davano, degli stupri continui cui mi hanno costretta, delle urla strazianti di chi veniva torturato.

Avrei fatto a meno della vostra ospitalità. Nel suo paese tante ragazze come me hanno come solo destino la prostituzione. Lo sapete. E non fate niente contro la nostra schiavitù anzi la usate per placare la vostra bestialità. Io sono riuscita a sfuggire a questo orrore, ma sono stata schiava nei vostri campi. Ho raccolto i vostri pomodori, le vostre mele, i vostri aranci in cambio di pochi spiccioli e tante umiliazioni.

Ancora una volta, la pacchia l’avete fatta voi. Sulla nostra pelle. Sulle nostre vite. Sui nostri poveri sogni di una vita appena migliore.

Vedo che non ho mai pronunciato il suo nome. Me ne scuso, ma mi mette paura. Quella per l’ingiustizia di chi sa far la faccia dura contro i deboli, ma sa sorridere sempre ai potenti.

Vuole che torniamo a casa? Parli ai suoi potenti, a quelli degli altri paesi che occupano di fatto casa mia in una guerra velenosa e mai dichiarata. Se ha un po’ di dignità e di coraggio,
 la faccia brutta la faccia a loro.

#Selfini vive di fake news

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Chissà che faccia hanno fatto Salvini e Di Maio che sulla demonizzazione delle Ong hanno costruito tutta la disumana retorica che ha aizzato come cani arrabbiati molti dei loro elettori, convinti davvero che una giovane comandante tedesca possa assurgere al ruolo di importatrice di stranieri in numero talmente consistente da mettere in pericolo l’Italia. Chissà che ne dice Salvini che, al solito, ha sventolato le parole del magistrato proprio sul caso Sea Watch quando gli tornavano utili dimenticando che quello stesso Patronaggio avrebbe voluto processarlo ma il prode ministro dell’interno si è rifugiato dietro all’immunità parlamentare, 
servilmente sorretto dai suoi alleati pentastellati...


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domenica 7 luglio 2019

Matteo Salvini, un piano per Ucciderlo


uccidete matteo selfini


Matteo Salvini, voce inquietante dalla procura: 
piano scellerato per ucciderlo. 


"il solito copione"

Berlusconi fu ucciso dai magistrati. Craxi e la Dc vennero uccisi dai magistrati. Perfino Prodi, oltre che dai comunisti ai quali incautamente si affidò, fu ammazzato dai magistrati, che gli indagarono il ministro della Giustizia, Mastella, poi assolto. Renzi invece si è assassinato da solo, ma i magistrati si stanno dando da fare per seppellire lui e il suo codazzo, nel caso gli venga la balzana idea di risorgere. Giovedì la Corte dei Conti lo ha condannato, sostenendo che la sua presidenza della Regione Toscana è caratterizzata dalla presentazione di quattro bilanci falsi.

Sotto a chi tocca. E siccome normalmente sotto ci finisce chi è sopra nel gradimento degli italiani, ora tocca a Salvini. Solo un anno fa era inimmaginabile, ma il leader della Lega oggi gode di un consenso che neppure Berlusconi ha mai avuto. Guadagna se il gip gli dà torto e libera Carola, perché gli italiani si arrabbiano e solidarizzano con lui, ma avrebbe guadagnato anche se i giudici gli avessero dato ragione, tenendo agli arresti la capitana e trasformando il ministro nel vincitore del braccio di ferro. L' ascesa del leader leghista ha sorpreso alleati e avversari, che non sanno come reagire. Non hanno idee né controproposte e quindi ricorrono alla consumata tattica di gettare fango nel ventilatore.

Prima hanno detto che è un fascista e hanno lanciato un allarme democratico, ma la cosa non ha avuto successo: i fascisti veri di CasaPound hanno annunciato che non si candideranno più e quello presunto, Salvini, è risultato il candidato più votato in Italia alle Europee. Dopo hanno sostenuto che il ministro avrebbe condotto l' Italia contro l' iceberg dell' Europa, la quale ci avrebbe comminato sanzioni economiche per via dei nostri conti sballati. Ma la minaccia si è sciolta al sole dei primi di luglio, che ha visto peraltro anche una ripresa dell' occupazione, mai così alta da quarant' anni a questa parte.

È giunta quindi l' ora del solito piano scellerato per uccidere l' avversario che non si riesce a battere politicamente. Il cavallo di battaglia del ministro dell' Interno, che gli ha permesso di scalare consensi e doppiare l' alleato grillino, che prima aveva il doppio dei suoi voti, è la lotta all' immigrazione clandestina, che ha visto in un anno la riduzione dell' 80% degli sbarchi illegali e quasi l' azzeramento dei morti in mare. È lì che gli avversari di Salvini lo stanno colpendo. La sentenza della magistratura che scarcera la Rackete è un invito a tutte le ong a fare quello che vogliono, sbattendosene delle nostre leggi e della politica migratoria del Viminale. Malgrado Carola abbia violato due volte il blocco navale italiano e se ne sia infischiata di una sentenza del Tar e di una della Corte Ue che le negavano il diritto di sbarco, la capitana è libera. Buona invasione a tutti.

CHIAMATA ALLE ARMI
Le ong hanno interpretato la sentenza come una chiamata alle armi e hanno spedito le loro navi al largo della Libia a pesca di clandestini da portare sulle nostre coste. La Mediterranea di Casarini ne ha già raccattati 54. La guida nientemeno che un parlamentare della Sinistra Italiana, tale Erasmo Palazzotto. Malta, previo accordo con Roma, si è detta disponibile ad accogliere i migranti, ma i volontari non ne vogliono sapere e puntano su Lampedusa. In 65 sono stati invece caricati dalla tedesca Sea-Eye, sempre 'sti tedeschi tra le scatole -, che ha già fatto domanda per arrivare qui. Malgrado i giudici non trovino le prove che i volontari siano d' accordo con gli scafisti, i quali segnalerebbero loro le imbarcazioni da salvare, è davvero curioso che, benché il Mediterraneo sia solcato da migliaia di navi, solo quelle delle ong si imbattano nei gommoni dei profughi.

Di male in peggio, Carola è uscita dalla clandestinità, nel senso che nessuno sapeva dove fosse, per dire di essere intenzionata a querelare Salvini, reo di averle dato della delinquente, visto che ha infranto le leggi e si è scontrata con le nostre navi militari. 
La capitana sostiene che il ministro è un pericolo pubblico.
la bilancia Per far capire da che parte pende la bilancia, è intervenuta l' Associazione Nazionale Magistrati. Solo due settimane fa il suo presidente si dimetteva, travolto dagli scandali sulle nomine dei procuratori e le interferenze dei politici , ma l' Anm non se ne dà pensiero, scivola sul letame e accusa il leader leghista di voler «stravolgere la Costituzione» in quanto ha detto che la magistratura necessita di una riforma, concetto condiviso da tutti dopo che ne sono emersi gli altarini.
Ma anche questo serve a rianimare i nemici di Salvini, i quali hanno stappato bottiglie, dopo l' assoluzione di Marco Travaglio, che il leader leghista aveva querelato, stufo di essere appellato tutti i giorni sul Fatto Quotidiano come «Il Cazzaro verde». Ma è satira, hanno spiegato i magistrati. Chissà se una corte ci assolverebbe mai per umorismo qualora noi iniziassimo a chiamare quotidianamente «cazzaro in toga» qualche magistrato di cui non condividiamo la linea.

L'offensiva togata sull'immigrazione non sembra più pericolosa di quella che fece dimettere il sottosegretario Siri prima ancora che lo indagassero, o il suo collega Rixi, per le solite spese pazze in Regione. Il piano anti-Salvini pare finalizzato al nulla. Se l' esecutivo cade, si rivota, e Matteo ha buone probabilità di governare da solo. A meno che le toghe non sognino il governo Pd-M5S: avrebbe i seggi ma non il consenso. E poi vogliono insegnare agli altri la democrazia.

di Pietro Senaldi


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